Viveca Sten, "Questa notte morirai"

Una trama che, fin dalle prime pagine, si annuncia originale e coinvolgente e che offre parecchi spunti di riflessione.

Viveca Sten, "Questa notte morirai"

Ero diffidente, quando ho iniziato la lettura del nuovo thriller di Viveca Sten, "Questa notte morirai". Il romanzo precedente, "Nel nome di mio padre", mi era parso banale, ne avevo ‘salvato’ solo l’affascinante ambientazione nell’isola di Sandhamm, un incanto della natura nell’arcipelago al largo di Stoccolma. E invece ho colto subito un piglio diverso nella scrittura e una trama che, fin dalle prime pagine, si annunciava originale e coinvolgente. Di più. Che offriva parecchi spunti di riflessione.

Un ragazzo di poco più di vent’anni viene ritrovato impiccato nella sua stanza del collegio universitario. Ha lasciato un messaggio senza firma, stampato da un computer. Il suo computer, però, è scomparso. Un suicidio? Niente del suo carattere lo lascia pensare. Studiava psicologia e stava lavorando ad una tesina sulla meccanica dei gruppi, in particolare sui Cacciatori costieri, un corpo scelto che per anni aveva avuto la sua base nell’isola di Korsö, di fronte a quella di Sandhamm. Il tabulato del suo cellulare registra chiamate fatte a parecchie persone che, nel lontano 1976, avevano fatto parte della stessa squadra di Cacciatori. L’ispettore Thomas Andreasson fa appena in tempo ad interrogare uno degli ex-cacciatori prima che questi sia trovato morto, annegato nella vasca da bagno, completamente vestito. È chiaro che è stato assassinato - l’uomo era ammalato di sclerosi multipla, era in condizioni penose, non avrebbe mai potuto raggiungere la vasca da solo.

Mi fermo qui a parlarvi della trama - seguiranno altre morti mentre i capitoli con la violenta narrativa ‘thriller’ principale si alternano ad altri capitoli di vicende più intime (la moglie di Thomas è di nuovo incinta dopo il dramma della morte in culla della loro prima bambina; Nora, l’amica di sempre di Thomas, soffre ancora per il divorzio dal marito ma inizia titubante un nuova relazione) e a quelli in cui leggiamo un diario del 1976-77. Chi lo scrive è una giovane recluta del corpo scelto dei Cacciatori, riconosciamo i nomi dei compagni che sono con lui e condividono la sua esperienza- sono gli uomini che lo studente intendeva contattare o aveva già contattato. Racconta di una durissima disciplina, di prove estreme che superano quanto sia possibile sopportare, di uno spirito di corpo e di una solidarietà che si instaurano tra i ragazzi aiutandoli a sopportare e a resistere. Erano queste le meccaniche di gruppo che sarebbero dovute essere sviscerate nella tesina del ragazzo morto impiccato. Con qualcosa in più che affiora pagina dopo pagina, con riluttanza, come se lo sconosciuto autore del diario avesse paura a mettere su carta qualcosa che i ragazzi esperimentano ogni giorno e che va al di là della disciplina militare che sono pronti ad accettare. Il tenente che comanda il gruppo delle otto reclute abusa del suo potere, ha problemi suoi che sfoga nel sadismo, nell’impartire ordini crudeli ed eccessivi, godendo delle sofferenze fisiche dei giovani Cacciatori. La chiave della soluzione dei delitti è in questo diario.

La trama del romanzo di Viveca Sten è invenzione della scrittrice, reale è invece il fatto che ci sia stata una base di difesa nell’isola di Korsö smantellata, poi, negli anni ‘90, e che ci fosse veramente il corpo scelto dei Cacciatori costieri. Non stentiamo a credere che un comportamento simile a quello del tenente sia possibile e le pagine del diario sono quanto mai interessanti, un piccolo romanzo a sé dentro il romanzo che scorre in un perfetto equilibrio tra tensione e mystery e quiete domestica, tra racconti di una durezza sconvolgente e storie di dolcezza famigliare, con il compleanno di un bambino e l’auscultazione del battito del cuore che annuncia una nuova vita.

Il finale non è scontato, preceduto da una scena dell’imbarcazione di Thomas su un mare in burrasca in cui la furia degli elementi sembra pareggiare il furore del desiderio di vendetta.

Ed. Marsilio, trad. A. Ferrari, pagg. 430, euro 15,73


Recensione a cura di

Marilia Piccone