“La passione di Frida”, Caroline Bernard
"La passione di Frida si chiama Diego Rivera. La passione di Frida è la pittura, ma anche la pittura riflette la sua passione per Diego, l’uomo che, pur facendola soffrire, fu il centro della sua vita!".
Aveva solo diciotto anni, Frida, quando, nel 1925, rimase vittima di un incidente. Era salita sull’autobus insieme ad Alejandro, il ragazzo di cui era innamorata. Quando si dice ‘il caso’: se Frida non si fosse attardata ad una bancarella sul mercato, se non avesse dimenticato l’ombrellino e non fosse dovuta tornare indietro a prenderlo, lei e il suo amico non avrebbero perso il solito tram che prendeva per tornare a casa e non sarebbero saliti sull’autobus.
Frida si svegliò in ospedale, viva per miracolo. Per tutta la vita avrebbe sentito le conseguenze di quell’incidente- operazioni a non finire, dolori alla schiena, amputazione delle dita di un piede, aborti strazianti.
Se l’incidente segna una fine e un inizio nella vita di Frida- incominciò a dipingere da letto, con uno specchio fissato al baldacchino-, l’incontro con Diego Rivera, di vent’anni più vecchio di lei, segna un altro inizio, all’insegna dell’amore.
Diego era già famoso, era il genio che, con i suoi grandiosi murales aveva restituito al popolo messicano la sua storia e la sua dignità. E aveva la fama di essere un donnaiolo, anche se era sposato e aveva due figlie, anche se non era certo un adone, con quel suo corpaccione e la faccia da rospo. Eppure Frida lo trovò irresistibile e se ne innamorò, nonostante l’avessero messa in guardia contro di lui.
Il romanzo di Caroline Bernard, “La passione di Frida” è una biografia romanzata che si legge come una grande storia d’amore. È una storia coloratissima, perché il susseguirsi degli alti e bassi del rapporto tra Diego e Frida è segnato dai quadri di Frida che sono la sua migliore autobiografia. La scrittura di Caroline Bernard ha una straordinaria vividezza, le sue descrizioni ci fanno ‘vedere’ il quadro che Frida dipinge in “quel” momento e ci aiutano a capirlo meglio, ad interpretare gli oggetti che Frida era solita mettere nei suoi quadri, o i simboli con cui esprime i suoi sentimenti. Come nel quadro delle due Frida, dipinto in un periodo di separazione e di crisi, in cui una Frida (quella da cui Diego si è allontanato) è vestita con un abito bianco e il suo cuore spezzato è in mostra, mentre l’altra Frida indossa una delle sue gonnellone colorate, una camicetta molto messicana con nastri gialli, il cuore è intero e ha in mano un piccolo ritratto di Diego.
Frida stessa è un quadro. Una donna che non possiamo non ammirare per la sua forza vitale- un’altra si sarebbe ritirata nell’ombra, avrebbe cercato di passare inosservata, perché, dopotutto, era una storpia. Non Frida. Frida, con le folte sopracciglia a volo d’uccello, i fiori nei capelli, le pesanti collane azteche, i colori brillanti dei suoi abiti, gli scarponcini fatti su misura, con perline e un campanellino che annunziava la sua zoppia, voleva essere guardata. E Diego era catturato da lei anche se non poteva fare a meno di tradirla.
Una storia d’amore, la loro, tra alti e bassi, con un divorzio e un secondo matrimonio, con diversivi anche da parte di Frida e poi, sempre, lo sforzo di Frida per non lasciarsi annullare da questo amore, per non ridursi ad essere la signora Rivera. Lei era Frida Kahlo, una grande pittrice che espose i suoi quadri in una galleria di New York e perfino a Parigi.
Se il libro di Caroline Bernard può essere accusato di sentimentalismo, di parlare troppo di amore, dobbiamo riconoscere che è difficile evitarlo quando i protagonisti della vicenda sono due personaggi che sono diventati leggenda.
C’è molto da apprezzare, però, ne “La passione di Frida”. C’è soprattutto la forte personalità di lui e di lei che riusciamo a percepire perché appare nelle loro opere, nella scelta degli abiti e dei gioielli di Frida, nella straordinaria Casa Azul a Coyoacán dove vissero e che ora è diventata un museo.
Alla Fabbrica del Vapore, a Milano, ci sarà fino a marzo una mostra su Frida Kahlo. Il libro di Caroline Bernard può essere un’ottima preparazione prima di visitarla.
Ed. Tre60, trad. M.C. Dallavalle, pagg. 320, Euro 16,00
Recensione a cura di Marilia Piccone
Novembre 2020
leggerealumedicandela.blogspot.it