Chi ha paura dell'Agenda 2030?

Il 27/11 l'Associazione per la RSI di Modena festeggia il suo decimo anniversario, e per l'occasione la redazione intervista il team di Focus Lab per un punto di vista “giovane”

Chi ha paura dell'Agenda 2030?

Se ti dicessimo che cambiare il mondo è possibile, ci crederesti?

Se sei un ventenne, forse sì. Infatti rispetto alle generazioni che li hanno preceduti, i ragazzi oggi tendono ad essere più attenti ai problemi del nostro tempo – che si tratti di lavoro, di sostenibilità o di surriscaldamento globale.

Molti sono anche disposti a scendere in piazza e a battersi per il diritto a un futuro migliore, come dimostra l'affluenza ai Fridays for Future: una manifestazione fatta appunto da giovanissimi, spesso molto più sul pezzo su ciò che è politicamente rilevante rispetto agli adulti che li criticano.

Giovane a chi?

Stiamo parlando della cosiddetta Generazione Z: ragazzi di età compresa tra i 14 e i 24 anni, che rappresentano il 16% della popolazione mondiale. Si tratta della più grande generazione di giovani nella storia del pianeta.

Forse è anche grazie a questa spinta sotterranea che nel 2015 i leader dei paesi ONU hanno deciso di firmare l'Agenda 2030, "un programma d'azione per le persone, il pianeta e la prosperità". O almeno sarebbe bello pensarlo.

L'esistenza di questo accordo è già di per sé un traguardo importante, una presa di posizione fino ad ora senza precedenti per ambizione e sforzi messi in campo. Una promessa alle generazioni più giovani, che se mantenuta potrebbe cambiarne le prospettive per il futuro.

Ma vediamo insieme di cosa si tratta.

Obiettivo 2030.

L'Agenda 2030 è una lista di 17 obiettivi che traccia una linea guida sui passi da compiere – entro i prossimi dieci anni – per raggiungere risultati tangibili sul tema della sostenibilità.

Il 2030 però non è una data così distante, e la strada sembra ancora lunga. Soprattutto se pensiamo a quanti "passi", o sotto-obiettivi, saranno necessari: l'Agenda ne individua 169, misurabili attraverso centinaia di indicatori. Cifre che rendono bene l'idea della complessità del problema.

Ma se il problema è così complesso, è possibile risolverlo?

Una nuova rotta.

La novità più grande portata dall'Agenda 2030 è proprio il modo diverso e "stratificato" con cui interpretare il modello di sviluppo sostenibile: non ci si accontenta più di trovare “solo” una soluzione alla questione ambientale, che comunque rimane di drammatica importanza, ma si cerca anche di dare risposte ai bisogni primari delle persone, di garantirne il benessere e le opportunità di crescita individuale. Perché quando parliamo di sostenibilità parliamo anche di economia, società, istituzioni.

Ma in una prospettiva così vasta, Modena che ruolo può avere? Ci sono imprese che se ne occupano, e se sì come?

La realtà modenese e i suoi pionieri.

Quando si parla di sostenibilità a Modena è difficile non fare il nome di Walter Sancassiani, che durante il Forum finale dell'Associazione per la RSI è stato premiato proprio per iniziative coerenti con l'Agenda 2030. Da oltre venticinque anni si occupa di progetti di innovazione sostenibile: project manager, facilitatore e giornalista, è stato l'ideatore del Club Imprese Modenesi per la RSI, dalla cui esperienza è nata poi l'Associazione.

Nel 2001 fonda Focus Lab – una società di consulenza che lavora sui temi della sostenibilità e della responsabilità sociale di impresa – e nel 2016 ottiene la certificazione B Corp®. Si tratta di un riconoscimento internazionale per le aziende che raggiungono un alto standard di qualità nella propria performance ambientale e sociale.

Focus Lab è la prima azienda in Emilia-Romagna a raggiungere questo risultato, e una delle prime in Italia.

L'intervista.

Stradanove ne ha intervistato il team: Matilde Gorni (27 anni, è la nuova recluta) e Loris Manicardi (33 anni e dieci di esperienza). Insieme a loro indagheremo su cosa voglia dire occuparsi di sostenibilità, specialmente da un punto di vista "giovane".

Leggimi!


E tu cosa puoi fare?

Per portare un po' di sostenibilità nella tua vita puoi iniziare mangiando meno carne, acquistando prodotti locali e senza imballaggi in plastica, stando attento al consumo di acqua e preferendo la bicicletta e i mezzi pubblici alla macchina – così come il treno all'aereo. E ovviamente puoi riciclare il più possibile.

La motivazione?

Se il nostro articolo non ti è bastato, forse puoi trovarla nelle parole di Ban Ki-Moon, ex-segretario generale delle Nazioni Unite: “Non abbiamo un piano B, perché non esiste un pianeta B”, che non a caso è diventato anche lo slogan dei Fridays for Future.

A cura di

Laura Pergreffi

Con la collaborazione di

Elisa Zanetti

dicembre 2019






Ti è rimasta ancora della curiosità?

Leggi il nostro racconto del forum "Felicità e Lavoro".

Leggi l'intervista a Claudio Testi, vicepresidente dell'Associazione per la RSI.

Non ti basta?




Stradanove ha raccontato anche i Fridays for Future:

Leggi la nostra esperienza durante lo sciopero di venerdì 27 settembre.

Leggi la nostra intervista a Morgan Bazalgette, attivista del movimento "FridayForFuture Modena".

Leggi l'approfondimento sul documentario “Before the Flood”.