Gun's and Roses a Imola. La testimonianza di due operatrici del Coordinamento Regionale delle Unità di Strada

Al concerto della band tenutosi a Imola il 10 giugno, il Coordinamento Regionale UDS ha fornito il proprio prezioso supporto. Chiara e Federica, due operatrici di Modena, ci raccontano come è andata.

Gun's and Roses a Imola. La testimonianza di due operatrici del Coordinamento Regionale delle Unità di Strada

10 giugno 2017, data storica per gli appassionati del Rock and Roll, la band si riunisce per l’unica data italiana. Gli appassionati erano già davanti ai cancelli dal pomeriggio prima per accaparrarsi un posto il più vicino possibile al palco.

Il coordinamento regionale unità di strada era presente per supportare il 118 negli interventi. Due operatrici di Modena sono andate ad Imola per partecipare a questo evento insieme agli operatori provenienti da Imola, Bologna, Cesena. Lasciamo la parola alle nostre operatrici: Chiara e Federica.

Partenza ore 14:00 da Modena, destinazione stazione di Bologna per prendere il treno per arrivare a Imola. Ore 16:35 arrivo ad Imola, la stazione dista 10 minuti a piedi dall’autodromo. Il punto di ritrovo è l’ingresso Rivazza alle 17:00 per gli operatori del secondo turno. Quelli del primo turno erano dentro al concerto dalle ore 7:00 per allestire lo spazio riservato alla zona chill-out. Arrivate là ci siamo subito accorte che la zona Chill Out era piena di persone che volevano riparo dal sole o un bicchiere d’acqua da bere, eravamo quasi presi d’assalto. Dopo poco infatti abbiamo deciso di limitare la distribuzione di bicchieri d’acqua perché rischiavamo di rimanere senza in pochissimo tempo, anche perché c’era la possibilità per tutti di andare ad acquistare l’acqua ai bar.

Ore 18:30 iniziano le band di appoggio a suonare, l’atmosfera inizia a scaldarsi, la temperatura per fortuna a scendere, noi dopo una riunione per definire cosa fare ci dividiamo in coppie per poter andare a controllare tutta l’area del concerto. C’erano complessivamente 90 mila persone.

Gli interventi effettuatifortunatamente sono stati solo 50 e si sono divisi tra attacchi di panico, insolazioni, intossicazione alcoliche. Alcune persone sono anche venute al banchetto per effettuare l’alcoltest

Noi abbiamo avuto l’impressione che siano state utilizzate anche sostanze stupefacenti (cannabis, cocaina e ketamina), ma non sono arrivati nei punti di soccorso in chiaro stato di abuso.

Ore 20.45 iniziano a suonare i Gun’s. La nostra Chill Out si svuota quasi completamente. Iniziamo a fare dei giri di monitoraggio tra la folla sfruttando i corridoi laterali riservati ai canali di soccorso. Per fortuna la serata scorre liscia. Il concerto dura circa due ore e noi, ci prepariamo all’assalto della fine del concerto. Infatti una volta terminata l’ultima canzone, sono tantissime le persone che si recano al nostro banchetto per bere acqua, succhi di frutta o mangiare qualche biscotto.

C’è chi ci definisce “angeli”, perché non avevano mai patito tanta sete in tutta la vita! Per almeno un’ora dalla fine del concerto continua il deflusso e continuiamo a distribuire acqua e succhi. Iniziamo a smontare i nostri gazebo; in 17 operatori ci si mette poco, per fortuna, e il materiale da caricare è in realtà poco perché l’acqua è stata quasi completamente terminata.

Riassumiamo la serata con un po’ di numeri. 90 mila biglietti venduti, 550 litri di acqua distribuiti dalla zona Chill Out, 4 kg di biscotti finiti, 50 interventi portati a termine insieme al 118, 17 operatori coinvolti in zona Chill Out, 14 km fatti a piedi dalle nostre operatrici di Modena in più di 15 ore di lavoro.

Ci avviamo alla stazione, arrivate là troviamo un muro di persone, cerchiamo di capire cosa sia successo. La polizia aveva creato un muro di transenne per limitare l’accesso alla stazione. La via di accesso alla stazione sembrava un motel a cielo aperto; un sacco di persone accampate per strada rassegnate a dormire qualche ora per strada aspettando il treno della mattina. Ci mettiamo pazientemente in “fila” aspettando che ci diano il permesso di entrare in stazione.

La gente inizia a spazientirsi e ad insultare il personale di ferrovie dello stato e le forze dell’ordine.

Dopo quasi due ore riusciamo ad arrivare all’ingresso della stazione, dietro di noi ancora centinaia di persone in attesa dietro la stazione. Riusciamo ad accedere alla zona dei binari, dopo di noi, un fiume di gente si riversa all’interno della stazione, capiamo che hanno sfondato le transenne e sono arrivati tutti in stazione. Per fortuna non succede nulla di grave.

Saliamo sul treno stanche ma con ancora tanta adrenalina in corpo torniamo a casa.

Articolo di Chiara e Federica

Cooperativa Sociale Caleidos

Giugno 2017