Buon Compleanno Luciano!

Spesso mi sono chiesto se il «benpensante» è anche uno che pensa. In realtà non pensa affatto, anche perché, a forza di pensarla come la pensano gli altri, gli si è atrofizzato il cervello. Luciano De Crescenzo

Buon Compleanno Luciano!

Se senti chiamare Luciano a Modena pensi subito a lui, a Luciano Pavarotti, ma in questo caso ci riferiamo ad un altro: Luciano De Crescenzo, napoletano. In questi giorni, il regista, scrittore, showman, filosofo, compie 90 anni e 40 di carriera. Stradanove, ricordandone i passaggi di vita e le tappe artistiche, vorrebbe far conoscere ai giovani chi giovane non è più ma che certamente una grande giovialità trasmette ancora: il primo tra i sintomi dell'essere rimasti giovani dentro, nonostante l'inesorabile scorrere del tempo. Tic tac tic tac... lo sentite il tempo che passa e mai più torna indietro? E' infatti il tempo l'unica cosa che non torna mai indietro nella Vita. Il denaro perso, un amico che si è allontanato, un amore perduto, queste cose possono sempre tornare indietro, ma il tempo no, mai! Partiamo da questa famosa riflessione di De Crescenzo, che infatti è sempre stato ossessionato dal tempo, si è sempre sforzato di capirlo, comprenderlo, forse nel vano tentativo di sospenderlo o rallentarlo, per conoscere un po' del personaggio e della sua vita. Cercare di rallentare o fermare il tempo non si può, ma questo è un sogno che di solito appartiene alle persone sagge, che riconoscono il tempo come valore fondamentale, o ai filosofi per l'appunto. Eppure Luciano non nasce come filosofo bensì come ingegnere della IBM nei primi anni '70. La storia è lunga e ora ve la raccontiamo per bene.

Quando era ancora ragazzo, ad una festa paesana, vide seduta su una sedia una bellissima ragazza e il giovane Luciano se ne innamorò a prima vista: fu così infatti che andò a sedersi vicino a lei e iniziò a parlarle. Conoscendola, scoprì che questa ragazza stava per iscriversi all'università e più precisamente alla facoltà di matematica. Quando lei gli chiese cosa volesse fare nella vita, lui rispose: “Che coincidenza! Il mio sogno è proprio quello di diventare un matematico e sto anch'io per iscrivermi alla facoltà di matematica!”. Quando le lezioni iniziarono, l'amore con questa ragazza purtroppo non ebbe seguito... Ma il giovane Luciano si “innamorò” di nuovo. Del professore di matematica questa volta! Un certo Caccioppoli (nipote del rivoluzionario russo Michail Bakunin – ma questa è un'altra storia) che ben presto diventò per Luciano un maestro di vita. Fu lì, tra calcoli ed equazioni, che Luciano apprese la passione per i ragionamenti filosofici, sebbene avesse sempre avuto per il pensiero una certa predilezione. Dopo essersi laureato in Ingegneria Idraulica col massimo dei voti presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II", capì nel 1976 quale fosse la sua vera vocazione: quella di "scrittore divulgatore". Infatti, dopo un periodo di circa venti anni presso l'IBM in cui era stato tra l'altro promosso dirigente, decise di lasciare il suo lavoro e dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, favorito anche dall'interessamento di Maurizio Costanzo, padrino della sua prima opera, “Così parlò Bellavista”.

Quando la notorietà arrivò aveva già venduto 600'000 copie del suo libro e venne anche tradotto in giapponese diventando best-seller nel paese del Sol Levante. Luciano si dedicò particolarmente a divulgare le opere da lui commentate dei filosofi dell'età classica: è stato capace di introdurre anche il lettore più inesperto ai problemi sollevati dalla filosofia antica, quella di Socrate, Platone e Aristotele. Sebbene gli “addetti ai lavori” dell'epoca non lo presero mai sul serio, snobbandolo, come spesso accade quando una persona capace arriva dove altri faticano inutilmente, oggi le sue opere sono rilette e apprezzate per lucidità e grande capacità di coinvolgimento, anche da quegli stessi addetti ai lavori. Negli anni '80 approdò alle televisioni dove riuscì ad ampliare il suo pubblico, costituito spesso da giovani annoiati, alle prime armi con la filosofia, che vennero stimolati a leggere ed informarsi grazie soprattutto alla simpatia di Luciano, il quale ha sempre preso la vita dalla parte giusta, ovvero con ironia. Contemporaneamente iniziarono collaborazioni artistiche con Renzo Arbore e Roberto Benigni, due dei più grandi intrattenitori italiani della storia. Più tardi intraprese esperienze di cinema lavorando con Lina Wertmüller, Sophia Loren, Luca De Filippo e Isabella Rossellini. Una delle sue opere cinematografiche più famose è stata il “Pap'occhio” in cui interpreta il Padreterno. È del 1982 il film “Quasi quasi mi sposo” mentre nel 1984 prende parte alla trasposizione cinematografica del suo primo libro “Così parlò Bellavista”. Nel 1994, meritevole per aver svolto una lunga opera di divulgazione filosofica agli italiani (e non solo), la città di Atene gli conferì la cittadinanza onoraria. Oggi ha 90 anni, è in ottima forma fisica, risiede ancora nella stessa casa dove si trasferì 40 anni prima, va al bar tutte le mattine e scrive al computer, ma quella ragazza non è ancora tornata... forse anche certi amori non tornano più!

Se volete conoscerlo o riscoprirlo, è del 2016 il documentario di Antonio Napoli “Così parlò De Crescenzo”; con partecipazione del sociologo Domenico De Masi, Isabella Rossellini, Renzo Arbore e tanti altri.

Lu. Bi.

Agosto 2018