NEFFA

Quattro chiacchiere con il cantantante de ‘Il mondo nuovo’. Un tuffo nei ricordi sino… ‘alla fine della notte’

NEFFA

(06/10/2006) Neffa è un artista molto interessante. Molto originale. E' da poco uscito “Alla fine della notte”, il suo ultimo lavoro. Con il primo singolo estratto dall’album “Il mondo nuovo” è in cima alle classifiche. Ha alle spalle molto hip-hop underground e sta già lavorando ad altre canzoni. Lo abbiamo intervistato per parlare del suo ultimo album e per fare un tuffo nel passato.

Iniziamo subito parlando del tuo nuovo disco, “Alla fine della notte”. Com’è nato questo titolo?
   Dal fatto che la frase compare nella canzone “Il mondo nuovo” e ho notato che quasi tutte le canzoni sono ambientate nella sera/notte/alba.

Come è stato il lavoro sulle dodici tracce? Avevi già tutto in testa o in studio sono saltate fuori delle belle novità?    No, questa volta ho lavorato in tempi abbastanza serrati e le canzoni erano più o meno già pronte. L'unica che ho registrato totalmente fuori da casa mia è stata “Luna nuova”, che avevo scritto nell'estate 2005, ma non pensavo che sarebbe finita sul cd.

Tra i pezzi del nuovo album c’è una canzone in particolare di cui ci vuoi parlare?    Voglio solo dire che “Il mondo nuovo” l'ho scritta a cavallo dei giorni del mio compleanno e ho pensato che forse la musica ha voluto farmi un regalo. O chissà, forse me l'ha mandata mio padre, che da qualche anno non c'è più.

Facciamo un piccolo passo indietro. Che musica ascoltava Giovanni da ragazzo?
   Veramente di tutto. Ero una spugna! Comunque da piccolissimo sentivo il pop italiano, poi Bennato, Pino Daniele, il film Blues Brothers, l'Hard Rock ecc. ecc.

Quali sono gli artisti che consideri i tuoi maestri e cosa ti hanno insegnato?    Penso Stevie Wonder. Pino Daniele per quanto riguarda la musica italiana.
Mi hanno insegnato quanto faccia sentire bene la musica col sole e la tristezza dentro. Però mi è capitato di amare moltissimo anche la musica più "scura" come, per esempio, i Doors.

Quanto ti è rimasto delle tue esperienze nell’underground?
   Moltissimo, anche se rimpiango di non essere un cultore dei feticci del passato come le foto o i diari. Perché, fra le migliaia di posti e persone, molti si sono persi nell'oblio.

Ti senti di dare qualche consiglio ai giovani che vogliono intraprendere la strada della musica?    Non contare su nessuno e considerare la musica un dono divino che va trattato con rispetto e non come un rubinetto... poi ci sono quelli a cui l'arte non interessa e che vogliono solo diventare famosi. Con questi non tratto.

Della nuova scena hip-hop chi ti piace?
   Mi piace ALEA una ragazzina che rappa solo in napoletano. Le ho fatto da poco un remix in cui canto un ritornello in napoletano, che è anche la mia lingua di origine.

Il tuo singolo “ Il mondo nuovo” si è confermato per la settima settimana di fila come il più trasmesso in radio. Un bella soddisfazione…
   La soddisfazione per me è quando un mio pezzo entra a fare parte della vita e dei ricordi di qualcuno.
Probabilmente questa canzone è stata molto richiesta dalla gente a casa e, in questo senso, sono molto soddisfatto.

Stai già lavorando a qualche nuova canzone?    Io di solito non smetto mai di scrivere, perché cerco di lasciare uscire la musica da sola, senza darmi dei tempi e degli spazi per scrivere.