IL RITORNO DI CLAUDIO VERGNANI
Dopo la trilogia vampirica, l’autore modenese torna con due romanzi nuovi di zecca: un horror pieno di zombi e un thriller con protagonista l’indimenticabile Vergy
Che Claudio Vergnani fosse un personaggio degno di nota lo si intuiva dalla sua breve biografia apparsa sui primi volumi targati Gargoyle.
Ne riporto alcuni passi tanto per rendere l'idea: "Allontanato dai Vigili del Fuoco, dopo una breve e burrascosa parentesi militare ai tempi del primo conflitto in Libano, sbarca il lunario passando da un mestiere all’altro, portandosi dietro una radicata avversione per il lavoro. Dalle palestre di bodybuilding alle ditte di trasporti, alle agenzie di pubblicità, alle cooperative sociali, perso nei ruoli più disparati ma sempre in fuga da obblighi e seccature".
Ecco, il personaggio é questo. Nella biografia non c'é scritto che scrive da Dio e che ha rinnovato - sta rinnovando - il genere horror in Italia, ma potete fidarvi di me. È così.
Dopo la conclusione (e vi assicuro che parlo di conclusione con un pizzico di malinconia...) della sua enorme (qualitativamente) trilogia vampiresca ("Il 18° Vampiro", "Il 36° Giusto" e "L'ora più buia"), del buon Vergnani non si sente più parlare. O, meglio, se ne parla tanto ma sono voci di corridoio o leggende metropolitane.
Sta scrivendo racconti per un'antologia, i suoi libri diventeranno fumetti, vuole abbandonare il genere che l'ha fatto conoscere e provare altre strade, si é ritirato sull'Appennino modenese e sta lavorando su più romanzi.
Poi, dal nulla, ecco comparire due nuovi lavori. "I vivi i morti e gli altri", targato Gargoyle, da 21 marzo nelle librerie, e "Per ironia della morte", in uscita per Nero Press.
Queste le trame dei due romanzi, tanto per ingolosire i fan.
"I vivi i morti e gli altri"
Che la morte sia “per sempre” è l’unica certezza data agli esseri umani. Ma quando i cadaveri escono dalle loro tombe e invadono le città, quando gli zombi divorano gli umani trasformandoli a loro volta in feroci e orrende creature, quando la disperazione e il terrore prendono il sopravvento, allora anche quest’unica certezza crolla.
Oprandi, ex militare di mezza età, stanco dalla vita e alcolizzato, senza certezze né speranze, viene assoldato per dare la morte definitiva a coloro che, nel pieno dell’Apocalisse, si sono risvegliati dal sonno eterno e premono per uscire dai loro sepolcri. Vorrebbe rifiutarsi, lasciare tutto e fuggire lontano, ma come?
"Per ironia della morte"
Inizio del nuovo millennio, un Vergy di dieci anni più giovane si trova a vivere una singolare avventura tra le calli di una Venezia cupa e minacciosa come non mai. Una fuga da mostri e nemici che non hanno nulla a che fare con le forze sovrannaturali che il nostro protagonista ha dovuto affrontare nei romanzi Il 18° vampiro, Il 36° giusto e L’ora più buia. Qui il pericolo è reale, umano, fatto di sicari spietati e assassini senza coscienza.
Nell'attesa di gustarceli e scriverne, abbiamo contattato Claudio e gli abbiamo fatto qualche domanda. Ripromettendoci di risentirlo a breve - una volta letti i libri - per un'intervista più corposa.
Coi tuoi tre primi romanzi hai portato novità nel campo dei vampiri e dei cacciatori di vampiri. Ora con "I vivi i morti e gli altri" sei passato agli zombi. Ci attendono sorprese rispetto all'iconografia tradizionale?
Una delle mie idee di base, quando scrivo all'interno di un "genere" , quale che sia detto genere, è di non stravolgerne l'iconografia classica ma nello stesso tempo di introdurvi nuovi aspetti o nuovi elementi.Credo che scrivere di figure ormai archetipe, come appunto gli zombi, sia come raccogliere un testimone da coloro i quali ce li hanno consegnati con le caratteristiche che conosciamo. E avere in mano un testimone significa che ora tocca a te percorrere un nuovo tratto di strada.
In sintesi, dunque, amore e rispetto per il classico, ma anche il desiderio/dovere di aggiungere qualche mattoncino in più alla costruzione di un tema il cui percorso è ancora ben lontano dall'essere concluso.
Anche in questo romanzo il tema del viaggio ha un ruolo significativo. Cosa significa per te - e per i tuoi eroi - viaggiare?
Il viaggio è metafora di crescita e di raggiungimento di consapevolezza. Non solo questo, naturalmente, ma anche questo. La sfida (o se si preferisce l'obiettivo) era quella di scrivere al tempo stesso un horror - rispettandone fedelmente le caratteristiche- e un romanzo intimista, realistico, in cui gli aspetti riflessivi possano "prendere" il lettore almeno quanto lo prenderanno quelli avventurosi, tragici e "spaventosi". Naturalmente occorre un lettore disposto a fare assieme al protagonista il suo stesso percorso, tutt'altro che facile, per inciso. Ma se lo farà credo che sarà ripagato da un romanzo decisamente unico nel suo genere, e divertente anche.
Vergy (la spalla, o, meglio, il coprotagonista, della trilogia vampiresca modenese) é un personaggio rimasto nel cuore di molti. È ora é protagonista di "Per ironia della morte", in cui lo vediamo in azione con una decina di anni in meno. Sarà sempre il solito incredibile personaggio fuori dagli schemi e dalle regole o in gioventù era un ‘bravo ragazzo’?
Nella trilogia che inizia con Il 18° vampiro - che ha visto lo scorso mese la sua ristampa in pocket - vediamo un uomo forte,sguaiato, spesso volgare, ma anche profondamente ironico e intelligente. Un uomo - come è stato detto da molti - che tutti vorremmo come amico. Per Ironia della Morte ci presenta invece un Vergy più giovane, appena tornato dall'Africa - dove, in veste di mercenario, ha commesso qualcosa di ... non propriamente corretto - e decisamente provato da un forte stress post traumatico che ne condiziona l'umore, i sentimenti e quindi le azioni. Un Vergy nello stesso tempo più fresco e brioso ma anche mortalmente pericoloso.
Anche qui, come per l'horror, mi sono divertito a costruire un thriller che avesse in sé solidi e comprovati elementi del genere ma che fosse nel contempo una rivisitazione della letteratura cosiddetta gialla. Dall'hard boiled Chandleriano alla letteratura d'appendice francese, passando per il James Bond di Fleming (non dei film!) per i racconti di Arsene Lupin (anche qui quello letterario) a quelli di Rocambole, ai film di spionaggio americani degli anni sessanta, con un pizzico di determinati ingredienti di Segretissimo. Tutto ciò non scordando mai di permettere a Vergy di riflettere - pur nel suo modo ironico e sapido - sulla vita e sulla morte, sul senso di giustizia e dovere, sulla enorme difficoltà di rimanere fedeli a sé stessi anche quando intorno tutto ci crolla addosso e il terrore ci paralizza.
Le regole per scrive un buon thriller?
Ce ne sono tante, a seconda dei presupposti dell'autore. Il trucco è scordarle tutte. La letteratura è un percorso umano che dura dacché i primi uomini delle caverne hanno iniziato a sgorbiare le pareti delle loro caverne, e certo non è ancora finito. Io sono un lettore prima ancora di uno scrittore. Sono mosso dall'amore per i testi che ho letto nel corso della mia vita. L'unica regola generale che posso darmi è di amare ciò che è stato scritto e di conseguenza ciò che scrivo.
La tentazione di chiederti se ci sarà un nuovo capitolo dei tuoi disperati ammazzavampiri è forte ma provo a resistere e passo avanti. Anche se rimango piú o meno lí... Mi pare di aver visto in rete la copertina di un fumetto ispirato al “18° vampiro”. Avevo bevuto più del solito quella sera o c'é del vero? E poi c'era anche un cortometraggio in ballo se non sbaglio. Ce ne parli (e, aggiungo, si può vedere da qualche parte)?
Il fumetto è l'omaggio di un fan parecchio talentuoso, Andrea Rizzi, un omaggio molto gradito.
Il cortometraggio - che sarà poi un mediometraggio - verrà proiettato assieme ad altri corti e mediometraggi al Multisala Victoria di Modena, tra pochi mesi. Sarà una serata interessante, perchè darà anche modo agli spettatori di scambiare opinioni (se lo vorranno) non solo con me ma anche con Piernicola Arena, il regista del mediometraggio, con Luca Toni che ha curato le bellissime musiche e ha dato una mano con la sceneggiatura, con Calogero "Lillo Venezia" che ha invece diretto il teaser de L'ora più buia e con il mefistofelico Stefano "Belloi" Bergonzini che si è fatto un culo tanto per occuparsi degli effetti speciali di entrambi..
Torneranno i personaggi della trilogia vampirica? Per conto mio lo spero. Io li sto già aspettando. Anche loro devono avere il tempo e l'opportunità di portare a compimento il proprio percorso.