Davide contro Golia: la piccola Greta sfida i poteri forti

Ultima parte dell'articolo di Daniela Mariotti. Un articolo che ci spinge a riflettere sull'importanza dell'impegno e della protesta di Greta Thunberg, contro l'indifferenza della politica mondiale su ambiente e clima.

Davide contro Golia: la piccola Greta sfida i poteri forti

Di solito per fondare un movimento di protesta politico ci vogliono anni, intellettuali preparati e leader politici e poi finanziamenti! Imprenditori mecenati che, senza aver risolto indeterminabili conflitti di interesse, sostengano ed incarnino “economicamente” la causa! La cronaca politica degli ultimi anni ce lo ha mostrato anche in Italia.

Viviamo in una civiltà in cui il denaro e la tecnica hanno assunto un potere straordinario, superiore a quello della politica. Ci ha spiegato benissimo Umberto Galimberti che la tecnica  è la declinazione più alta della razionalità, che per definizione è volta a conseguire il massimo degli scopi con l’impiego minimo dei mezzi.  Ne consegue che tutto ciò che è sovrabbondante – linguaggio non analitico, vita emotiva, mondi personali, vissuti psicologici – sono  considerati motivo di intralcio rispetto a quel massimo di efficienza e di funzionalità. L’amore, la compassione… la solidarietà sono zavorre per la tecnica, che – secondo lo stesso Galimberti –  si muove secondo un meccanismo di potenza e di “inevitabilità” e di deresponsabilizzazione degli individui che la applicano. Per questo un operatore finanziario deve essere il più possibile anaffettivo per poter lavorare con lucidità e cinismo e fare gli interessi dei suoi committenti.

L’Occidente (un miliardo di abitanti) ha bisogno dell’80% delle risorse del pianeta. E gli altri 6 miliardi si devono “accontentare” delle rimanenze. Poiché abbiamo realizzato il colonialismo territoriale e poi quello economico fino ad oggi, noi siamo “metafisicamente” colpevoli della povertà degli africani e sudamericani soprattutto. Secondo il filosofo Diego Fusaro se questo è lo sguardo filosofico,  lo sguardo scientifico, proprio per ciò che si è detto, non può mai cogliere alcuna forma di responsabilità.  Chi ha in mano gli interessi legati al profitto considera il pianeta come un supermercato in cui chi ha più denaro cerca di acquistare tutto ciò che gli serve senza riguardo alcuno per i bisogni degli altri, senza curarsi dei danni all’ecosistema e perciò a tutte le specie viventi, compresi essi stessi e i loro figli, che vengono “sacrificati” sull’altare del profitto.

Non bisogna stupirsi dunque se come tutti i leader  di una grande e “giusta” causa, che mette in discussione il modello capitalistico imperante,  qualcuno abbia attaccato Greta Thunberg. Per esempio Vittorio Feltri, una “illustre” firma di un dichiarato giornalismo italiano di “destra”,  l’ha accusata  di superficialità e pressappochismo, di non avere competenze e di copiare vecchie bufale su Internet. “Una rompiballe” che merita il titolo di “Gretina”… seguita  comunque da tanti altri milioni di “cretini”,  si dovrebbe concludere. Non sarà inutile aggiungere che a Feltri – secondo le sue stesse dichiarazioni – del cambiamento climatico non interessa assolutamente nulla. “Anche perché il pianeta si surriscalda a volte e a volte si raffredda. I cambiamenti climatici sono ciclici". E poi "Questa Gretina qui, che abita in Svezia, dovrebbe essere solo contenta se il pianeta si surriscalda un po’." Parole che si commentano da sole! Qualcuno ha osservato che è ben paradossale come Feltri critichi chi combatte fenomeni come la desertificazione dell’Africa dovuta agli sconvolgimenti ambientali, da dove provengono quei migranti spinti dalla fame e dal bisogno, che lui vorrebbe rimandare indietro. Come potrebbero non scappare questi disperati se nessuno si preoccupa di arginare le cause della loro disperazione?

Consideriamo inoltre che probabilmente la maggior parte di noi “adulti” non vuole riconoscere che esistono persone di 16 anni che sono molto più consapevoli e responsabili di noi stessi. La sola esistenza di persone come Greta ci costringe ad ammettere che stiamo andando alla rovina a causa del nostro egoismo. Ma questo ci dà parecchio fastidio, perché noi vogliamo soprattutto essere lasciati in pace. Forse preferiamo aspettare che dei gravissimi problemi ecologici e ambientali se ne occupi “giustamente” la “politica”, la “scienza”…

Puntare il dito contro qualcun altro e parlare di bufale, di incompetenza, perfino denigrare, oppure soltanto ignorare, rimuovere il problema… è  molto facile e ci libera da ogni nostra responsabilità.

La protesta di Greta è scomoda e nello stesso tempo straordinariamente stimolante, perché fa cadere anche l’ultimo dei nostri alibi, ovvero “non faccio niente perché da solo non posso fare nulla”.

Greta ha fatto ciò che ha fatto in pochissimo tempo e con pochissimi soldi. Per tutelare la sua libertà e l’indipendenza della sua azione non ha accettato denaro da nessuno, perciò le spese che ha affrontato per il suo attivismo sono state finora a carico della sua famiglia.

Se Greta è una persona libera che semplicemente dice “le cose come stanno”,  qualcuno, in tanti, giovani, giovanissimi, ma anche adulti consapevoli, tutti quelli che abbiamo visto nelle piazze, sui social… hanno fatto cadere il proprio muro dell’indifferenza e si stanno “svegliando”.

C’è una community nel mondo occidentale che ha cominciato a cambiare il proprio stile di vita, a ridurre il consumo di carne, a usare di meno l’automobile, a riflettere sui viaggi in aereo… ad impegnarsi “attivamente” per assicurare un futuro.

Siamo ancora pochi? Una piccola percentuale di adulti “silenziosi”, gli eredi dei Verdi degli anni '80, erano già presenti nel tessuto sociale, impegnati e “sul campo” prima del fenomeno Greta Thunberg. Certamente “lei” ha sdoganato centinaia di migliaia di giovani in tutto il mondo con la impetuosità di un tornado! E possiamo crescere! Saremo mai abbastanza numerosi da determinare una svolta nella politica per il Clima?

Greta ci ha dimostrato che nonostante il cinismo, l’avarizia, il desiderio smodato di ricchezza e di potere che “governano” le Istituzioni politiche e sociali di tutti i Paesi ricchi, ancora una volta l’Amore per se stessi, per la Natura e per tutti gli esseri viventi può rivelarsi più forte del potere del denaro e della tecnica: una forza che può muovere milioni di persone per una giusta causa.

Ancora una volta il giovane e inesperto Davide si presenta in grado di vincere il gigante Golia.

E la Storia continua.

Ti sei perso/a le prime due parti dell'articolo? Corri a leggerle!

Prima parte

Seconda parte

A cura di

Daniela Mariotti

Giugno 2019