VENDETTA!, MARIE CORELLI

Il ritorno del sepolto vivo

VENDETTA!, MARIE CORELLI

Scavare tra i titoli, muoversi con sensibilità lungo la storia della letteratura alla ricerca di brividi sconosciuti. Emozionarsi per una scoperta e decidere di condividerla. Di raccontare nuove storie attraverso storie già raccontate.

   La Gargoyle ha questo vizio. Che per fortuna non vuole perdere. E dopo la trilogia vampirica di Varney e i romanzi brevi e introvabili di Le Fanu, con “Vendetta!” tira fuori dal cilindro un (gran) libro perduto – anzi mai trovato - datato 1886.
   L’autrice è l’inglese Marie Corelli, regina dei bestseller di epoca tardo vittoriana che può vantare nel suo curriculum “fan” eccellenti (la regina Vittoria, Margherita di Savoia, il poeta Alfred Tennyson), “nemici di penna” altrettanto famosi (si racconta che, visto il grande successo tra i lettori, si fosse attirata l’antipatia di Joseph Conrad e Mark Twain) e vendite (100.000 copie all’anno!) che anche oggi sarebbero notevolissime (e per l’epoca addirittura clamorose).


   Il segreto del suo successo? Raccontare di passioni, ricchezza, amori, violenze e intrighi con uno stile teatrale e al tempo stesso raffinato, capace di affascinare e subito dopo shoccare, incuriosire e al tempo stesso regalare un sogno (spesso virato di nero).


   Il protagonista di “Vendetta!” è il conte Fabio Romani, rampollo di una nobile famiglia napoletana che, dopo una giovinezza in cui le ragioni del cuore erano superate da quelle dell’amicizia e del (comunque morigerato) divertimento, incontra la bella Nina e se ne innamora perdutamente.


   Arriva il matrimonio, arriva la piccola stella, ma l’idillio si spezza nel 1884 quando ad arrivare è un’epidemia di colera che mette in ginocchio Napoli. Fabio (ovviamente) contrae il morbo e solo l’aiuto di un monaco che gli somministra un miracoloso infuso lo salva da una fine praticamente certa.


   Ma (esatto, c’è un ma, dopotutto siamo all’interno di un melodramma nero…) il lieto fine è lontano. L’intruglio salvifico, infatti, lo fa sprofondare in una sorta di sonno comatoso molto simile alla morte. Anzi, talmente simile che il conte viene seppellito vivo!


   Il risveglio nel mausoleo di famiglia, incanutito e smagrito all’inverosimile per la malattia, solo e disperato, senza (apparentemente) vie di fuga, è terribile e drammatico. Difficile immaginare qualcosa dei peggio.


   Difficile ma non impossibile, visto che l’autrice ha in serbo per il suo eroe destini ancor più neri: dopo aver concesso a Fabio una fuga fortunosa e insperata dalla cripta, infatti, Marie Corelli lo getta nella disperazione con un doppio tradimento: non solo l’amata moglie è già tra le braccia di un altro, ma questo altro è il pittore Guido Ferrari, il suo migliore amico.


   Ed è qui che il titolo del romanzo assume un senso: Vendetta (tremenda vendetta!)! Da consumare fredda, con crudeltà e senza pietà. Sfruttando il nuovo volto e la nuova anima nera che il colera e l’adulterio gli hanno lasciato in dono.


   Eleganza narrativa, misoginia diffusa, brividi ben diluiti, inaspettati momenti di commozione (notevole l’incontro tra Fabio e Stella), descrizioni “favolose” (la Napoli raccontata da Marie Corelli è abbastanza “fantasiosa”), bizzarrie storiche (c’è una comparsata di Umberto I di Savoia che definire improbabile è limitativo) e una capacità preziosa di costruire scene e scenografie fanno di “Vendetta!” un romanzo popolare appassionante e avvincente.

Marie Corelli, Vendetta!, Gargoyle, pagg. 345, euro 15