Il gioco d'azzardo e i segnali tipici della dipendenza
Leggi la risposta a cura del Servizio Dipendenze dell'AUSL di Modena
Quali sono i segnali tipici di un giocatore d'azzardo? Da cosa è possibile riconoscere la sua dipendenza?
Il DSM 5 (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali) individua nei seguenti criteri le caratteristiche principali che possono indicare la presenza di un disturbo da giocatore d'azzardo:
- Il soggetto ha bisogno, per giocare d'azzardo, di quantità crescenti di denaro per ottenere l'eccitazione desiderata.
- E’ irrequieto o irritabile quando tenta di ridurre o interrompere il gioco d’azzardo.
- Ha ripetutamente tentato senza successo di controllare, ridurre, o interrompere il gioco d’azzardo.
- E’ eccessivamente assorbito dal gioco d’azzardo.
- Spesso gioca d’azzardo quando si sente a disagio.
- Dopo aver perso al gioco, spesso torna un altro giorno per rifarsi.
- Mente per occultare l’entità del proprio coinvolgimento nel gioco d’azzardo.
- Ha messo a repentaglio o perso una relazione significativa, il lavoro, oppure opportunità scolastiche o di carriera a cauda del gioco d’azzardo.
- Fa affidamento su altri per reperire il denaro per alleviare una situazione finanziaria disperata causata dal gioco d’azzardo.
E' richiesta la presenza di almeno 4 sintomi per definire la presenza di un disturbo, tuttavia, meno sintomi non escludono comunque dei rischi per il giocatore.
Un familiare potrebbe ritrovarsi di fronte ad improvvisi e incomprensibili difficoltà economiche; osservare nella persona repentini cambiamenti di umore e degli stessi atteggiamenti e comportamenti, sperimentare un peggioramento della qualità della relazione, in sintesi, osservare un generale cambiamento della qualità e dello stile di vita rispetto ad una precedente condizione di equilibrio.
Se le interessa può contattare telefonicamente o recarsi in un Servizio per le Dipendenze Patologiche della provincia di Modena, a sua scelta, per chiedere qualche informazione aggiuntiva e sottoporre i suoi dubbi direttamente ad un professionista esperto.
La consulenza può essere completamente anonima e non da luogo necessariamente ad una presa in carico, che -in ogni caso- sarebbe da concordare con la persona direttamente interessata.
Rispoosta a cura di:
Dott. Gioacchino Cutropia Psicologo, psicoterapeuta AUSL di Modena Servizio Dipendenze Patologiche
Giulia Bevini
Terapista della riabilitazione psichiatrica
AUSL Mo- SDP - "Progetto GAP"
Giugno 2020