SOCIAL NETWORK E DESIDERABILITÀ SOCIALE

Tra mode, amicizie virtuali e “mi piace”, uno sguardo alla socialità via web

SOCIAL NETWORK E DESIDERABILITÀ SOCIALE

Social network. Quando utilizziamo quest’ultima espressione facciamo subito riferimento a quella tipologia di siti online che ci permettono di rimanere in contatto con gli altri. A dirla in questo modo, potrebbe sembrare molto semplice, ma in realtà sono molteplici gli aspetti che questo fenomeno comporta. In particolare, in maniera implicita e molto spesso senza rendercene conto, ci troviamo a fronteggiare meccanismi di accettazione di implicite norme culturali la cui accettazione è necessaria per far fronte ai cambiamenti tecnologici, per rimanere al passo, per seguire gli altri e in qualche modo non essere “isolati” e far parte integrante della società. Norme culturali che investono più o meno tutti, attraverso le molteplicità  di servizi offerti dai questi social network.

Tra i vari aspetti vi è il tema delle amicizie: possiamo veramente considerare amici i contatti online? Sussiste senz’altro una differenza abissale  tra amici e l’espressione “contatti”. Questo ci porta a riflettere sulle modalità attraverso cui noi stessi accettiamo le “amicizie” online e come aggiungiamo gli altri utenti.

Vi sono coloro che accettano unicamente le persone che effettivamente si conoscono offline, vi sono quelli che aggiungono utenti sconosciuti ma che hanno un vasto numero di conoscenze in comune e vi sono coloro che accettano e aggiungono tutti, perché il numero di contatti viene prima di tutto, e perché, nella società odierna, soprattutto tra i giovanissimi chi ha più contatti tende ad essere socialmente desiderabile, apprezzato e se così si può dire,  fonte di popolarità riscuotendo successo o meglio “appeal”.

Questo ci porta inesorabilmente a parlare dei social network, come strumenti su cui oggi si discute, di costruzione e consolidamento dell’identità, sia positivamente sia negativamente.

Per non parlare poi nelle numerose iniziative e “mode” che il web lancia e che vedono la diffusione grazie a social media quali Facebook.

Dall’apertura di molteplici gruppi nei quali le persone riconducono l’appartenenza alle proprie città attraverso una serie di ricordi e caratteristiche passando per le pagine nelle quali vengono raccontate e condivise le conversazioni e chat più strane e le esperienze (tra cui alcune che lasciano spazio alla mera fantasia degli utenti) sessuali. Senza dimenticare la più recente neknomination, una sorta di competizione alcolica nei quali occorre filmarsi mentre si bevono bevande alcooliche per poi “nominare” (in pieno stile Grande Fratello!) alcuni amici i quali sono “costretti” a fare meglio per non incorrere in “sanzioni”, quali per esempio il dover pagare da bere ai propri amici.

L’idea generale è che oggi noi giovani non ci rendiamo conto effettivamente di tutto ciò che svolgiamo nel web, si pensa troppo facilmente e banalmente che tutto ciò che si fa online non abbia ripercussioni offline. In particolare, i social network vengono visti primariamente come strumenti essenziali per rimanere in contatto con gli amici, poterli incontrare e dunque organizzare attività con loro senza però una effettiva consapevolezza e riflessione sulle potenzialità e i rischi, in particolare di come questi stiano cambiando le nostre abitudini quotidiane. E questo ho potuto constatarlo anche in merito ad una ricerca sul campo in qualità di laureando in Sociologia, nel quale nell’analisi dei social network pochi ragazzi si sono cimentati nel scegliere item contenenti espressioni quali “se utilizzati adeguatamente”, “rischio per le relazioni”, “aspetti positivi e negativi”, limitandosi ad attribuire una certa importanza ad essi al fine di consolidare online le pratiche quotidiane offline, quali per esempio il fatto di organizzare attività, o partecipare ad eventi o feste.

Soprattutto per i giovanissimi ci si trova molto spesso di fronte ad una realtà nella quale l’apparenza, gli aspetti materiali e l’esteriorità, manifestata anche attraverso la pubblicazione di determinate foto, in prevalenza da parte delle ragazze, tende a predominare e  il numero di contatti e i “mi piace” prendono il sopravvento.

Proprio quest’ultimi, ci permettono di tornare a quella desiderabilità sociale di cui abbiamo parlato precedentemente; una desiderabilità nella quale chi possiede il maggior numero di “mi piace” risulta avere l’approvazione della massa o meglio il consenso generalizzato.

Lorenzo Arletti, 23 anni, laureando in sociologia