ESSERE GIOVANI A MODENA: HIPSTER!

La controtendenza come atteggiamento critico nei confronti della comunità: dall'economia alla musica

ESSERE GIOVANI A MODENA: HIPSTER!

Siamo alla fine della stagione estiva, è una delle ultime uscite di Infobus, ed abbiamo la sensazione di aver già esplorato ogni parco, ogni polisportiva, ogni quartiere, insomma di aver incontrato tutti i giovani che abitualmente si trovano all'aria aperta: ci sbagliamo. Siamo sul camper di Infobus all'incrocio tra via San Cataldo e Strada Nazionale per Carpi e stavamo andando in direzione Madonnina quando, improvvisamente, cambiamo programma e decidiamo di svoltare in via Fabrizio de Andrè, quasi guidati da un'intuizione, dal “sesto senso”. Qui inizia una zona residenziale caratterizzata da lunghe file di case a schiera e numerose zone verdi tra di esse. Parcheggiamo e ci addentriamo a piedi nella geometrica e da noi inesplorata rete di stradine pedonali che attraversano l'area abitativa. Arrivati a un punto dove non si può proseguire oltre -il confine è segnato da un fiume- scorgiamo, alla nostra destra, il classico tavolo con panchine occupato da 4 giovani.

Si tratta di 4 universitari: 2 maschi e 2 femmine di 22 anni circa. Un ragazzo frequenta l’università di Scienze della Comunicazione a Reggio Emilia, l’altro l’università di marketing internazionale a Modena. Una ragazza frequenta Farmacia a Modena, l’altra Psicologia a Parma. Tutti però abitano a Modena e chi di loro fa l'università in un altra città si sposta ogni giorno in treno, per frequentare. Questi quotidiani spostamenti sono faticosi e forse ancora più pesante è conoscere i compagni/e che vivono lì e non poterli frequentare la sera, uscire assieme a loro.

Si conoscono da quando sono piccoli e si incontrano un po' per abitudine, per chiacchierare, e amano andare a ballare e a cena fuori insieme. Nel week-end escono spesso nelle discoteche modenesi ma criticano l'assenza di varietà musicale: sempre musica commerciale e a parte poche serate: niente di “hipster”! Questo termine ormai entrato nello slang giovanile significa “controtendenza” ed è legato a un particolare stile di vestire e alla musica. Lamentano l’assenza di locali dove ballare/ascoltare musica hip hop, genere musicale largamente diffuso e amato, o di spazi dove i giovani possano essere protagonisti. Si spostano perciò, a volte, a Bologna dove ci sono locali che fanno più al caso loro e dove possono conoscere gente nuova.

In centro storico hanno notato la chiusura di molti piccoli negozi a favore dell’apertura di grandi catene e questo li intristisce. Criticano la situazione dei viali dove, al contrario, l’anno scorso era possibile passare una serata piacevole in uno dei tanti piccoli locali.

La loro preoccupazione per il futuro è di natura formativa, il ragazzo di Scienze della Comunicazione all’ultimo anno non sa se continuare la specialistica e quale scegliere. La ragazza di Psicologia pensa di cambiare città e continuare la specialistica a Firenze perché non soddisfatta dell’università di Parma. La ragazza che frequenta l’università di Farmacia non sembra contenta della sua scelta, ma vuole continuare perché pensa che poi troverà facilmente lavoro ed è decisa a rimanere a Modena, perché figlia di genitori che si sono spostati dal paese/città di origine e che le hanno sempre raccontato della difficoltà di vivere lontano dalla famiglia. I ragazzi sognano chi di spostarsi in un'altra città italiana, chi di andare all'estero e parlano, con emozione, della possibilità di andare a Londra a trovare un amico che si è trasferito: sarebbe bello fare anche solo un'esperienza di un anno o due, imparare una lingua straniera, viaggiare, perché sono convinti che questo “apra la mente”.

La testimonianza del gruppo è stata raccolta dagli operatori del progetto Infobus: Eva Ferri, Isacco Franzoni, Fabiana Fuoco.Testo a cura di Isacco Franzoni