GIOVANI SENZA

Martedì 16 dicembre 2014 presentazione indagine sui giovani iscritti al Centro per l'Impiego nelle tre realtà di Modena, Reggio Emilia e Rimini

GIOVANI SENZA

Italia Lavoro (Agenzia tecnica del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) in collaborazione con i servizi lavoro delle province di Modena, Reggio Emilia e Rimini ha presentato al San Filippo Neri a Modena l'indagine “Giovani SenzaRicognizione dei percorsi professionali dei giovani iscritti ai Centri per l'Impiego (CIP) di Modena. Reggio Emilia e Rimini”.

Alla presentazione erano presenti Paola Cicognani, Dirigente del Servizio Lavoro della Regione Emilia-Romagna, Emilia Muratori, consigliera provinciale con delega alla formazione professionale, Armando Sacchetti, della Provincia di Modena, Maria Grazia Roversi, dirigente del Settore Istruzione del Comune di Modena, Monica Gaddoni della Provincia di Modena.

I risultati della ricerca

La ricerca ha preso in esame i giovani Neet (acronimo inglese che indica le persone non occupate, non coinvolte  in percorsi di formazione, né in percorsi di istruzione) di età compresa tra i 16 ed i 29 anni, italiani, non disabili,  iscritti ai Centri per l'Impiego di Modena, Reggio Emilia e Rimini. Per le province di Modena e Reggio Emilia si tratta di giovani senza titolo di studio di istruzione superiore, mentre per la provincia di Rimini i ragazzi contattati erano in possesso di un titolo di studio oltre l'obbligo scolastico (diploma o laurea).

I dati emersi dalla ricerca hanno come principale finalità quella di fornire supporto ai servizi di orientamento e all'incrocio tra domanda e offerta di lavoro.

Nel contesto modenese 204 i giovani coinvolti nell'indagine attraverso interviste o questionari.

Metodologicamente insieme alle interviste ai ragazzi (o questionari on line per i giovani di Rimini) sono state effettuate interviste e questionari alle aziende (Reggio Emilia); inoltre, per reperire informazioni sulle caratteristiche del contratto di lavoro attivato e/o cessato sono stati analizzate le comunicazioni obbligatorie redatte dalle aziende (a volte compilate superficialmente o in modo incompleto) ed i Siler provinciali (con la consapevolezza che in questa banca dati non sono rilevati i contratti con lavoro autonomo e fuori territorio).

La ricerca ha quindi affrontato, nelle tre realtà regionali, gli avviamenti al lavoro con le tipologie di contratti prevalenti, la durata dei contratti, le mansioni attribuite, il volume di lavoro attivato (VO.L.A) e le motivazioni delle cessazioni del rapporto lavorativo.

Per tutti i 1.500 ragazzi contatti a Modena, Reggio Emilia e Rimini il contratto più presente è quello a tempo determinato, in particolare a Modena gli avviamenti con questa tipologia contrattuale sono pari al 34,5% del totale; al secondo posto troviamo il lavoro interinale (sia a Modena - 25,7% -che a Reggio) e al terzo posto il contratto di apprendistato (21,2% a Modena). Per tutte e tre le tipologie contrattuali la durata del rapporto di lavoro è breve: 3 mesi in media per il tempo determinato, 49 giorni per il lavoro interinale e 9 mesi per l'apprendistato. Il tempo indeterminato (non più percepito dai ragazzi come “posto fisso”) ha pochissimi avviamenti (7,7%) con una durata media che non supera i 16 mesi. Il tirocinio è un rapporto di lavoro residuale che coinvolge appena il 2% dei giovani modenesi iscritti al Centro per l'Impiego.

Tra i giovani residenti a Rimini e a Reggio Emilia si rilevano anche altri contratti collegati alle specificità territoriali come il contratto “intermittente” con occasioni di lavoro prevalentemente nella stagione estiva.

I contratti “migliori” (apprendistato e tempo indeterminato) durano di più tra i giovani di genere maschile, mentre alle ragazze occorre più tempo per rioccuparsi (6 mesi contro i 4 dei maschi).

Le mansioni sono dunque strettamente collegate alla tipologia contrattuale: il contratto a tempo determinato non è legato a specifiche mansioni, mentre il contratto interinale è utilizzato per assumere operai generici o specializzati, il contratto intermittente per assumere baristi, camerieri, lavapiatti, cassieri.

Nel contesto modenese ogni giovane ha avuto in media 2-3 occasioni di lavoro all'anno, con una durata media contrattuale, per ciascuna occasione, di 5 mesi; inoltre occorrono circa 5 mesi per trovare nuovamente un lavoro (6 mesi per le ragazze e 4 mesi per i ragazzi).

Tra le cause di cessazione del percorso lavorativo prevale la fine naturale del rapporto di lavoro (51,6%), con pochi casi di licenziamento da parte del datore di lavoro (4,7%); il mancato superamento del periodo di prova ha riguardato il 7% dei ragazzi, mentre si sottolinea che un giovane su 4 (24,2%) ha cessato il lavoro per dimissioni volontarie, in particolare nei contratti di apprendistato e a tempo indeterminato. Nei casi di dimissioni volontarie si è reso necessario un approfondimento con interviste ai giovani che hanno effettuato questa scelta; in molte situazioni, tra le motivazioni descritte (“la titolare mi ha obbligato a dimettermi”, “si è concluso perché non venivo pagata”, “credevo di lavorare in nero solo per 15 giorni, poi ho lavorato lì per tre mesi...”) emerge da parte dei giovani una scarsa conoscenza/consapevolezza degli strumenti di cui possono disporre nella loro esperienza lavorativa.

La maggior parte dei giovani contattati presenta un iter frammentato con desideri professionali che difficilmente riescono a trasformarsi in percorsi lavorativi dotati di progettualità Prevale il senso di fallimento, l'instabilità che li portano ad agire dettati unicamente dall'urgenza e dalla necessità di una retribuzione. Spesso i ragazzi lamentano ostacoli percepiti come insormontabili e una scarsa capacità di attivazione sul mercato del lavoro, frutto anche di scelte passate: insuccessi scolastici, scarsi o inadeguati percorsi di orientamento, mancanza di un titolo di studio o di competenze spendibili e trasversali, impossibilità di relazionarsi con adulti significativi.