[ESSERE GIOVANI A MODENA] UN'OASI URBANA CHIAMATA TORRENOVA
L'ultimo weekend prima dell'inizio della scuola per una compagnia del quartiere
Avete presente il Torranova, nel quartiere Crocetta? Imboccata la Nonantolana lo si trova sulla sinistra. Dalla strada sembra più che altro un piccolo complesso commerciale, che ospita tra le altre cose la sede del Quartiere e l'ambulatorio di riferimento dell'AUSL in cui i bambini vanno a fare le vaccinazioni. Da fuori non si immagina che oltre questo piccolo crocevia di negozi e servizi, ci sia una specie di oasi – che ricorda certe zone residenziali made in USA, fatte di villette a schiera tutte uguali, campetti sportivi e vie tranquille – racchiusa da collinette che la separano dalla tangenziale: una specie di piccola valle artificiale tra le arterie del traffico.
Come nelle altre, numerose, aree residenziali periferiche di Modena edificate in tempi relativamente recenti, qui abitano molte famiglie con bambini e ragazzi che in questo contesto protetto si ritrovano in strada insieme agli amici. Non c'è estate in cui, addentrandosi in questa piccola oasi urbana, InfoBus non si imbatta in un fitto tessuto di compagnie di adolescenti e preadolescenti, diversi per età e caratteristiche: qualche anno fa abbiamo incontrato un gruppo di ragazzi, all'epoca prossimi alla maggior età, che avevano eletto come punto di ritrovo uno spazio verde a ridosso della tangenziale, occupata da un tratto di ferrovia locale ormai dismesso, in cui gli anziani avevano costruito un campo da bocce e una tettoia con panchine. Tutti studenti di belle speranze con famiglie benestanti alle spalle, avevano espresso, seppur in modo eloquente e diplomatico, il proprio fermo disappunto per la presenza di migranti, in Italia e all'interno del quartiere; un paio di loro, mossi da questa convinzione, avevano iniziato a militare in partiti politici d'estrema destra. Poco distante da lì, quella stessa estate, avevamo conosciuto “l'altra parte”: un numeroso gruppo di ragazzi che all'epoca frequentavano le scuole medie, tutti di origine straniera o meridionale. Giocavano rumorosamente nei pressi del campo da calcio, puntualmente ai ferri corti con il vicinato che li minacciava quotidianamente dalla finestra di casa per via del chiasso, arrivando talvolta a chiamare le forze dell'ordine; avevano persino proibito loro di sedersi la sera intorno all'unico tavolo illuminato presente in zona, di proprietà condominiale. I ragazzi, per tutta risposta, rilanciavano istintivamente con fragorose ingiurie. Da lì a poco l'escalation fu fermata grazie all'intervento di mediatori del conflitto del Punto d'Accordo del Comune. Qualche anno dopo, su una collinetta non lontana dal campo da calcio, abbiamo rincontrato quegli stessi ragazzi, meno numerosi e ormai cresciuti, e ci hanno spiegato qualcosa in più sul loro punto di vista, sui loro interessi e sulle loro aspirazioni, su come ci si sente a vivere in una città benestante, in cui tuttavia la crisi taglia le gambe a chi benestante non é (ne abbiamo parlato qui http://www.stradanove.net/speciali/essere-giovani-a-modena/essere-giovani-a-modena-il-bello-del-flow).
Anche nell'estate appena finita siamo tornati al Torrenova e abbiamo incontrato una nuova compagnia di ragazzi, sul muretto a fianco di un parcheggio, con i loro motorini e le loro bici; c'era anche una minicar. Erano indaffarati nell'organizzazione del week end in montagna, a casa di un amico: l'ultima festa prima dell'inizio della scuola. Abitano tutti in zona e si conoscono da sempre; hanno tra i 16 e i 18 anni, quasi tutti studiano, qualcuno lavora. Non avevano tanta voglia di avventurarsi in discussioni profonde; quando abbiamo chiesto “cosa rende il vostro gruppo diverso dagli altri?” sono scoppiati a ridere, un po' disorientati: il gruppo è il gruppo e basta, è questo piuttosto che un altro perché qui ci sono persone con cui ci si trova bene. Tutto qui. Qualcosa che sta loro a cuore segnalare però c'è: il campo da calcio del Torrenova è in rovina. Uno di loro ci invita a seguirlo, ci accompagna all'interno: le porte sono sfasciate, la rete non c'è più da tempo e il terreno di gioco sembra una pista da rally. “Ci sono talmente tante buche che si rischia continuamente di farsi male – dice il ragazzo – ed è sempre pieno cartacce; c'è qualcuno che viene qui e mangiare e bere e lascia i rifiuti per terra. Poi dicono che noi ragazzi diamo fastidio e sporchiamo...”. Insieme ai ragazzi, documentiamo il tutto con una serie di scatti fotografici che segnaliamo all'Amministrazione comunale.
La testimonianza del gruppo è stata raccolta dagli operatori del progetto Infobus: Eva Ferri, Isacco Franzoni, Fabiana Fuoco
Testo a cura di Eva Ferri