Prima giornata a Venezia 78: Madres Paralelas
La recensione del nuovo film di Pedro Almodòvar direttamente da Venezia 78.
Immagine tratta dal Fim Madres Paralelas
Dal primo settembre inizia l'intenso programma del Festival del Cinema di Venezia.
Ogni giorno vengono presentati almeno due film. Si inizia alle 8.30 di mattina con le proiezioni, bisogna correre e cercare di prenotare i posti on-line (le prenotazioni aprono 74 ore prima, e dopo cinque minuti sono esaurite).
Se si è fortunati, si riescono a vedere i due film di cui ci saranno le conferenze, alle proiezioni delle 8.00 e delle 11.00.
Dalle 11.30 iniziano, in serie, fino alle 14.00 le conferenze stampa.
Non si possono perdere.
Tutti gli attori e i registi sono presenti, si possono fare interviste e soprattutto foto.
Il primo settembre si apre con niente di meno che un film di Pedro Almodòvar: Madres Paralelas, con protagonista Penélope Cruz e Milena Smit.
Il regista si distingue per creare da eventi che sembrano casuali, situazioni invece causali.
Ogni avvenimento ha una sua ripercussione nella storia, ogni filo della trama costruisce la tela finale.
Il fil rouge in particolare che accompagna questo film è l’amore.
In questo contesto vengono analizzate più forme di amore: per il partner (non solo del sesso opposto), per la memoria storia (grande protagonista) e infine l’amore per eccellenza quello per i figli.
Janis e Ana sono due madri single che si trovano il giorno del parto nella stessa stanza, da quel giorno i destini delle due donne saranno inscindibilmente intrecciati.
Pur trovandosi in una situazione analoga le due protagoniste hanno una storia personale diversa.
Janis è un’affermata fotografa, che nonostante abbia desiderio di maternità non ha trovato un compagno. Ha però una missione, far riaprire la fossa comune dove gli antenati della sua comunità sono stati buttati durante la guerra civile, dandogli così degna sepoltura. Per arrivare a questo risultato si rivolge ad Arturo, noto storico, ma la passione per la storia sfocia nella passione carnale e Janis resta incinta. Lui è però sposato, pertanto la bimba verrà cresciuta solo dalla mamma.
Ana invece è appena fuori dall’adolescenza e la figlia non è voluta. Vive con una mamma assente e un padre che ormai, a chilometri di distanza, si è rifatto una vita. Appena nasce la figlia, però, diventa l’amore della sua vita.
Entrambe le bambine vengono, subito dopo il parto, tenute in osservazione e le due mamme legano.
Si ritrovano quasi per caso dopo diversi mesi, ma la più giovane ha perso la figlia, l’anamnesi è morte in culla.
Da questo momento Janis prende Ana sotto la sua ala, l'assume come tutto fare in casa e babysitter, ma non senza uno scopo… la donna nasconde un segreto nella culla.
Gli eventi degenerano diventando tragici.
Bravissima la Cruz a rendere l’idea delle azioni compiute in modo insensato da una donna spinta dal panico della perdita. Meno performante la Smit ma forse è dovuto alla poca esperienza dell’attrice, e un po’ anche alle indicazioni del regista per farla sembrare più ragazzina.
Almodòvar in questo film inserisce un importante riferimento storico poco conosciuto, rispetto alla guerra civile spagnola, e alla legge del 2007 approvata dal governo Zapatero.
Per tirare le somme la prima giornata a Venezia 78 inizia con un bellissimo film.
Settembre 2021
Articolo a cura di Eleonora Vignudelli
(foto concesse in cartella stampa dalla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia)