Stefano Bonaccini incontra la redazione StradaNove
Il presidente della regione Emilia-Romagna per discutere delle nuove misure politiche sul tema dello sviluppo ecosostenibile
Festival Sviluppo sostenibile 2021I Stradanove Intervista Stefano Bonaccini
Ieri 5 ottobre alle ore 14:30 si è tenuto il capitolo introduttivo del Festival dello Sviluppo sostenibile 2021 che ha visto la presenza di un ospite speciale, il presidente della regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Presenti erano anche altri soggetti provenienti sia dal mondo accademico che da quello politico e imprenditoriale. I temi dell’incontro hanno riguardato la sostenibilità ambientale ed economica e gli obiettivi da raggiungere inerenti all’Agenda 2030. Si è parlato di uno sviluppo sostenibile non solo in termini ambientalistici ed ecologi ma anche relativo al contrasto della povertà e delle disuguaglianze sociali. Il dibattito si è aperto con la presentazione di Claudio Testi presidente dell’associazione Aziende Modenesi per la Responsabilità Sociale e, Silvia Pini responsabile dell’Ecovillaggio Montale. Hanno inoltre partecipato alla tavola rotonda tenutasi al laboratorio aperto in Viale Buon Pastore il presidente della regione Bonaccini, il sindaco della città di Modena Giancarlo Muzzarelli, il responsabile dell’area politiche economiche e mercati Cna Giorgio Falanelli, il segretario generale Lapam Alberto Rossi, e il direttore generale di Confindustria Emilia Centro Tiziana Ferrari e Claudio Testi presidente dell’associazione RSI.
Durante il confronto il presidente Bonaccini ha posto l’attenzione sui dati sconcertanti della crescita economica in Italia nel 2020. Il Pil infatti è diminuito di circa del 9% e in Emilia-Romagna quasi 100.000 mila posti di lavoro sono andati perduti, fortunatamente recuperati nella metà nel primo trimestre. Per far fronte ai disagi dovuti alla situazione pandemica, la Comunità Europea ha messo a disposizione all’Italia ingenti risorse economiche, risorse economiche che fra poco i nostri figli dovranno ripagare. Dunque è necessaria una notevole crescita economica se non vogliamo essere sommersi dal debito pubblico che è già il più alto tra tutti i paesi europei. Una crescita però che non deve essere solo economica ma anche sostenibile sotto tutti i profili.
Affinché vengano raggiunti obiettivi ambiziosi la regione ha già sottoscritto il Patto per il Lavoro e per il Clima assieme a Comuni, enti provinciali, scuole ed imprese. Un progetto che prevede la completa decarbonizzazione entro il 2050 ed entro il 2030 il 100% di utilizzo di energie rinnovabili e degli investimenti a favore dei giovani Neet, cioè di ragazzi under 29 che non studiano né lavorano.
Ma non finisce qui. Il presidente Bonaccini ha infatti esposto anche gli assets sui quali l’Amministrazione politica regionale intende lavorare. In primis aumentare la percentuale di colture biologiche. Si stima che in Emilia-Romagna le colture biologiche siano del 40% e ciò favorisce la riduzione di emissione di gas. Punto due: tema trasporti. Completare il progetto di sostituzione di tutti i treni regionali e istituire una metropolitana leggera che collega i vari comuni della costa adriatica e rendere il trasporto urbano gratis per tutti gli studenti under 19 senza vincoli di Isee ( già sono stati staccati 50.000 mila abbonamenti si auspica diventino 100.000) con il fine di sfavorire l’utilizzo delle automobili.
Per quanto riguarda invece il tema dello gestione dei rifiuti ci si prefigge nel triennio a venire una riduzione dei rifiuti di circa il 25% e di investire maggiormente nel riciclo dove siamo leggermente carenti rispetto alla media europea. Decisamente più soddisfacente è il dato in merito alla raccolta differenziata rispettata nel 73% dei comuni emiliani-romagnoli. Il presidente ha poi annunciato che sono stati messi in cantiere dei fondi per la costruzione di nuove ciclovie oltre a quelle già presenti sul territorio e la messa a disposizione di 2 milioni di alberi per imprese, comuni, scuole, associazioni ecologiste che ne facciano richiesta per favorire lo sviluppo di città più green.
Infine abbiamo posto una domanda e cioè se i cittadini in particolare le periferie dove la "mediazione" risulta più difficile fossero davvero pronti per una svolta la green. L'opinione è stata che prima ancora dei cittadini la classe politica dovrebbe essere pronta. Spesso le correnti di pensiero capziose di certe fazioni politiche fanno leva sui disagi di alcune categorie rallentando uno sviluppo non solo più sostenibile, ma anche più cospicuo in termini strettamente quantitativi. Garantire un ambiente sano ed una società più equa è il primo tassello per continuare a produrre ricchezza. Bisogna prevenire anziché curare come dice un vecchio saggio proverbio, poiché si risparmia tempo e danaro e possiamo sicuramente affermare che l’Emilia-Romagna funge da pioniera in Italia per lo sviluppo di un’economia più green.
5 ottobre 2021
Articolo a cura di Alessandra Romano