MATTIA SCAPPINI
La pura illusione della pittura. incontro con il giovane pittore modenese Mattia Scappini
Mattia Scappini, classe 1983, giovane pittore modenese tra chiaro e scuro, ispirato dalle innumerevoli, possibili chiavi di lettura della “macchina” quadro. Dal 2008 al 2010 ha promosso quattro mostre personali in gallerie modenesi e vanta numerose partecipazioni a rassegne collettive a Modena, Rimini, Venezia e Brescia (www.scappini.blogspot.it).
Andiamo subito, un po’ brutalmente (ma i tempi in cui viviamo ci impongono di soddisfare urgentemente questa curiosità) al sodo: riesci a “campare” facendo esclusivamente il pittore o devi sostenere la tua professione artistica facendo altre attività?
Non riesco assolutamente a vivere delle entrate della mia attività di pittore. Il grosso del mio stipendio, se così si può definire, arriva da lavori comuni: operaio, impiegato, ecc. ... Le entrate della mia attività artistica sono scarse e spesso sono reinvestite nella stessa, per l’acquisto di materiali o attrezzature. Questa scelta, un po’ forzata, di non cercare "il pane" esclusivamente attraverso la produzione e la vendita artistica delle mie opere, mi dà il grande vantaggio di mantenermi al di fuori di una serie di compromessi caratteristici del mercato dell'arte ma ruba molto tempo a questa attività. Dipingo dopo le mie otto ore lavorative e il tempo restante è scarso e conteso da altri impegni e svaghi.
Quali sono i pro e quali i contro di fare il pittore oggi?
Domanda difficile! Non esistono troppi punti a favore della scelta di fare il pittore oggi. I pochi che lo fanno sono molto poetici ma non pratici. La libertà di pensiero, la soddisfazione personale e il gusto per le sfide sono sicuramente fra i pro. Molto più consistenti, ahimè, sono i punti a sfavore e senza divagare troppo dirò che lo svantaggio più rilevante di essere un pittore contemporaneo si riscontra nel rapporto con un pubblico mediamente troppo "saturo di immagine", paradossalmente poco istruito a leggere l’immagine e poco curioso, spesso troppo occupato in altre attività o in altri "prodotti". Da non dimenticare è anche l'aspetto remunerativo fra i contro (ma questa non è certo una novità in tutta la storia dell'arte).
Quando e come è nata la tua passione per la pittura? La mia passione per la pittura è nata nei primi anni di Accademia. Dopo essermi diplomato all’istituto d’arte Venturi di Modena ho completato gli studi all'Accademia di Belle Arti di Bologna, prima nella sezione di pittura, quando ancora era un corso unico della durata di quattro anni, poi nella sezione di scultura per il diploma biennale dell'Accademia post riforma. La mia passione principale risiede in tutto quello che ha a che fare con la creazione artistica, nelle sue forme e materie, e in particolare amo la pittura, una materia complessa che richiede una certa maturità per poterla affrontare nel giusto modo e per poterla apprezzare. Prima ero molto più a mio agio nel mondo del disegno o della fotografia.
C'è un’opera, fra quelle che hai creato, che ti è più cara delle altre?
No, non esiste un'opera che mi sia più cara di un’altra ma piuttosto una serie di opere che fanno parte di una stessa ricerca. In questo momento, come è normale che sia, secondo il mio parere, sono legato in modo particolare a quella in corso, ancora viva e non conclusa.
Qual è il soggetto che più ispira la tua arte? Il soggetto che mi ispira di più è la rappresentazione stessa, la "macchina" quadro, come funziona e come viene letta. Quello che raffiguro è solamente un pretesto per un ragionamento e si tratta di spazi o di ambientazioni spoglie che sono spesso tradotte come paesaggi urbani, anche se nella mia attività ho cercato un "soggetto" che mi permettesse di spostare il centro dell'attenzione altrove. In parole povere si tratta di "muri" o "stanze" ma in linea di massima non farebbe troppa differenza per me dipingere paesaggi naturali o grattacieli.
Cos’ è per te il colore? Questa è una domanda particolare per me, perché da circa un anno ho "eliminato" il colore dalle mie composizioni e sono passato al bianco/nero (anche se di bianco/nero puro non si tratta visto che taglio sempre il grigio con diversi colori a seconda della "temperatura" che voglio dargli). Il colore iniziava ad essere troppo un elemento di disturbo nelle mie rappresentazioni. Quello che conta per me sono la luce e l'ombra, il volume delle cose rappresentate. Quindi, posso dire che, in un certo senso, il colore per me è chiaro/scuro o un qualcosa di impercettibile che mi permette di rendere calda o fredda una scena.
Modena e il mondo della pittura: la tua città aiuta i giovani talenti ad emergere? Qui hai modo di coltivare la tua ispirazione o devi recarti altrove? Amo molto la mia città e forse tifo troppo per lei dicendo che credo non sia un cattivo ambiente dove crescere come artista. Ovviamente ci sono tutte le limitazioni del caso, derivanti dal fatto che si tratta di una piccola città, con un circuito artistico molto ristretto e un atteggiamento da parte del pubblico spesso un po’ “provincialotto”, ma presenta anche aspetti e personaggi positivi e mi ha dimostrato spesso di essere abbastanza sensibile alle "nuove entrate".
Parlaci del progetto artistico “Fragile” (fragilelive.wordpress.com), che hai creato col musicista Luca Perciballi: in cosa consiste? Si tratta della ricerca di un possibile scambio tra musica e pittura, che nasce dall'intento di approfondire il dialogo tra due modalità espressive così diverse attraverso la performance dal vivo. Lo spettacolo si svolge in un atto unico dalla durata variabile e prevede sul palco la presenza del suono di una chitarra elettrica e di un’immagine proiettata dipinta. Il tempo della narrazione viene scandito da sezioni corrispondenti al cambio di intenzione musicale e alla saturazione dello spazio pittorico. Attualmente stiamo lavorando alla realizzazione di un dvd promozionale e in cantiere abbiamo la produzione di un disco.
Perché fra tutte le arti hai scelto di dedicarti proprio alla pittura? Dire che ho scelto la pittura tra tutte le arti non è esatto: sono tante le forme artistiche che mi piacciono e che uso, però la pittura è quella che "guida" ogni altra attività e che dà il "la" a tutto il resto. Forse la mia predilezione per essa è dovuta a una questione di affinità: mi piace la pittura per le sue tempistiche lente e riflessive, per le sue infinite soluzioni tecniche e per il suo essere pura illusione.