Il volontario: una risorsa per i disabili
Il racconto di Marta e Salwa, giovani volontarie del Servizio Civile Regionale presso il Centro Diurno per Disabili "Pisano" a Modena.
Siamo MARTA e SALWA due ragazze del servizio civile regionale e vorremmo raccontare la nostra esperienza come volontarie in un centro diurno per i disabili. Il nostro progetto si chiama “Relazioni trasformative” perché non siamo solo noi a dare a loro, ma anche loro che danno a noi e ci fanno stare bene.
Abbiamo cominciato circa tre mesi fa il nostro servizio; per entrambe era laprima volta che incontravamo l’ambito della disabilità e per questo all’inizio non è stato facile ambientarsi: era un mondo totalmente nuovo per entrambe! Il nostro compito nel centro principalmente è quello di relazionarci con gli ospiti: cosa intendiamo con relazionarsi? Vuol dire imparare ad entrare in empatia creando un rapporto di comunicazione basato sull’ascolto e il rispetto, ascolto non solo verbale ma anche di comprensione delle necessità individuali. Questo implica mettersi sul serio in gioco, applicando le proprie risorse e caratteristiche nel rapporto con persone… l’interazione con gli utenti è per noi la parte più ricca e profonda che ci ha regalato dei bei momenti emozionanti.
Uno di essi è stato quando un giovane utente con diagnosi di autismo, ci ha sorriso per la prima volta. È stato un momento molto toccante soprattutto considerato che lui sorride raramente ed evita lo sguardo di chi ha attorno.
All’interno del centro sono presenti diverse figure professionali: operatori sociosanitari, educatori, una coordinatrice e un’infermiera. Tutti i giorni ci troviamo a contatto con queste figure, ognuna con un ruolo diverso, e parte dei nostri obiettivi è imparare a conoscerle e collaborare con esse nella maniera più adeguata.
Un altro compito che abbiamo è supportare gli operatori nelle tante attività che sono le più varie: dallo yoga al laboratorio creativo-artistico, dalla visione di film all’acquaticità in piscina, dall’attività di cucina alle uscite e molte altre ancora. Le attività devono essere eterogenee perché rispondono ai bisogni di socializzazione e di educazione diversi per ogni singola persona. Gli ospiti del centro sono una ventina di persone, tra uomini e donne che hanno un’età compresa tra i 18 ai 65 anni e dato l’alto numero, durante le attività vengono divisi in piccoli gruppi e ciascuna di noi è affidata ad uno di essi.
Ma perché è importante proprio la nostra presenza in una struttura di questo tipo? Perché il volontario ha un ruolo unico, non è né un familiare con cui l’utente ha un rapporto necessario, né un operatore che è tenuto ad un rapporto professionale ma può diventare una figura altra che può essere per gli ospiti molto preziosa. Oltre a noi, ci sono altri volontari. Una ragazza del servizio civile nazionale e i restanti vengono liberamente. La nostra esperienza di questi tre mesi è stata molto positiva, abbiamo acquisito nuove competenze che ci aiuteranno molto nel futuro.
Articolo scritto da Marta e Salwa
Volontarie del Servizio Civile Regionale
Progetto "Relazioni Trasformative"
Febbraio 2020