Intervista al consigliere comunale Stefano Manicardi: quando la politica incontra il volontariato
Il ciclo di interviste ai giovani politici continua! È il turno di Stefano Manicardi. Leggi per scoprire quali sono i suoi progetti futuri e non solo.
Stefano Manicardi
Da sempre Stradanove rivolge l'attenzione al ruolo attivo che hanno i giovani modenesi sul territorio, sottolineando il loro coinvolgimento e partecipazione all'interno delle dinamiche della città, politica inclusa. Abbiamo così voluto inaugurare un ciclo di interviste a consiglieri comunali tutti accomunati dalla giovane età. Dopo Federica Venturelli e Camilla Scarpa (clicca e leggi le loro interviste), questa volta è il turno di Stefano Manicardi, consigliere comunale del Partito Democratico, con cui abbiamo scambiato quattro chiacchiere, ottenendo risposte puntuali, ma con un tono del tutto informale. Una passione per la politica, per il volontariato (è presidente della polisportiva Cittanova) e per la bicicletta... sono solo alcuni dei punti che sono emersi. Leggi il resto dell'intervista per scoprire di più sugli obiettivi politici, e non solo, di Stefano Manicardi!
Raccontaci di te. Qual è il tuo percorso di studi?
Mi sono diplomato al F. Corni, liceo scientifico delle scienze applicate. Sono stati anni molto belli, durante i quali ho appreso competenze scientifiche, ma mi sono anche appassionato a temi umanistici, al punto che - arrivato in terza superiore - mi sono chiesto come mai non avessi fatto il classico. A parte l'ultimo anno, che ho preferito dedicare agli studi, ho sempre fatto il rappresentante di classe. All'istituto non mi sono mai voluto candidare. Una volta diplomato ho deciso di studiare Scienze Politiche a Bologna. Ho cambiato idea subito, per vari motivi, soprattutto perché avevo tanti impegni qui a Modena. Alla fine mi sono innamorato di quella branca degli studi che è il diritto e ho intrapreso Giurisprudenza a Modena, oggi sono al quarto anno.
Com'è nata la tua passione per il mondo della politica?
La passione per la politica nasce alle scuole medie. Ho avuto un'insegnate di italiano che ci ha insegnato a leggere la politica e i giornali, dedicando un'ora a settimana alla loro lettura. Da lì ho iniziato ad appassionarmi a quello che succedeva, ricordo che erano i tempi del governo Prodi. Un paio di anni dopo la Circoscrizione 4, da cui vengo, ha creato la commissione per le Politiche Giovanili: per la prima volta i giovani dei quartieri hanno potuto fare proposte sui cambiamenti che avrebbero voluto per i loro territori, direttamente al consigliere di circoscrizione. Mi chiesero di farne parte, e da lì ho iniziato ad appassionarmi davvero.
Come riesci a conciliare la tua attività di consigliere comunale con l'università?
Se chiedete alla mia famiglia, direbbero male! Scherzo, dal mio punto di vista dico che richiede tanta fatica. Per far bene tutto ci vorrebbe una giornata di almeno quarantotto ore, anche di più se in mezzo ci metti gli impegni nel volontariato. Quindi procedo un po' più a rilento di altri studenti, che magari dedicano tutto il tempo della propria giornata allo studio, però sono in pari con gli esami. Forse non con i risultati che potevo sperare all'inizio del percorso, ma con fatica si riesce a conciliare un impegno e l'altro.
Quali sono i temi che vorresti approfondire nella tua agenda politica?
In campagna elettorale credo di aver lanciato fin troppi temi, ho capito che alla fine conviene orientarsi su alcune macro aree da seguire. Nulla vieta poi di occuparsi anche di altro, ma se ci si concentra su alcune tematiche si riesce a lavorare meglio. Ho deciso di impegnarmi in modo particolare nel campo della memoria e della cultura, che mi appassionano e coinvolgono da sempre, data anche la mia militanza nell'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) e in altre associazioni di questo tipo. Ho già presentato alcune interrogazioni in merito, come la digitalizzazione e i percorsi della memoria, e ne sto preparando altre. Ci sono varie idee da portare avanti anche nel campo dell'associazionismo e del volontariato, che ho particolarmente a cuore. Infatti è dall'età di quattordici anni che mi impegno nel volontariato, e non ho mai smesso: durante le sagre di paese, all'interno delle polisportive, in politica... Anche durante l'ultima discussione in consiglio, parlando di acquisizioni demaniali, sono intervenuto per valorizzare la richiesta di nuovi spazi da parte di associazioni culturali e sportive, spazi che verranno loro affidati con l'ex Colombofili di viale Monte Kosica. Poi c'è un ultimo aspetto, ovvero le periferie. In quanto segretario del partito nelle frazioni di Cittanova e Marzaglia, mi sono preso l'impegno di portare all'attenzione tematiche che sono normali all'interno della vita di queste comunità, ma faticano ad arrivare in Piazza Grande. L'ultimo consigliere comunale eletto dal mio territorio è stato Ettore Maioli nei primi anni 2000, da allora sono passati quasi vent'anni. Ci sono ancora tante tematiche da riprendere e portare avanti.
Sei impegnato in attività di volontariato. A tal proposito, cosa pensi del Servizio Civile?
Credo che il servizio civile sia importante perché permette di dare la possibilità ai giovani fino ai 29 anni di impegnarsi e di imparare i meccanismi della società. Divago un attimo, durante la trasmissione “Porta a Porta” Vittorio Feltri ha dichiarato che i giovani sono dediti alle discoteche e non pensano al loro futuro. Per questo gli consiglierei di leggere i giornali, di andare in associazioni che coinvolgono anche il servizio civile per saperne di più. Ho sentito anche alcuni politici affermare che sia necessaria la leva obbligatoria, mentre dal mio punto di vista ritengo che sia più importante avere una cultura e fare esperienza. Per quanto riguarda il servizio civile non penso si debba necessariamente mantenerlo facoltativo, come è attualmente, e credo che sia un baluardo della democrazia. La speranza è quella di poter fare ancora meglio in futuro.
Cosa pensi dei giovani di oggi? Riscontri una loro partecipazione attiva nel contesto della città?
Penso sia sbagliato fare di tutta l'erba un fascio e dire che tutti i giovani partecipino alla vita della città, così come è sbagliato affermare che non se ne interessino. Penso anche che sia in atto uno scontro generazionale relativo alla gestione del tempo libero e dell'impegno sociale; è una situazione complicata perché le due parti hanno modi differenti di concepirli, dettati da una provenienza sociale e culturale molto diversa. Ironicamente i giovani sono quelli che cedono per primi in questo contrasto generazionale, avendo molte più cose di cui occuparsi: è più facile lasciare che la società vada avanti da sé, se sei impegnato nello studio, nel lavoro o nel volontariato. Per riprendere il discorso di prima, quello che persone come Feltri vedono come lassismo o menefreghismo è quindi in realtà frutto di una mentalità che dipinge i giovani in modo sbagliato, e ne fa un racconto storicamente inesatto. Infatti i ragazzi che studiano, lavorano per pagarsi gli studi e fanno politica, hanno pochissimo tempo per dedicarsi ad attività di volontariato. Tempo che invece ha un pensionato che si occupa per esempio di mantenere strutture e partecipa attivamente alle feste di paese.
Che consiglio daresti a un giovane che ha intenzione di intraprendere la carriera politica?
Consiglio di cambiare idea. É una battuta, ma è importante che ci si impegni al massimo e non ci si limiti a fare lo stretto necessario. C'è davvero bisogno del contributo dei giovani. Per questo mi fa piacere che esistano diverse associazioni legate ai partiti politici, non solo la nostra (giovani democratici), ma anche distanti da noi come i giovani padani e i giovani di Forza Italia. Nel gioco della democrazia è normale che ci siano diverse opinioni, però c'è una costante: l'impegno delle nuove generazioni. Ritengo, quindi, che le divisioni ideologiche non vadano abbandonate, perché differenti idee migliorano la nostra società. E' altrettanto fondamentale lavorare in sinergia su certi temi a cui siamo chiamati a rispondere. Quando vedo in consiglio comunale una giovane consigliera della Lega votare contro la richiesta di emergenza climatica mi viene da pensare che forse questo messaggio non è chiaro, forse il mondo sta cambiando. Infatti un giovane che entra in politica deve farlo con l'idea di una società migliore, e non per “portare avanti delle partite” iniziate tempo fa. Per questo è importante prima studiare e farsi una cultura per poter entrare in politica in maniera seria. Mi viene da dire acculturiamoci. Per cui, un giovane acculturato che abbia voglia di “fare” il futuro del suo paese e della sua città, dovrebbe intraprendere un impegno politico, anche perché puoi ottenere molte soddisfazioni se ovviamente lo fai in maniera seria e coerente.
Come hai vissuto le ultime elezioni?
La sera della domenica mi ero abbastanza demoralizzato. Per quanto riguarda i risultati delle elezioni europee, vedere che i partiti anti-europeisti avevano sfondato, prendendo voti che non ci immaginavamo, mi ha fatto male. In Europa non si dovrebbe parlare di interessi dei singoli partiti, bensì di interessi nazionali. Al di là di questo, ero convinto che a Modena l'amministrazione avrebbe retto perché il sindaco ha lavorato bene, e questo la gente glielo ha riconosciuto. Una volta saputi i risultati delle amministrative la gioia è stata grande, non tanto per la vittoria in sé, ma perché abbiamo dimostrato che Modena ci tiene a crescere, dunque continueremo a impegnarci in quest'ottica. Perciò, tornando alla domanda, direi che le ultime elezioni siano state piuttosto agrodolci.
Quali sono i tuoi obiettivi e progetti futuri?
Prima di tutto laurearmi. Credo che farò l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato, anche se non so se quello sarà il mio futuro. Mi piace infatti la figura del giurista d'impresa o della pubblica amministrazione. Per quanto riguarda la politica, mi aspettano cinque anni da consigliere comunale e cercherò di portare, attraverso il nostro impegno, uno spirito nuovo nel fare politica, sia a livello comunale che cittadino, in modo da contestualizzare e cambiare certe idee e teorie ancora presenti.
Hai altri interessi oltre la politica?
In primis il ciclismo, da sempre la mia passione perché vengo da una famiglia di ciclisti, mio nonno lo fece da semi-professionista. Anche se non lo pratico più, non rinuncio a fare un giro con la mia bici da corsa quando c'è una bella giornata. Altri miei interessi sono il tennis e il biliardo, mi piace ritagliarmi un momento di svago in compagnia dei miei amici. Dal punto di vista culturale, mi piace molto la storia locale; assieme ad altri gruppi stiamo cercando proprio di ricostruire la storia delle nostre frazioni. In questo senso, analizzo la storia locale dal punto di vista delle persone e delle famiglie, attraverso studi genealogici e non solo, per comprendere il contributo che hanno portato all'interno del nostro territorio. Quindi una storia locale vista dagli occhi di chi l'ha vissuta.
A cura di Laura Guaitoli, Laura Pergreffi ed Elisa Zanetti
Stradanove ringrazia Stefano Manicardi per la sua disponibilità e gli augura di raggiungere i suoi obiettivi non solo politici, ma anche di vita personale.
Foto di Dante Farricella