Conosciamo UniLibera Modena

Siamo andati ad intervistare Giulia referente del presidio di Libera presso l'Ateneo Universitario di Modena e Reggio Emilia.

Conosciamo UniLibera Modena

Comincio con il chiederti qualcosa su di te, che esperienze hai avuto e come sei arrivata a diventare referente per UniLibera?

Libera l'ho conosciuta per la prima volta in 3 superiore (era il 2012), perché la mia scuola ha portato avanti un progetto di formazione sul tema delle mafie. Ci hanno fatto vedere come le mafie fossero presenti anche a Reggio Emilia, nonostante non se ne parlasse più di tanto. Dopo alcuni incontri abbiamo organizzato la gita di fine anno a Palermo grazie all'associazione Addiopizzo, che ci ha fatto visitare la città e spiegato l'importanza del consumo consapevole.

A Ottobre 2016, quindi al secondo anno di giurisprudenza a Modena,  ho conosciuto per caso Marta, che mi ha parlato della sua intenzione di creare un presidio universitario di Libera a Modena. L'idea mi ha entusiasmata e da lì ho iniziato a partecipare alle riunioni. Verso metà Marzo 2017 il coordinamento di Libera Modena ha organizzato un percorso di formazione per farci arrivare preparati alla costituzione. Valore aggiunto è stato partecipare alla tappa di Benfatto Nord Est, un appuntamento di quattro giorni con i giovani di Libera delle regioni Emilia Romagna, Trentino, Veneto e Friuli, che ci ha fatto toccare con mano cosa sia davvero Libera e cosa voglia dire farne parte.

A Settembre abbiamo concluso il percorso di formazione e a Ottobre 2017 insieme agli altri ragazzi (eravamo in 10) abbiamo scritto il Patto di presidio, che ne ha segnato la nascita. Marta nel frattempo si è laureata e i ragazzi e le ragazze hanno scelto me come referente e io ne sono stata ben contenta perché Libera mi ha dato tanto da quando ne faccio parte e io voglio ricambiare dandole tutto quello che posso.

Gli altri ragazzi con cui avete fondato il presidio hanno anche loro un background similare al tuo o siete molto eterogenei su questo fronte?

In realtà abbiamo un trascorso molto diverso. Chi faceva già parte di altri presidi, chi non conosceva neanche Libera e chi la conosceva, ma non aveva mai avuto possibilità per farne parte attivamente.

Ci sono altri atenei che hanno accolto Libera tra le loro associazioni?

Sì certo, sono numerosi gli atenei che hanno accolto Libera! In Emilia-Romagna siamo il terzo presidio universitario, dopo Bologna (nato nel 2012) e Reggio Emilia (2013).

Mentre per quanto riguarda le altre regioni ti faccio qualche esempio: Milano, Trento, Perugia, Catanzaro.

È stato firmato un protocollo tra Libera e UniMoRe, cosa è e in cosa consiste? UniLibera che ruolo andrà a ricoprire?

il Protocollo firmato il giorno della presentazione del presidio era tra CRID - Centro di Ricerca Interdipartimentale su Discriminazioni e Vulnerabilità e Libera. Con l'Università, al momento, non abbiamo convenzioni.

Tenendo fermi gli obiettivi della nostra associazione, cioè la lotta contro i fenomeni mafiosi e altri poteri occulti, educazione alla legalità, ecc. e anche quelli del CRID, cioè realizzare attività volte alla prevenzione e al contrasto delle discriminazioni in relazione alle vulnerabilità umane, in collaborazione con studiosi e studiose, enti di ricerca, associazioni; con la firma del Protocollo si vuole andare a promuovere una collaborazione per fornire un'aggiornata conoscenza di tutte le forme di vulnerabilità che trovano manifestazione nella criminalità mafiosa, tramite l'organizzazione di attività formative, di ricerca e pubblicazione di testi su questa tematica di comune interesse. Inoltre verranno organizzati seminari, incontri e laboratori e proprio qui potrebbe essere funzionale il nostro intervento come presidio universitario, per il coinvolgimento di studenti.

Uno dei vostri obiettivi che vi siete prefissati è di creare una rete tra studenti volta a sensibilizzare la cittadinanza, cosa vi aspettate e a che punto siete?

Sì esatto. È uno dei punti su cui abbiamo intenzione di lavorare di più. Per il momento siamo contenti di essere riusciti a trovare, da quando abbiamo fatto la presentazione ufficiale del presidio l’Aprile scorso, quattro nuovi ragazzi e ragazze, che stanno dimostrando grande voglia di fare. Siamo ben consapevoli che l’ambiente universitario è particolare perché in estate ci si chiude in biblioteca a studiare e poi ci sono le vacanze, quindi il lavoro più incisivo inizierà da settembre con l'inizio delle lezioni. Siamo molto positivi! Sensibilizzare la cittadinanza sì, ma soprattutto gli studenti per aiutarli a diventare professionisti responsabili e a riconoscere i pericoli e le aree grigie cui possono imbattersi durante gli studi e la carriera.

Qualche progetto futuro a cui state lavorando o avete in mente?

Stiamo studiando la sentenza del “Black Monkey”, processo che si è tenuto a Bologna e che ha visto per la prima volta il riconoscimento del reato per associazione mafiosa in Emilia-Romagna, del quale inizierà a breve il secondo grado. Quindi l'intenzione è di fare diffondere quello che abbiamo imparato dallo studio degli atti giudiziari, stiamo lavorando sul come essere il più incisivi possibile. Attendiamo anche la sentenza di primo grado del processo “Aemilia” per avere un quadro più completo e capire in che direzione andare. Sicuramente sarà dato avvio anche alla collaborazione con il CRID dall'inizio dell'anno accademico. Stiamo avendo anche dei contatti con altre associazioni e ci è stato proposto di fare una attività di approfondimento anche con gli studenti Erasmus che verranno ospitati dal nostro ateneo

Un’ultima domanda, cosa bisogna fare per entrare a far parte di UniLibera?

Aver voglia di mettersi in gioco, di collaborare o anche solo di passare tempo insieme e parlare di mafie. Prima di tutto vogliamo essere un gruppo e fare rete!

UniLibera Modena

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