Mio padre, giocatore incallito
Come aiutarlo se lui stesso non riconosce di avere il problema?
Gentile Dottoressa, sono figlia di un uomo di 58 anni che da 30 gioca d'azzardo. All'inizio sembrava una cosa innocente ma con gli anni le vicende economiche che l'hanno accompagnato ci hanno indotto a pensare che la cosa fosse diventata un grosso problema.
Utilizzo la parola "indotto" perchè la cosa è sempre stata negata e comunque minimizzata al fatto di giocare ogni tanto sperando di fare il "botto della vita". Inoltre non avendo mai vissuto insieme non sono stata in grado di monitorare da vicino la situazione. Poiché sono ormai due anni che le questioni economiche si complicano drammaticamente e con una certa regolarità, mi chiedevo in che modo un parente di una vittima del gioco d'azzardo che non ammette neanche a se stesso il problema, possa convincerlo a farsi aiutare.
Mi scusi se la disturbo ma ho cercato più volte differenti strategie ma mi accorgo con tristezza che non hanno funzionato. Grazie.
Salve, la sua storia richiama un nodo centrale: come motivare al cambiamento una persona che non è consapevole del problema e non è ancora in condizioni di chiedere aiuto. I familiari si trovano spesso in questa drammatica situazione e provano in modi diversi a convincere il loro congiunto. La nostra esperienza ci fa dire che a volte il cambiamento si innesca a partire da un mutato atteggiamento del familiare stesso verso di sè e verso il parente che gioca piuttosto che inducendo alla cura chi non ne vuole sapere nulla. Penso per questo che nel suo caso potrebbe esserle di aiuto rivolgersi ad una Associazione di aiuto aiuto che si occupa proprio di sostenere e consigliare i familiari dei giocatori patologici. Posso indicarle un numero telefonico a cui chiedere il recapito del gruppo per familiari ( Gam- Anon) più vicino alla sua residenza (ndr. Stradanove per motivi di privacy non pubblica sul sito il numero telefonico a cui si riferisce la Dr.ssa Durante. L'utente ha però ricevuto l'informazione al suo indirizzo privato di posta elettronica). Se trovasse difficoltà in questa ricerca, non abbia timore a riscrivermi.
Dr.ssa M. Durante
Psicologa