[STRADANOVE VINTAGE] QUANDO TIZIANO FERRO CHIEDEVA "PERDONO"...

Una nuova rubrica per riscoprire le tante interviste fatte da Stradanove nei suoi 17 anni di vita. Si parte con un giovanissimo Tiziano Ferro e la sua richiesta di "Perdono"

[STRADANOVE VINTAGE] QUANDO TIZIANO FERRO CHIEDEVA "PERDONO"...

Era il 2001, un 21enne con una gran voce si affacciava sul mercato discografico italiano.

Il talento c'era, ma molti si chiedevano se sarebbe stata una meteora...

La risposta la sapete anche voi...

La redazione

INTERVISTA A TIZIANO FERRO

21/07/2001

di Fernando Bassoli

Concentrato di ritmiche e metriche d'oltreoceano unite a testi fedeli alla tradizione italiana, pur essendo intrise di elementi tipici del Soul e dell'R&B americano, ma anche di suoni vagamente inglesi, grazie all'apporto di Michele Canova, responsabile degli arrangiamenti.
Stiamo parlando di Tiziano Ferro, 21 anni, considerato il sosia italiano di Leonardo Di Caprio e giunto ad un primo significativo successo grazie alla sua 'Perdono' (XdonO), canzone gettonatissima dalle Radio durante la caldissima estate 2001.
Nato a Latina, città dove ha conseguito la maturità scientifica, l'artista ha cominciato ad appassionarsi al canto e alla composizione muovendo i primi passi nei piano-bar e nelle gare di karaoke. A 16 anni, entrato a far parte del Coro Gospel pontino, ha poi scoperto la sua grande passione per le 'voci nere', che lo condizioneranno in misura decisiva nell'interpretazione e nella scrittura delle sue canzoni.
Il suo è infatti un genere nuovo, frutto dell'interazione tra spiriti e gusti differenti, che si fondono in quella che Tiziano ama definire 'e-music': la musica della nuova generazione informatica, priva di confini e frutto dei tempi che cambiano nel segno di Internet.

Come sei riuscito a pubblicare con una casa discografica prestigiosa come la EMI?
La mia avventura musicale è cominciata all'Accademia di Sanremo (l'unica organizzazione in grado di portare al Festival dei giovani senza una casa discografica) cui ho partecipato per due anni consecutivi ('97-'98). Al secondo tentativo sono entrato nei 12 finalisti e sono stato notato dal mio attuale produttore. Così abbiamo cominciato a lavorare sui miei pezzi. Dopo due anni di sacrifici, tentativi e porte in faccia, la Emi si è interessata a me. Ed ora eccomi qua.

Quali sono i modelli musicali a cui ti sei ispirato maggiormente per creare uno stile così personale?
Il referente principale è stata la 'Black americana', quindi Soul, Blues, R&B e soprattutto Gospel: musica dell'anima che mi ha condizionato follemente sia nella composizione che nell'interpretazione. Ma voglio precisare che non disdegno nulla, purché sia fatto bene: dal Pop al Rock, passando per la Lirica e l'Elettronica. La cosa più importante è che ci sia comunicazione. Se c'è quella, allora va bene tutto. Tra gli artisti che ammiro maggiormente ci sono Erykah Badu, D'Angelo, Sisqò, Joe, Bjork, ma anche i cantautori italiani... Cocciante e Bersani, ad esempio.

Quali sono i consigli che daresti ai giovani che aspirano a fare i cantanti o i musicisti in generale?
Devono assolutamente capire che questo è un lavoro e quindi bisogna prepararsi a 'tenere duro', anzi 'durissimo', pur avendo l'umiltà di mettersi costantemente in discussione e stare ad ascoltare chi ne sa più di noi. Bisogna saper affrontare grandi sacrifici e rinunce d'ogni genere, ma con questi presupposti ogni impresa diventa realizzabile.

Progetti per il futuro?
Fare un bel disco, magari delle cose live (cantare dal vivo è davvero la mia più grande passione) e impegnarmi perchè la mia musica venga apprezzata dal pubblico.

Con quale spirito ti presenterai a Sanremo, se ci andrai?
Di Sanremo non si sa ancora nulla di preciso. L'unica cosa sicura è che con il ritorno di Pippo Baudo la manifestazione tornerà ad assumere un notevole prestigio e valore artistico. Per quanto mi riguarda, nulla è comunque escluso, anche se io e il mio staff non stiamo lavorando in funzione del Festival. Per ora ci interessa realizzare un bell'album, se poi la mia strada incrocerà quella di Sanremo, tanto meglio.

Quale pensi sia stato il segreto di un successo come "Perdono"? La sua novità stilistica o solo l'aver saputo raccontare un'emozione in cui i giovani possono facilmente riconoscersi?
Quel che crea interesse intorno al pezzo è l'interazione di 'fuochi', quindi: un sound innovativo per l'Italia ed un testo diretto e semplice, ma comunque molto 'sentito' a livello emozionale... un insieme di cose che hanno destato l'interesse delle Radio, che non ringrazierò mai abbastanza, perché hanno promosso 'Perdono' davvero alla grande. Le persone che la ascoltano si riconoscono nella storia narrata, si immedesimano ed amano dedicare la mia canzone a qualcuno, dato che può essere interpretata come messaggio d'affetto tenero e dolce ma, al contempo, ballata al ritmo incessante della sua musica. Ognuno, insomma, ci vede quel che preferisce (almeno secondo quello che evinco dalle e-mail che ricevo) e proprio qui sta il bello di 'Perdono'!