Premio Legalità e Territorio 2020: intervista a Giuseppe Caruso
Stradanove Intervista Giuseppe Caruso, giovane vincitore del premio "Legalità e Territorio"
Giuseppe Caruso, vincitore Premio legalità e sicurezza 2020
Parlaci un po’ di te!
Ho ventiquattro anni e sono laureato in Economia e Politiche Pubbliche.
Abito a Modena da ormai sei anni, quando sono arrivato da un piccolo paesino della Calabria, Mirto Crosia.
Sono uno studente del Dottorato di Ricerca in “Lavoro, Sviluppo e Innovazione” presso la Fondazione Marco Biagi di Modena.
Mi occupo ormai da anni di economia, con particolare attenzione allo sviluppo sostenibile, alla finanza pubblica e alle politiche per lo sviluppo socio-economico.
Negli ultimi anni, ho poi maturato un forte interesse per le dinamiche industriali del settore automotive in Emilia-Romagna ed è proprio questo il fulcro del mio lavoro di ricerca presso la Fondazione Marco Biagi.
Perché hai scelto il tuo indirizzo di studio?
Credo che l’analisi statistica debba fondare la valutazione e le scelte gestionali, tanto in ambito pubblico quanto nelle aziende.
La nostra realtà è complessa ed i numeri possono aiutarci a spiegarla e ad individuare le soluzioni più idonee ad affrontare determinate problematiche.
Il percorso di studi che ho seguito mi ha sicuramente permesso di affrontare tematiche di mio interesse e soprattutto di rafforzare le mie competenze analitiche.
Cosa ti ha spinto a partecipare al premio “Legalità e territorio”?
Nel mese di settembre, da neolaureato, ho deciso di dedicarmi al premio “Legalità e territorio” per approfondire la tematica del “gioco d’azzardo” e portare un mio contributo teorico ad un problema sociale tanto delicato quanto purtroppo diffuso in questo momento storico.
Per me è stata anche una sfida e credo che ognuno di noi abbia bisogno di mettersi continuamente alla prova. Bisogna essere affamati e dedicarsi alle proprie passioni con tanta grinta. Giorgio Gaber diceva che “la libertà è partecipazione” e noi giovani dobbiamo partecipare, dando il nostro contributo attivo alla società.
Il nostro mondo non ha bisogno di grandi gesti ma di persone che hanno il coraggio di coltivare le proprie passioni.
Da dove hai tratto ispirazione per il tuo elaborato?
La nostra società ha grandi problemi, ma, malgrado ciò, credo che noi occidentali siamo fortunati. Stiamo vivendo il periodo di pace più lungo della storia umana, la tecnologia ha fatto dei progressi impressionanti, così come la medicina, e le donne hanno un ruolo sempre più importante e determinante per la società.
Non viviamo, però, in un mondo perfetto e le problematiche sociali sono tante ed importanti.
In questo senso la ludopatia è una grave piaga sociale. Di fronte ad una problematica così importante serve parlarne, mandando messaggi sani e diretti che rendano coscienti dei rischi legati ai comportamenti ludopatici.
Una società migliore è sicuramente una società che si prende cura di tutti e non lascia indietro nessuno.
Parlaci dei contenuti salienti
In particolare, voglio esaltare la bella notizia che è emersa dal mio studio.
Attraverso un’analisi statistica sulla propensione al gioco d’azzardo in Emilia-Romagna, ho rilevato che la probabilità di sviluppare comportamenti ludopatici è inversamente proporzionale all’età, all’istruzione e al grado di giustizia del territorio. In altri termini, i giovani sono meno propensi a giocare d’azzardo, così come lo sono anche i cittadini con un’istruzione migliore. Allo stesso modo, l’efficienza del sistema giuridico locale abbassa fortemente la propensione al gioco d’azzardo. Questi sono risultati straordinari: il gioco d’azzardo è nemico dei giovani, dell’istruzione e della giustizia. Bisogna partire da queste considerazioni per combattere davvero la ludopatia.
Se potessi, cosa cambieresti della nostra società e quali problemi ti piacerebbe risolvere?
Innanzitutto, io credo nell’uguaglianza sostanziale. Tutti devono avere le medesime possibilità e nessuno deve rimanere indietro per motivi economici, di genere, di origine o di fede. Pensare che oggi, in Italia, all’alba del 2021, tanti giovani non possano studiare per motivi economici, è una sconfitta per la nostra società.
In secondo luogo, viviamo in un Paese che non investe mai abbastanza nell’Istruzione e nella Ricerca. Questo rischia di condannarci a rimanere indietro rispetto agli altri Paesi.
In Italia, dobbiamo avere più coraggio ed investire nel futuro, puntando sull’Istruzione, così come sulla Sanità e sui Trasporti.
Storicamente gli investimenti di lungo periodo spaventano i nostri politici, perché, a loro avviso, non garantiscono voti nell’immediato.
Ma ci abbiamo davvero provato? Credo che gli italiani non siano stupidi e che siano capaci di capire quanto è importare investire nel futuro per creare un domani che sia il migliore possibile per tutti.
A cura di Giorgia Martin
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