Social media e bookish friends. I nuovi salotti letterari sono online
Anobii, Goodreads, Litsy, lo scopo è sempre lo stesso: una community di lettori che superi ogni confine nazionale e culturale.
Si dice spesso che internet distragga i ragazzi da attività più istruttive, che l'abitudine a "smanettare" di continuo sui social li abbia allontanati dalla lettura e a volte li abbia isolati. Ma sarà vero? Applicazioni come Anobii, Litsy, Goodreads, per nominare solo le più utilizzate, ci dicono esattamente il contrario.
Non è tanto la qualità, ma la modalità ad essere radicalmente cambiata. I giovani tra i 15 e i 30 anni non leggono meno rispetto ai genitori, ma lo fanno in modo diverso. Si ritrovano ancora a parlare dell'ultimo best seller, del romanzo che ha cambiato il loro modo di vedere il mondo o dell'autore che li ha delusi o fatti innamorare, ma lo fanno davanti a una tastiera piuttosto che davanti a una tazza di caffè al bar dietro l'angolo. Può davvero essere considerata una riduzione dei rapporti sociali e una dequalificazione delle relazioni, se invece di mettere allo stesso tavolo 5 ragazzi dello stesso quartiere, ne connette 5 di regioni, nazioni o continenti diversi? O permette a chi vive all'estero di parlarne con una comunità del proprio paese d'origine a distanza di 12 ore di aereo? L'idea di Anobii, in fondo, è nata esattamente così, come dichiara il suo fondatore Greg Sung: "vivevo ad Hong Kong e ho sentito il bisogno di sapere quali altre persone l'avevano letto nella mia città. Volevo confrontarmi con loro, volevo scambiare con loro le mie impressioni e farmi segnalare altri libri sull'argomento".
Anobii è un social network nato nel 2006 e diffusosi in Italia prevalentemente a partire dal 2009. È interessante notare come la sua diffusione sia stata favorita soprattutto dal passaparola e, in Italia, particolarmente da quello fatto girare all'interno di community digitali preesistenti e frequentate da utenti interessati a lettura e scrittura amatoriale, che sono migrati su Anobii, rispondente al bisogno quindi evidente di uno strumento con funzioni cui siti come EFP o piattaforme come forumfree/forumcommunity non riuscivano a rispondere. Al sito web è seguita l'app, che, tuttavia, presentava bug tali da limitarne notevolmente l'utilizzo e, con il passaggio al mobile, far perdere parecchi utenti ad Anobii. Sembra che la situazione sia migliorata dopo l'acquisizione di Mondadori, soprattutto grazie alla sistemazione del sistema di feedback da Anobii a Facebook e Twitter per la condivisione di contenuti.
Su Anobii gli utenti hanno la possibilità di registrare qualsiasi volume nella propria libreria o nella propria lista desideri a partire o da un sistema di ricerca interno o a partire dal suo codice ISBN (dall'app con una scansione del codice dalla copertina). Ogni libro può poi essere classificato per stato di lettura (non iniziato, in lettura, finito, da consultazione), genere, modalità di acquisizione (lo avete comprato o preso in prestito da un amico?). Inoltre, possono essere aggiunte citazioni e recensioni. Il dialogo tra i readers avviene sia in contatto diretto (un commento ad una recensione, un post sulla bacheca o in privato) sia tramite gruppi di lettura digitali, che spesso sono anche un punto di scambio libri o fanno riferimento a blog esterni ad Anobii.
Se Mondadori ha acquisito Anobii, Amazon ha invece messo le mani nel 2013 su un altro social dedicato ai libri: Goodreads, che a differenza del primo non ha subito danni d'immagine da bug che lo rendevano poco pratico, ma in compenso ha registrato non poche critiche per alcuni atteggiamenti poco corretti da parte degli utenti che nelle recensioni sfociavano spesso in attacchi personali nei confronti degli autori.
Il funzionamento di Goodreads è molto simile a quello di Anobii per quanto riguarda l'inserimento tramite codice ISBN, ma a differenza del concorrente ha dimostrato una maggiore e più tempisticamente coerente vocazione social e mobile. Inoltre, si stacca un po' dal classico formato libreria/community letteraria grazie a strumenti di interazione come sondaggi e quiz.
Molto più recente è Litsy, un'applicazione nata nel 2015, che nella presentazione sul proprio sito si rivolge proprio ai bookhaolics digitali: "we aim to help you connect with bookish friends new and old, and find the books you never knew you were missing", così come il loro motto "where books make friends". Litsy è sicuramente più giovane e meno conosciuta, ma anche più fresca nella grafica, nell'approccio e nello stile: ispirandosi a Twitter, infatti, impone il limite di 300 caratteri da rispettare per condividere citazioni, recensioni, commenti cui è anche possibile allegare un'immagine.
Insomma, è cambiato il modo di leggere e il modo di condividere questa passione. I grandi editori o distributori, che hanno ben capito il potenziale di queste app, sono i nuovi anfitrioni di questi salotti letterari online, ma a loro si aggregano, in nome di una democrazia tutta tipica dell'era di internet, startuppers come quelli che hanno realizzato la neonata Litsy. E i lettori continuano a fare quello che hanno sempre fatto: leggere, infervorarsi in discussioni, scambiarsi opinioni e suggerimenti di lettura...muovendosi sul wifi, piuttosto che in carrozza per incontrarsi.
Articolo di Angela Politi