[VINTAGE] QUANDO VECCHIONI CI RACCONTAVA DI MUSICA, INSEGNAMENTO E COPPIE OMOSESSUALI

Una nostra intervista datata 2000 al cantautore di “Stranamore” e “Samarcanda”

[VINTAGE] QUANDO VECCHIONI CI RACCONTAVA DI MUSICA, INSEGNAMENTO E COPPIE OMOSESSUALI

Era il 2000 quando la nostra collaboratrice Veruska Anconitano incontrava Roberto Vecchioni. Ne nasceva una intervista in cui il Vecchioni cantautore raccontava di insegnamento, delle alunne Paola e Chiara e di coppie omosessuali.


Intervista a Roberto Vecchioni

Di Veruska Anconitano, 30 marzo 2000

Perché cantautori degli anni '70, considerati ormai "vecchi" musicalmente, e mi riferisco ai soliti de Gregori, Guccini, Battiato, vendono ancora e fanno il tutto esaurito ai loro concerti anche se la musica è ormai inesorabilmente cambiata?
Nei cantautori degli anni '70 la costruzione musicale era fatta nel tempo e non nell'attimo; quando costruisci una canzone, non costruisci solo un'emozione o un contenuto ma anche una forma, che deve essere dignitosamente poetica ma originale e che riesca a parlare di cose valide per sempre. E quei cantautori ci riuscivano e ci riescono ancora.

Lei è stato insegnante di Paola e Chiara, che sono state per qualche tempo sulla cresta dell'onda poi hanno perso parte del loro successo; qual è la differenza fra la musica dei "vecchi" cantautori e la musica di adesso, che spesso genera cantanti-meteore?
Sono cambiati i tempi. Un cantore era ed è testimone del suo tempo, mentre i cantautori che escono fuori oggi si immettono in un tempo telematico, che brucia le possibilità a quelli che sono più dotati (Carmen Consoli, Samuele Bersani, Max Gazzè). Aggiungiamo poi che i nuovi cantanti trovano una barriera invalicabile sia nei mostri storici che hanno alle spalle, sia nella fretta dei giovani di fruire del prodotto finito.

Mi ha parlato delle nuove tecnologie che rendono il tempo umano più frenetico da vivere; ma come si pone Roberto Vecchioni, insegnante di lettere nel Liceo Classico, nei confronti della nuova tecnologia?
Con molto sospetto, perché mi piace mantenere una certa patina di antico; sono dell'idea che il mezzo mangi l'uomo, perché l'uomo è come un apprendista stregone, non è maturo per sapere come usare al meglio le trasformazioni della tecnologia. Ma questa è solo una premessa, visto che sono convinto che in una civiltà di massa il mezzo telematico, se ben usato, è fondamentale.

Venendo alla sua famiglia lei ha quattro figlie, che credo siano le sue fans più accanite. Mi sbaglio?
Loro di solito nascondono il bene che mi vogliono e non vogliono assolutamente cadere nella celebrazione del padre; io so che sono contente, anche se mi prendono notevolmente in giro a casa.

Lei è padre: che raccomandazioni fa alle sue figlie per permettergli di godersi al meglio le possibilità della vita?
Fortunatamente ho dei figli con una grande padronanza, perciò do pochi consigli, soprattutto spiccioli, come quando hanno bisogno di soldi; dal punto di vista comportamentale sanno seguire le linee giuste, un po' per merito loro un po' perché hanno ricevuto un buon esempio, non a parole ma con le azioni.

In questa serie di incontri che ha promosso in tutta Italia per le scuole medie superiori, qual'è il messaggio che vuole trasmettere e come si pone verso i ragazzi che la ascoltano?
Sono stato in quasi tutte le regioni del Sud Italia, Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, Marche e adesso in Toscana facendo in modo che in ogni occasione non fossi io il protagonista, ma che la protagonista fosse la storia delle emozioni musicate in Italia. Il messaggio è chiaro: cercare di mettere ordine nell'apprendimento del sentire le cose, del crearsi dei sentimenti da parte dell'uomo, in una società che va sempre più di corsa; negli incontri io e Mauro Orlandi, docente di filosofia estetica, cerchiamo di esaminare in modo filosofico la musica e la storia del '900, coinvolgendo attivamente gli studenti.

E come si relazionano i suoi studenti a Vecchioni professore e personaggio famoso allo stesso tempo?
L'imbarazzo termina dopo 10 giorni di lezione, quando si accorgono di avere di fronte una persona in carne ed ossa e non la proiezione di una persona. Con gli studenti del triennio, poi, il rapporto è particolare perché mi conoscono bene.

Le faccio una domanda che riguarda un tema un po' scottante; avrà sentito la nuova legge che si discute nell'Unione Europea relativa alla parità dei diritti per tutte le coppie, anche omosessuali. Lei che ne pensa?
Secondo me, il problema non esiste; la scelta dell'affettività è sacra sia essa per procreare o per capire il mondo insieme, non ci sono e non si dovrebbero creare differenze. Una società civile deve anzi dare tutte le opportunità agli individui, e penso che arriveremo piano piano a questo.