“MA ESISTONO LE CATTIVE COMPAGNIE…?”

“Droghe, alcool, cattive compagnie: cosa possono fare i genitori? Ne abbiamo parlato con Renzo Marzola, psicologo del Servizio Dipendenze Patologiche di Vignola

“MA ESISTONO LE CATTIVE COMPAGNIE…?”

Il progetto rete di prevenzione del Comune di Modena ha programmato tre incontri sulla tematica “Droghe e Alcool: Cosa devono sapere i genitori”. Renzo Marzola, psicologo del Servizio Dipendenze Patologiche di Vignola e relatore del terzo incontro (“Ma esistono le cattive compagnie?”, tenutosi lo scorso 30 novembre), ci ha rilasciato un’intervista con l'obbiettivo di proporre possibili orientamenti ai genitori con figli in età scolastica.

Esistono le cattive compagnie?

Esistono, certamente. Ma il vero problema è porre attenzione a cosa spinge i nostri figli verso le cattive compagnie, perché quando vanno verso le cattive compagnie hanno degli aspetti dentro di loro che hanno a che fare con gli aspetti negativi di quella compagnia.

Secondo lei, cosa spinge ai ragazzi a scegliere la strada delle droghe e alcool?

La modalità possono essere molte, ma tutte passano assolutamente sotto almeno un punto di condivisione importantissimo: l'incapacità di gestire la condizione di malessere o la necessità di trovare una condizione di benessere in modo facile, immediato e semplice.

Perché i genitori pensano che i loro figli non siano mai responsabili?

Le risposte possono essere molte, ma potrei dire banalmente per paura: hanno sempre timore che il figlio abbia bisogno di maggiore educazione, di maggiore attenzione perché corrisponde a una parte di paura intima complicata ed è un atteggiamento difensivo. In realtà, qualche volta è anche vero, molte altre volte è una mancanza di fiducia, di attenzione vera alle capacità del figlio.

Regole, comunicazione o tutte e due?

Tutte e due. Tutto quello che abbiamo discusso questa mattina non era altro che il tentativo di chiederci, come genitori, come mantenere il valore, le regole o il vivere sociale, comunicando tutto in una forma diversa, più di vicinanza affettiva e anche temporale ai propri figli.

Come possiamo identificare un ragazzo con problemi di droghe o alcool?

Questa mattina è stato presentato un piccolo decalogo che dice stare attenti a certi segnali - sono una decina -ma non solo. Dovendoli sintetizzare in due soli punti, però, direi che bisogna stare attenti a quei cambiamenti che ci appaiano significativi nei nostri figli e che hanno anche fare con uscite eccessive, con tensione particolare, con nervosismo, con cambiamenti di umore, con il disagio scolastico, col non andare più bene a scuola. Insomma, ce  ne sono molti. Però stando attenti ai segnali si può capire che certe cose non vanno.

Il cambio generazionale è una barriera tra i genitori e i figli?

È una barriera da secoli e da sempre, nel senso che è complicato sempre. Noi non possiamo permetterci di sperare che i nostri figli crescano come le piante, in modo naturale.

Che possiamo fare?

Quello che stiamo facendo: ci si incontra, ci si parla, ci si confronta in dialogo che non deve mai venir meno.