ESSERE GIOVANI A MODENA Vista della “Periferia”
Il racconto di Evelina e Franco del progetto Infobus
Sono le ore 16:30, il cielo è plumbeo e annuncia un bel temporale tuttavia rileviamo fiduciosi il camper per andare a incontrare i ragazzi nei loro luoghi di aggregazione. Ci interessa farci raccontare, in modo informale, esigenze, problematiche, conflitti, i rapporti con alcool e droghe e tutto ciò che ruota intorno al loro universo secondo il punto di vista del “branco”. A nostra volta possiamo informare sui servizi, progetti e opportunità che la città offre ai giovani.
Ci dirigiamo in primo luogo verso il Parco San Giovanni in Bosco, che ci è stato segnalato in quanto teatro, a volte di conflitti tra gruppi di giovani e il vicinato. Sembra però che il tempismo non sia dalla nostra parte: nel parco troviamo soltanto madri con i bambini dediti a giocare e gruppetti di anziani seduti sulle panchine. Facciamo il giro del circondario e decidiamo di cambiare location. Su via Divisione Acqui ci sono un paio di parchi solitamente piuttosto frequentati quindi contiamo di intercettare qualche gruppo di giovani. Ci balza lo sguardo sul parco Berlinguer, meglio noto tra i ragazzi come “parco della carrucola”. Parcheggiamo, ci guardiamo intorno e dopo un po' ci imbattiamo in cinque ragazze che stanno parlottando tra loro.
Dopo esserci presentati e aver rotto il ghiaccio con qualche battuta riusciamo ad ottenere la loro fiducia, ci accomodiamo su alcune panchine e iniziamo a parlare: tre di loro sono molto loquaci, le restanti due parlano a malapena forse per timidezza o forse perché non molto interessate alla conversazione .... Come ci rivelano loro stesse, non sono un gruppo “convenzionale”; cambiano spesso compagnia o si aggregano a compagnie esistenti in base a chi incontrano durante la giornata o al programma della serata. Nonostante ciò la chiacchierata si rivela ugualmente interessante per comprendere il punto di vista di chi, per scelta personale o altri fattori concomitanti, non si riconosce in un'aggregazione definita e stabile. Hanno un'età compresa tra i 12 e i 16 anni. Le ragazze più grandi, chiacchierone e disinvolte rispetto alle loro amiche più piccole, ci raccontano come trascorrono il tempo libero e quali posti frequentano e, a loro dire, la città non offre molti diversivi. In inverno la meta più gettonata del sabato sera è il cinema, ma non per guardare un film quanto piuttosto per incontrarsi con gli amici, mentre durante l'estate preferiscono ritrovarsi al Disco Pub del Parco Novi Sad. I pomeriggi invece, sia d'estate che di inverno sono per lo più dedicati alle “vasche” in centro. Come tutte le ragazze della loro età l'argomento preferito su cui spettegolare sono i ragazzi, le relazioni amorose e i social network: chi posta cosa, quando e con chi su Ask e Facebook. Ci hanno raccontato quanto sia difficile essere ragazze poco popolari in un contesto in cui apparire ed esser considerati più “fighi” è la chiave di accesso alle relazioni e alle amicizie. Ci hanno raccontato anche quanto sia difficile entrar a far parte di un gruppo e superare la “concorrenza” e la diffidenza dei membri femminili preesistenti: “Le ragazze sono false: quando sei con loro ti fanno i bei sorrisi chiamandoti “gioia, tesoro... ma appena ti giri sparlano di te e fanno di tutto per escluderti dal gruppo”.
Sono ragazze consapevoli e moderate la cui più grande trasgressione è stata bere qualche sorso di birra al limone di nascosto dai genitori o aver sporcato con le mani la vetrata del proprio condominio suscitando l'ira dell'amministratore o “capo” come lo chiamerebbero loro.
Visto il clima disteso che si è creato, chiediamo se il consumo di sostanze illegali come le droghe è un tema che viene affrontato tra di loro. Ci raccontano allora di alcuni amici che hanno allontanato poiché l'uso di sostanze stupefacenti li aveva cambiati e resi più irrequieti.
Il consumo di sostanze psicoattive si pone all'attenzione dei ragazzi e su questo continueremo a confrontarci con i ragazzi nelle prossime uscite per capirne di più e, per quanto possibile, per essere di supporto ai gruppi.
Ci congediamo dalle ragazze, soddisfatti per l'accoglienza che abbiamo avuto e con l'intenzione di fare conoscere questo punto di vista “periferico” sicuramente utile e interessante.
Articolo di Evelina Mastropaolo e Franco Mazzotti (Cooperativa sociale Il Girasole)