[ESSERE GIOVANI A MODENA] INCONTRARSI TUTTI I GIORNI
Una compagnia di Villanova si racconta
Avevamo promesso di tornare e loro si ricordavano. Inizialmente avevamo incontrato, un pomeriggio, due ragazze e due ragazzi seduti a chiacchierare fuori dal bar della polisportiva di Villanova. Avevamo proposto loro l'intervista ma ci avevano chiesto di tornare di sera, dopo cena, perché, come tutti i giorni a quell'ora, avremmo potuto trovare la compagnia al completo.
Siamo qui, ore 21:30, con una ventina di giovani tra i 19 e i 21 anni, che ridono e scherzano tra di loro. Si conoscono da sempre, a parte qualche eccezione, perché hanno sempre vissuto in quella frazione e hanno frequentato le stesse scuole elementari e medie. Perciò, per loro, è quasi scontata l'abitudine a ritrovarsi lì, seduti fuori dal bar, tanto che è per tutti come una “seconda casa” e per qualcuno addirittura “la prima”, come ci dicono ridendo. Il gruppo per loro è quel contesto in cui puoi distrarti dai problemi lavorativi o familiari scherzando e ridendo insieme, ma per molti c'è anche una dimensione più intima con qualcuno in particolare, a cui confidare e con cui confrontarsi su temi più personali.
C'è chi studia all'università, una ragazza sta finendo le superiori, alcuni lavorano, altri sono in cerca di un'occupazione. Quando pronunciamo la parola <lavoro> due o tre “fanno un salto” e capiamo che è un tasto dolente. Ci spiegano che lavorano ma che sono insoddisfatti, perché non si trovano bene e perché guadagnando 800 euro per lavorare 40 ore a settimana e: “Come si fa a pensare di mettere su famiglia?” ci domanda una ragazza.
Le passioni comuni sono lo sport (una partita di calcetto o di beach volley ogni tanto) e per alcuni la musica hip hop. Ma ciò che trovano più bello è che trovi sempre qualcuno, fuori dal “loro” bar, con cui parlare. A parte questo sono tutti d'accordo sul fatto che Villanova sia un posto “spento”, che offre attività e occasioni sono per anziani (ci raccontano dello sfavillante campo di bocce) e bambini più o meno grandi, dimenticandosi totalmente della loro fascia di età: i giovani. Ci raccontano di cosa non piace del posto in cui vivono, del parchetto della stazione di quattro ville, recentemente costruito e lasciato in stato di semi-abbandono e della mancanza delle linee dell'ADSL, del fatto che si devono spostare per qualsiasi cosa la sera: per fare bancomat o per raggiungere il rivenditore automatico di tabacchi. Molti sono preoccupati e non si sentono sicuri perché avvengono molti furti nella frazione e, a chi hanno rubato al vicino, a chi è accaduto personalmente, si sentono poco sicuri a casa.
Sono la minoranza quelli che pensano di spostarsi da Modena, la maggioranza vorrebbe rimanere e spera di non essere obbligata, magari per ragioni lavorative, a spostarsi. Chi sogna d'andarsene pensa: “fare le rimpatriate una volta ogni tanto è più bello che vedersi tutti i giorni”.
La testimonianza del gruppo è stata raccolta dagli operatori del progetto Infobus: Eva Ferri, Isacco Franzoni, Fabiana Fuoco
Testo a cura di Isacco Franzoni