Largo ai BookTubers: da amateurs a influencers
Il fenomeno mondiale dei vlogger che parlano di libri.
Ne abbiamo già parlato nelle scorse settimane: internet è diventato per i bookaholics il canale ideale per comunicare con persone che condividono la stessa passione e che spesso vivono in altre città, regioni o continenti. Community di lettori ce ne sono tante e diverse, spesso frequentate dagli stessi utenti, che in molti casi dichiarano di aver trovato su internet una cerchia di amici con cui condividere interessi dopo anni di "isolamento intellettuale", se così vogliamo definirlo.
Una di queste realtà di aggregazione virtuale è quella creatasi attorno all'universo dei "BookTubers", la versione 3.0 dei blogger che recensiscono libri e, in alcuni casi, l'evoluzione degli stessi, che gestiscono contemporaneamente e in modo complementare blog su piattaforme come wordpress o blogspot e canali Youtube su cui postano videorecensioni.
Il fenomeno nato qualche anno fa e sempre in crescita, di pari passo con quello dei vlogger che mettono online recensioni di videogames o smartphone, ha conquistato un certo pubblico entusiasta anche in Italia.
I lettori 2.0 seguono, senza fare distinzioni, booktuber italiani, ma anche inglesi, americani o francesi, a dimostrazione del fatto che la barriera linguistica è un ostacolo quasi isesistente nel 2016, soprattutto tra i più giovani.
Qualcuno lamenta l'eccessiva positività delle recensioni negli States (dove spesso i booktubers non solo ricevono gratuitamente libri dalle case editrici, ma vengono anche pagati per recensirli), altri ritengono che quelli italiani siano spesso "inefficaci" e poco validi, nonché poco attenti a generi di nicchia. Il flame sull'argomento è lungo e soggetto a opinioni parziali, certo è che, leggendo gli interventi sui diversi forum dedicati all'argomento, le loro voci vengano ascoltate e apprezzate: tanti ammettono di aver scoperto libri che altrimenti sarebbero passati inosservati nel marasma della libreria di fiducia con la loro copertina anonima e una quarta non tanto accattivante, altri scrivono che alcuni booktubers siano diventati un punto di riferimento non solo per farsi un'opinione sui libri in uscita e aggiornare la propria "lista dei desideri", ma anche per discutere, attraverso i commenti al video, di quei libri.
Per questo, si potrebbe osservare, esistevano già i blog o siti come Anobii, tuttavia il canale youtube permette, in termini spiccioli, di "metterci la faccia" e personalizzare il rapporto tra gli interlocutori, che riacquista così una dimensione umana, nonostante il mezzo resti quello digitale.
In Italia la booktuber più nota è probabilmente Ilenia Zodiaco che conta 19.370 follower e 1.804.850 visualizzazioni in 5 anni. Come molti altri booktubers scrive anche su un blog ("Con amore e squallore") e da vera book addicted bazzica su tutte le piattaforme del caso da "Goodreads" ad "Anobii". Da "aspirante youtuber" spera un giorno di poter lavorare nel mondo dell'editoria.
Di nomi ce ne sono però tanti altri e non da meno. Una classifica (sulla base della visibilità e non dei contenuti) l'ha fatta il blog "il mercante dei libri" alla fine del 2015. Vi ritroviamo nomi che sono sicuramente familiari per chi frequenta questo genere di community. Tra questi "Le pagine di Leda", al secolo Leda Muraro, che è anche una scrittrice (nel 2011 ha infatti pubblicato "Il riflesso dell'anima") e Sara Boero, che ha iniziato a pubblicare romanzi a soli sedici anni e ha titoli con case editrici come Piemme Edizioni e Salani. Attualmente gestisce oltre al canale youtube anche un sito personale e una pagina Facebook "Booktubers italiani", un progetto che mira a creare una community unitaria di tutti gli youtuber che realizzano videorecensioni.
I booktubers diventano poi spesso, quando raggiungono un certo pubblico, degli influencers che forse non avranno competenze tecniche e preparazione dei critici di mestiere, ma hanno una loro indubbia efficacia. Lo hanno ben capito molte case editrici che infatti li contattano e inviano loro anteprime dei libri in uscita affinché li recensiscano. Negli States il fenomeno ha avuto un seguito tale che spesso quello dello booktuber da hobby si è trasformato in una vera e propria professione.
Questa situazione ha i suoi pro e i suoi contro, tanto più quando nel pubblico si insinua il sospetto che la recensione perda di imparzialità o quando, come fa notare qualche scrittore, si rischia di vivere in un mondo al contrario, dove è l'autore a pagare affiché qualcuno legga i suoi libri.
Angela Politi