MICHELE D'AMORE
Copywriter, volontario della Protezione Civile impegnato nello spegnimento di incendi nella sua Sardegna: incontriamo Michele, scoperto dalla rete grazie al toccante racconto “Ragazza di Mirandola”
È stato grazie al web che ho conosciuto Michele d’Amore, un ragazzo pieno di vita e di voglia di fare. Con un posticino speciale nel cuore per la nostra terra... ma conosciamolo meglio.
Ciao Michele! Presentati ai nostri lettori
Ciao a tutti, mi chiamo Michele e sono un copywriter di Milano, grazie innanzitutto per l'ospitalità in questo spazio!
Raccontaci di questa passione per la scrittura: come è nata, come è cresciuta e come è diventata poi il tuo lavoro.
Da quando ho imparato a leggere e scrivere, ho sempre avuto una straordinaria passione per la scrittura. Leggevo i romanzi per bambini e provavo ogni volta a scrivere un libro, ma avevo sette anni e dopo poche pagine di quaderno non sapevo come andare avanti! La passione negli anni è rimasta uguale, tra lettura e scrittura ho vissuto tantissime notti sveglio. A Milano facevo pubblicità, poi un giorno l'illuminazione. Sono diventato copywriter. Ora il mio lavoro e la mia passione coincidono. È spesso una battaglia, (crisi e affini) ma la combatto ogni giorno con entusiasmo e dedizione.
Dalla dispersiva Sardegna alla caotica Milano... Quando e perché?
Finito il liceo ho puntato su Milano per l'università, la città d'origine dei miei. Sono cresciuto con i racconti di mia mamma, che mi narrava di una città “capitale morale”. Dopo il primo anno di solitudine e vuoto allo stomaco, è nato un amore forte per lei. Che ancora provo.
Cosa ti manca più della tua terra quando non ci sei?
Dico sempre agli amici che mi prendono in giro che Milano è mia moglie e la Sardegna è mia mamma. È una terra splendida, dove c'è il mio cuore. È lì, in riva al mare azzurro e alle campagne profumate di mirto, che sono custoditi i miei ricordi più felici.
L'attaccamento alla regione in cui sei nato si comprende ancora di più sentendoti parlare delle tante estati in cui in veste di Volontario della Protezione Civile sei stato parte attiva nello spegnimento di incendi. Quanto è importante per te dedicarti ad attività di volontariato? Cosa ti ha dato e cosa ti da questa attività?
Se nasci e cresci in Sardegna, gli incendi sono una costante di ogni estate. Il primo incendio di cui abbia ricordi personali è un rogo del 1981 e io avevo tre anni. Quella tensione, il timore e la voglia di fare qualcosa per spegnerli ha fatto sì che, appena compiuti 18 anni, mi sia iscritto come operativo nell'Associazione Anticendio del mio comune. Una volta vissuto il battesimo del fuoco, diventa la tua guerra. E sei pronto a sacrificare divertimento, relax e tempo libero tutti i giorni senza sentire la fatica.
Ti piace essere definito un “no fiction writer”. Di cosa si tratta?
Ho sempre sostenuto che scrivere senza portare avanti una battaglia sociale sia un passatempo edulcorato. La letteratura accende sogni e combatte problemi, può sostenere le persone e dargli un motivo per non mollare, può evidenziare problematiche, mettere in luce cause sociali. Per questo, una volta scoperti Zola, Verga e il cinema neorealista, ho capito che quello era il mio genere. Il mio editor mi dice che la dicitura “no fiction writer” potrebbe lasciar pensare che io sia uno scrittore di saggistica. Ma a me piace il suono di quelle due parole, no fiction. Non è detto che una storia che possieda una trama non possa comunque raccontare la realtà.
Qual è il tuo rapporto con i social network? Qual è la tua opinione su questo nuovo modo di fare comunicazione?
La comunicazione è sempre una rivoluzione. Dopo un primo periodo in cui sono stati fruiti per l'entertainment, noto ogni giorno con piacere come i social network stiano diventando sempre più degli strumenti di utilità sociale. Ad esempio Twitter è un canale live col quale puoi apprendere notizie talmente fresche da non essere state ancora battute dai maggiori organi di stampa.
Negli scorsi mesi ti sei occupato di un particolare esperimento letterario di social novel: “Questa è casa mia”. Come è stato realizzato e quale storia c'è dietro?
L'anno scorso, a dicembre, ricordando la letteratura dei feuilleton ottocenteschi, racconti a puntate presenti sui giornali dell'epoca, mi sono chiesto quale potesse essere il risultato di far incontrare i social network con la letteratura. Prendendo a prestito l'escamotage del romanzo a puntate, ho scritto una storia in 50 giorni, 50 puntate scritte in tempo reale e pubblicate sui maggiori social network. L'esperimento è stato un successo, il libro è diventato prima un ebook (http://www.amazon.it/dp/B007IWE68A) e, in seguito, un libro cartaceo (http://www.lulu.com/shop/michele-damore/questa-%C3%A8-casa-mia/paperback/product-20340526.html). È una storia che racconta Milano, la crisi e la vita di tre pubblicitari in 50 giorni di grandi sfide.
Perché hai scelto di creare questo tipo di interattività con i lettori?
Mi piaceva l'idea di raccontare una storia giorno per giorno, utilizzando i social network come mezzo per fare il raccontastorie. È sempre bello svegliarsi la mattina e sapere che c'è qualcosa che ti aspetta, con la curiosità di sapere come va a finire. Spero di essere riuscito a regalare questo tipo di emozione :-).
Io ti ho scoperto su Internet, guardando scritti e poesie riguardanti il terremoto che ci ha colpito la scorsa primavera. Mi sono imbattuta in un tuo pezzo, “Ragazza di Mirandola”. Le tue parole sono arrivate dritte al mio cuore e alla mia pelle (non sai che brividi!) e a quello di tante persone a cui ho chiesto di leggerla, tanto che ero convinta fossi anche tu emiliano. Mi piacerebbe sapere come l'hai scritta e con quale intento...
Quando la terra ha tremato in Emilia, ero alle prese con uno dei periodi più problematici della mia vita. Collaboravo con un'agenzia emiliana e la mattina spesso loro mi dicevano con semplicità che c'erano problemi, che dovevamo posticipare incontri e meeting. Ma non erano disperati, erano concreti e propositivi, malgrado la catastrofe. Mi sono innamorato della vostra attitudine così, da un istante all'altro. Un colpo di fulmine. In confronto i miei problemi erano un bicchiere d'acqua. Ma mentre io la sera magari avevo il viso triste, in tv vedevo i visi degli anziani che a volte ci ridevano sopra, uniti, vicini ed energici. È stata una lezione di vita che mi ha riempito il cuore. Ho cominciato a cercare su web i video, le interviste, le testimonianze e i progressi della ricostruzione. Poi combattendo gli incendi conosco bene il brivido dato dal rumore delle sirene, dai cataclismi, dalle avversità. Ma l'Emilia ha una forza tale che è stato impossibile non scrivere una dichiarazione d'amore e di rispetto per la vostra terra.
Di cosa ti stai occupando al momento?
Da poco più di un mese ho aperto Berlin1948, la mia agenzia pubblicitaria specializzata nel copywriting e nella scrittura. Sto scrivendo il mio nuovo libro, sempre dal taglio neorealista, dedicato al gioco d'azzardo e, infine, da poco tengo un programma in radio dedicato ai lavori notturni, si chiama Monday Night Lights e va in onda su una radio web (non a caso) di Milano (www.radioblablanetwork.net) tutti i mercoledì notte, tra mercoledì e giovedì, alle 00.30.
Quali progetti hai per il futuro?
Tenere in piedi la mia nuova agenzia, è una sfida dura visto il periodo, ma cerco ogni giorno di mantenere l'entusiasmo alto e “macinare” gioco.
Vi chiedo di dedicare due minuti alla lettura di “Ragazza di Mirandola”:
http://micheledamore.wordpress.com/2012/12/18/ragazza-di-mirandola/
Se questa non è poesia...