VALERIO GILIOLI

Tra la cattedra e il palcoscenico: incontro con Valerio, insegnante, gestore del locale modenese Off e musicista

VALERIO GILIOLI

Valerio Gilioli, classe 1980, insegnante, gestore del locale modenese Off, musicista. Addosso, una certa dose di sonno arretrato da recuperare...

La tua professione “ufficiale” è quella di insegnante, ma una volta chiuso il registro di classe sappiamo che se ne apre un altro. Sì, la mia occupazione principale è fare l'insegnante, anche se, in perfetto stile italiano, dopo dodici anni sono ancora un precario in cerca di impiego. Insegnare è un lavoro che amo molto anche se si coniuga difficilmente con il mio impegno di gestore del locale Off, più che altro per questione di orari: la scuola comincia presto al mattino e l'Off chiude sempre tardi alla sera...

Da sempre nutri una grande passione per la musica, sia come ascoltatore che come musicista, che ti ha portato a gestire un locale che è diventato un punto di riferimento per la musica live nella provincia di Modena e non solo... La gestione dell'Off è figlia di un una serie di esperienze maturate nel mondo della musica a partire dal 2000: all'epoca suonavo nei No Code (Pearl Jam tribute), cosa che mi ha permesso di girare per locali un po' in tutta Italia e che riusciva a mantenere economicamente sia me che il gruppo, con cui componevamo brani originali, i Cenere e successivamente gli Amélie. L'esigenza di crescere all'interno dell'ambiente musicale mi ha portato a frequentare due corsi presso Centro Musica di Modena, Fronte del palco e Rock Impresa: se il primo di questi due corsi mi ha permesso di entrare in contatto e lavorare con importanti musicisti e produttori della scena indipendente italiana, il secondo mi ha permesso di rendere professionale il mio approccio "manageriale" alla musica. Dapprima ho fondato la Lukin Promotion con cui mi sono occupato di booking, organizzazione di eventi e corsi legati alla musica, e poi l'Off, che si è rivelata una bellissima occasione per mettermi a confronto con un'ennesimo lato del music business.

L'Off è nato come contenitore in grado di ospitare molte tipologie di serata, dall'elettronica all'HipHop ai cantautori, anche se a farla da padrona è il rock. Quali sono le serate più importanti che in questi anni avete promosso e ospitato? Per citare un paio di episodi importanti sicuramente siamo stati molto orgogliosi di ospitare un sacco di anteprime di tour (Marta sui Tubi, Calibro 35, Dente, Bugo e altri) e aver realizzato recentemente “Io non tremo”, una serata di beneficenza per le popolazioni terremotate, grazie alla quale siamo riusciti, con l'aiuto di molti artisti legati all'Off, a raccogliere oltre 10.500 euro in una sera. Di band fortunatamente ne abbiamo ospitate tante e con la maggior parte teniamo un bel rapporto anche al di fuori dell'ambito lavorativo quindi se proprio devo citarne alcune direi Calibro 35, Dente, Offlaga Disco Pax e gli Ex Otago (ovviamente sto facendo uno sforzo incredibile a non elencartele tutti).

In quattro anni di gestione dell'Off, hai vissuto un sacco di esperienze, dalle prime difficoltà dettate dall'inesperienza nella gestione di un locale alle grandi soddisfazioni di vedere in un piccolo club di provincia molti tra i più importanti artisti italiani indipendenti: che bilancio fai, oggi, di questa esperienza che è ancora in divenire? Fare un bilancio di questa esperienza non è così facile ma posso rendervi partecipi di quelle che sono le conclusioni a cui io e i miei colleghi siamo arrivati dopo tanti sforzi: sfortunatamente la musica dal vivo sta vivendo nel nostro Paese un periodo di grande difficoltà di cui ancora non si vede la fine, e a mio avviso il problema principale è che la nostra società non giudica la musica come un lavoro ma solamente come un passatempo. Ciò porta alla mancanza di spazi, opportunità e proliferare di artisti e visto che i costi per realizzare i concerti sono molto alti, molti club e associazioni hanno deciso di abbandonarli, invece di insistere e investire al fine di superare questa brutta situazione. Tutto ciò è affiancato da un mancato ricambio generazionale che ha impoverito notevolmente la diffusione dei gruppi costituiti da ragazzi nella fascia 16-25 anni.

Ed è qui che si inserisce l'attività di Stoff il cui scopo principale è quello di promuovere la diffusione della musica dal vivo soprattutto fra i più giovani, giusto? Esatto. Stoff è un'associazione culturale con la quale gestiamo l'Off e altri eventi come l'Estate Modenese. In collaborazione con le Politiche Giovanili del Comune di Modena, stiamo cercando di offrire una concreta possibilità alle giovani band del nostro territorio di provare l'esperienza di un piccolo tour nei live club italiani.

Tu di cosa ti occupi nello specifico all'interno di questa associazione? Mi occupo della programmazione artistica, quindi passo ore su internet ad ascoltare musica e cercare di capire quali sono i progetti più interessanti da inserire nel calendario del locale. Ovviamente mi occupo anche di curare la parte relativa ai fornitori e al personale.

Tanto lavoro e poco tempo per dormire quindi: la campanella delle otto del mattino a scuola, non ti perdona nemmeno oggi che sei adulto e vaccinato! La mancanza di sonno porta la mia faccia alle brutte condizioni in cui la vedete ma per ora ne vale assolutamente la pena!