[STRADANOVE VINTAGE] QUANDO SORRENTINO E SERVILLO PARLAVANO DELLE CONSEGUENZE DELL'AMORE

Scartabellando tra le nostre interviste vintage, ne abbiamo scovato una alla coppia d'oro (e d'Oscar) del nostro cinema Sorrentino-Servillo. Correva l'anno 2004...

[STRADANOVE VINTAGE] QUANDO SORRENTINO E SERVILLO PARLAVANO DELLE CONSEGUENZE DELL'AMORE

Nel 2004 Stradanove intervistava la coppia Sorrentino/Servillo in occasione dell'uscita dell'ottimo "Le conseguenze dell'amore".

Dieci anni dopo sarebbe arrivato l'Oscar per "La grande bellezza", ma già allora il feeling tra i due prometteva grandi cose.

La redazione

INTERVISTA A PAOLO SORRENTINO E TONI SERVILLO

14/10/2004

a cura di Calogero Messina

E’ poco loquace come i protagonisti dei suoi film (anche la stessa timidezza del calciatore Antonio Pisapia – uno dei protagonisti de L’uomo in più – e lo stesso distacco dell’attuale Titta Di Girolamo di Le conseguenze dell'amore!). Il regista Paolo Sorrentino non nasconde così la sua difficoltà nello spiegare a parole la genesi e processo creativo alla base del suo film, lasciando però intuire uno studio accurato (quasi maniacale) nella costruzione di storie e personaggi, che mai risultano superficiali o banali.

Per fortuna (dei giornalisti ingordi di parole!) si accompagna al suo alter ego cinematografico : l’attore Toni Servillo, che non ha invece difficoltà a raccontare gli essenziali movimenti e le ragioni che da sempre animano il suo lavoro. Insieme formano una delle nuove e più “geniali” coppie cinematografiche di quest’ultimi anni , un sodalizio artistico oramai ben rodato e che siamo certi saprà regalarci in futuro nuove ed emozionanti storie con le quali imparare a confrontarci

Alla fine del suo film scopriamo come il tema dell’amicizia sia, se non il principale, uno dei temi più importanti della sua storia…

PAOLO SORRENTINO: Effettivamente è uno dei temi del mio film, anche se ho sempre come una sorta di pudore ad affrontare questo aspetto… come peraltro era già avvenuto con il mio precedente lavoro. Credo che l’amicizia sia un sentimento molto forte, più duraturo, meno fuggevole dell’amore….è un tema sotto traccia delle mie storie, ma che mi avvince ed incuriosisce sempre.

Quanto è stato difficile mantenere un sospeso equilibrio tra frasi non dette, silenzi eloquenti e sensualità di gesti ed azioni?

PAOLO SORRENTINO: Sinceramente tutto è stato molto semplice: questo film è stato scritto e prodotto velocemente, e sul set si è creata una particolare sinergia tra tutti che ci ha permesso di lavorare con grande serenità… ogni emozione del film è nata quindi in modo molto naturale…

TONI SERVILLO: E’ difficile riuscire a spiegare come possano nascere questi equilibri all’interno di una storia. Ad esempio il mio personaggio è un uomo principalmente caratterizzato dalla sua solitudine, per cui era necessario, considerata la laconicità dei dialoghi, giocare con gli sguardi oppure con i movimenti del mio corpo… e credo che questo crei quel particolare ed equilibrato gioco seduttivo che si instaura tra il pubblico ed il mio personaggio.

Come nasce la scelta così particolare e ricca di contrasti delle musiche del suo film?

PAOLO SORRENTINO: E’ principalmente la musica che a me piace ascoltare. Poi molte delle scene di questo film sono state scritte, avendo già in sottofondo queste canzoni e per finire, in fase di post produzione, con il mio montatore – anche lui amante di questo genere – ci siamo divertiti a scegliere i restanti pezzi: è forse questa la parte più piacevole di tutto il lavoro.

Si è ispirato a qualche fatto di cronaca particolare per la costruzione del personaggio di Titta Di Girolamo?

PAOLO SORRENTINO: Ho letto diversi libri sull’argomento… alcuni saggi sulla criminalità organizzata e di personaggi come il mio Titta – una sorta di piccolo Sindona – se ne sa molto poco per cui poi ho dovuto ricorrere all’immaginazione. Che peraltro rimane una mia ancora di salvezza in molte occasioni: a me, ad esempio, piace molto osservare la gente … viaggiando mi sono soffermato spesso a guardare questi manager che bivaccano per le hall o i bar degli alberghi … ma non mi avvicino mai per farmi raccontare le loro storie e così parto con la mia fantasia!

Ha fatto molte prove con gli attori prima di arrivare sul set?

PAOLO SORRENTINO: Non sono un grande amante delle prove con gli attori, per cui ci siamo limitati ad una lettura dei dialoghi che sono durate all’incirca una settimana… e poi questo è soprattutto un film di sguardi e di silenzi, per cui era giusto che tutto nascesse in modo molto spontaneo e naturale durante le riprese.

TONI SERVILLO: Il fatto poi che si e’ praticamente vissuto a lungo dentro questo albergo, ha favorito molto il nostro lavoro e la nostra concentrazione: io praticamente dormivo in una stanza identica a quella dove viveva il mio personaggio Titta, per cui c’era una sorta di identificazione di vite molto naturale.

PAOLO SORRENTINO: Io amo molto i “non luoghi”: sono affascinanti ed anche facili da filmare. Per cui l’idea di ambientare tutta questa storia in un albergo se narrativamente ha rappresentato una sfida entusiasmante, mi ha confermato come sia proprio in questi posti che io mi trovi maggiormente più a mio agio nel far muovere la macchina da presa.

Il protagonista del suo film sembra quasi una maschera pirandelliana: c’è un modello letterario al quale si e’ ispirato?

PAOLO SORRENTINO: Nessuno in particolare anche se è vero che Titta Di Girolamo è un personaggio “antico”, con molto tempo a sua disposizione per raccontarsi e prendere vita… come per l’appunto accade ai personaggi dei romanzi.


Non ha mai pensato di sviluppare maggiormente la storia d’amore, appena accennata, con la barista dell’albergo?

PAOLO SORRENTINO: Il film è tutto costruito sulla figura di quest’uomo, per cui narrativamente crea delle gabbie dove ogni altro personaggio ha già un ruolo ben definito e prestabilito. Non credo poi sia molto corretto parlare di un film in termini di “io avrei aggiunto un po’ più di…. ”oppure “avrei messo meno di…”. Sono molto rispettoso della coerenza delle mie storie.


Come nasce e viene “nutrita” l’affinità Servillo & Sorrentino?

TONI SERVILLO: E’ un mistero e lo trovo molto bello: possono anche passare 4/5 mesi senza che neanche ci si senta per telefono… ma alla base c’è una solida amicizia che ci tiene molto vicini. Non so se lavoreremo ancora insieme ma poco importa: il nostro è un affiatamento speciale fondato molto sul gusto e piacere di saper ridere insieme!