DOVE FINISCE ROMA, PAOLA SORIGA
La storia di una staffetta partigiana entrata nella Resistenza perché "non c'era nient'altro da fare"...
Dove finisce Roma c’è la marrana, dove si vanno a lavare i panni. Dove finisce Roma ci sono le baracche della gente di malaffare, meglio tenersi alla larga. Dove finisce Roma ci sono le cave o le fosse- ci si può giocare, lì dentro, ci si può nascondere, ci si può morire come è successo alle 335 vittime rastrellate dai tedeschi il 24 marzo 1944 per rappresaglia dopo l’attentato partigiano in via Rasella.
E’ in una di queste grotte che corre a nascondersi la giovane Ida (nome di battaglia Maria) quando un compagno l’avvisa che la stanno cercando, i fascisti, o i tedeschi, o entrambi. Ida passa quattro giorni e quattro notti dentro la grotta e, per fortuna, l’amica Rita, indovinando dove lei possa essersi rifugiata, le porta qualcosa da mangiare quando può. E, per fortuna, uno dei due ragazzi che entrano nella cava quando Ida/Maria si nasconde è amico di Antonio, il ragazzo di cui Ida è innamorata, anzi, a cui crede di essere fidanzata. Ida è la protagonista di questo bel primo romanzo di Paola Soriga. Ida viene dalla Sardegna, come la giovane scrittrice stessa. Ida è arrivata a Roma, per andare a vivere con la sorella Agnese, quando aveva dodici anni, nel 1938.
Sembra del tutto naturale che la narrazione del presente, che inizia con il rumore dei topi e l’acqua che gocciola nella grotta dove si è rifugiata Ida, si interrompa e si apra in uno squarcio sul passato. Sulla vita in Sardegna, la famiglia numerosa, il buon rendimento di Ida a scuola, l’interessamento del professore nei suoi confronti che sembra scandaloso e compromettente ai genitori di lei, la decisione di mandarla a Roma dalla sorella sposata. Intanto a Roma “mica ci buttano le bombe, a Roma che c’è il papa e il Colosseo”.
E la piccola Ida si lascia l’isola alle spalle, colma di nostalgia. E sì, deve essere grata al cognato che la mantiene, ma non è facile, perché è un uomo rigido, ammiratore del Duce mentre già Ida incomincia ad avere pensieri diversi. C’è la Storia, quella che viene registrata e analizzata sui libri; ci sono le storie di coloro che vivono dentro la Storia e poi c’è la Storia più immediata e più vera, quella vissuta dal di dentro, quella sentita e raccontata da chi c’era e vi ha preso parte, anche se marginalmente. E’ questa la Storia che ci racconta Paola Soriga attraverso la sua protagonista e alla miriade di altri personaggi che le si affiancano.
Grandi e piccoli, fascisti e partigiani, informatori e gente di coraggio che nasconde i ‘disertori’ che non vogliono unirsi ai repubblichini. Muore chi è al fronte ma muore anche chi non aveva l’età per vestire la divisa, come Faustino ucciso per le strade di Roma, come la donna rimasta sepolta sotto le macerie di una casa. In questa Storia ci si innamora anche, come succede a tutti quando si hanno diciotto anni come Ida. Si soffre per un amore non corrisposto, per quello che è un tradimento pari a quello della spia Betto, e chi se lo aspettava da lui. Fa pensare ad una delle ragazze nei romanzi della scrittrice catalana Mercé Rodoreda, questa Ida che ha la pelle come un’oliva.
E Paola Soriga costruisce intorno a lei un racconto che ci tiene avvinti, perché ha il fascino di un passato che deve essere ricordato, perché si srotola con leggerezza profonda, con un linguaggio che a tratti sa del parlato, che ogni tanto lascia cadere una frase in dialetto sardo. Un inizio molto promettente per una scrittrice che rivela, oltretutto, un’ottima preparazione storica.
Paola Soriga, Dove finisce Roma, Ed. Einaudi, pagg. 140, Euro 15,50