Creare più occasioni per suonare. L'appello di cinque giovani musicisti veramente Jazz

"Giovani Jazzisti al Windsor", il primo appuntamento musicale con "Soul Food + Manuel Caliumi" raccontato da Stradanove.

Creare più occasioni per suonare.  L'appello di cinque giovani musicisti veramente Jazz

Ogni volta che chiudo gli occhi

per soffiare nella tromba,

guardo nel cuore della mia buona

vecchia New Orleans...

Mi ha dato qualcosa per cui vivere.”

Louis Armstrong

Raramente si riesce ad assistere ad un concerto Jazz, ma a volte capita e, quando a suonare sono giovani promettenti musicisti appena diplomati al conservatorio, non possiamo evitare di parlarne su queste colonne.

Quello che è stato messo in scena domenica 18 febbraio presso l'Officina Progetto Windsor di Modena, non è stato solo una performance musicale, è stato un toccante racconto musicato di un periodo storico complesso e pieno di profondi cambiamenti sociali che hanno interessato prima l'America e poi l'Europa del XX° secolo. Si è trattato un evento raro, di una opportunità imperdibile, e per questo degna di essere raccontata ai nostri lettori.

Le sonorità potenti e travolgenti, mai assordanti, hanno permesso al pubblico di immergersi totalmente in un'atmosfera intima e rilassante. Tra assoli di sassofono, batteria e pianola, si sono uditi i bicchieri di Whiskey sbattere sui tavoli delle bettole della vecchia New Orleans, frequentate nei primi anni del XX° secolo da gente povera ed emarginata, quegli stessi squallidi locali dove un giovane Louis Armstrong, non curante delle sue umili origini, fece grande la musica popolare degli schiavi neri. Egli fu tra i primi ad interpretare musicalmente l'identità e i sentimenti più profondi delle genti di colore, da secoli sopraffatte dal giogo dello schiavismo segregazionista degli Stati del Sud, re-inventando il RagTime (antesignano del Jazz), una musica vivace, sincopata, a volte volutamente cacofonica, che racconta sofferenze, tribolazioni ma pure una mai sopita voglia di Libertà e riscatto da parte dell'Uomo che, nonostante tutto, sopravvive e cerca un miglioramento delle sue condizioni.

Inutile rimanere impassibili alle contaminazioni africane ed haitiane: la musica stravolge le convenzioni a cui siamo abituati, producendo una grande liberazione di energia. Un genere, il Jazz, che trae spunti anche dal Blues, e che dunque non annoia mai, ma accompagna il pubblico in una intima riflessione personale sul proprio vissuto, interrogandolo sulle proprie convinzioni e permettendogli di mettere a fuoco priorità e significato dell'esistenza.

I bravissimi Manuel Caliumi (sassofono), Davide Raisi (chitarra), Francesco Piccinini (pianoforte), Francesco Zaccanti (contrabbasso) e Riccardo Cocetti (batteria), domenica pomeriggio ci hanno regalato intense emozioni che non svaniranno nemmeno dopo aver ascoltato centinaia di brani commerciali, ma rimarranno scolpite nelle nostre memorie e produrranno nuove esperienze. Ai giorni nostri, nel loro piccolo, questi giovani talenti proseguiranno l'opera dei grandi del Jazz: attualizzandolo, conferendogli nuovi significati e nuove prospettive.

Hanno presentato la serata Mauro Bompani, presidente della sede di Modena della Gioventù Musicale Italiana; Stefano Calzolari pianista Jazz e docente, direttore artistico dei tre eventi jazz di GMI presso l'Officina Windsor e Francesco Martinelli rappresentante della Rete degli Studenti che anima le attività all'Officina Windsor insieme ad altre Associazioni.

L'INTERVISTA

Stradanove era tra il pubblico, alla fine del concerto, dopo un piatto di cous cous, ha intervistato Davide Raisi, per il quale il Jazz è stata “una scoperta fatta quando ero studente della scuola di musica che mi ha appassionato e che continuo a coltivare”.

Ci dice che suonano in genere un paio di volte al mese e che accolgono tutte le proposte che gli arrivano

“con il minimo di compenso da noi previsto”. Hanno suonato in diversi locali della provincia, in particolare in città e a Pavullo. A questo proposito insiste sul fatto che“non ci sono tante possibilità di suonare e per cercare di esibirci ci siamo tutti attivati per cercare nuove opportunità”. A Modena, insiste Davide, “C'è un panorama piccolo per potere suonare e l'appello che rivolgiamo a tutti è di creare più occasioni per esibirsi, anche perché per chi vuole imparare le scuola di musica non mancano.

Il pubblico dei loro concerti, come quello del Windsor, è diversificato, costituito da giovani e adulti, da persone appassionate o solo curiose di sentire giovani musicisti all'opera (come i due giovani di Scandiano che hanno trovato su Internet questo evento). “Poi nei concerti ci sono sempre amici e conoscenti che ci accompagnano” precisa Davide.

Infine il giovane chitarrista ci dice che la musica per i cinque musicisti è diventato il loro mestiere, con i concerti e l'insegnamento che offrono ai nuovi allievi.

Stradanove, attraverso questo articolo, testimonia il sostegno a questi cinque giovani jazzisti nel loro percorso di formazione e inserimento nell'ambiente professionale.

Prossimi appuntamenti al Windsor: 4 marzo 2018 ore 17.30 con Dear Ornette Trio e 8 aprile 2018 ore 17.00 con Open Young Quartet.


Scarica il programma della rasssegna "Giovani Jazzisti al Windsor Park"


L.

Redazione Stradanove



Si ringrazia per la documentazione fotografica: Fabrizio Toscan