UN NATALE IN GIALLO, COSTA, FLAMIGNI, GIMÉNEZ-BARTLETT, MALVALDI, PASTOR, PIAZZESE, RECAMI

Jingle Bells?

UN NATALE IN GIALLO, COSTA, FLAMIGNI, GIMÉNEZ-BARTLETT, MALVALDI, PASTOR, PIAZZESE, RECAMI

Una bella idea, quella di ‘commissionare’ a un gruppo di scrittori di libri gialli un racconto in cui i personaggi da loro creati sono visti in una dimensione semplicemente umana, al di fuori delle loro mansioni. Ovvero, forse hanno anche a che fare con un crimine, ma, soprattutto, si trovano ad affrontare il Natale, festività che è diventata un incubo di impegni inderogabili per la maggior parte degli adulti, rimanendo solo una gioia per i bambini (e non si sa per quanto tempo resterà per loro un giorno circonfuso di alone magico, considerato il numero sempre più alto di pargoli che scelgono loro stessi i regali).


    Sette racconti lunghi sono dunque raccolti in “Un Natale in giallo”. Un unico filo conduttore, stili diversi, ambienti diversi. Facciamo una breve carrellata: è la vigilia di Natale della casa di ringhiera in cui vive Amedeo Consonni, il tappezziere in pensione e investigatore per caso protagonista del primo romanzo della serie di Francesco Recami (intitolato per l’appunto “La casa di ringhiera”).


   Niente di meglio che una casa di ringhiera con la sua miriade di appartamenti per rappresentare un microcosmo. Il via alla vicenda- ironicamente poliziesca- è il mitra giocattolo che Amedeo ha regalato al nipotino. Un’arma parlante, che proclama la presenza della polizia invitando ad uscire con mani  dietro la nuca. E il bambino sgattaiola fuori sul ballatoio e si diverte ad usarla davanti a varie porte. Con reazioni divertentissime che svelano ben più di un segreto…


   Il secondo racconto, “Un Natale di Petra”, di Alicia Giménez-Bartlett, è altrettanto divertente: la coppia Petra- Fermín fa scintille in questa vigilia di Natale in cui vengono chiamati in un ospedale dove c’è stato un morto. E’ probabile che si tratti di una resa di conti, facilitata dal fatto che ben quattro persone vestite da Babbo Natale sono entrate in ospedale con il pretesto di far divertire i bambini ricoverati.


   Santo Piazzese ci trasporta a Palermo, seguendo le riflessioni del suo simpatico personaggio Lorenzo La Marca, insegnante di biologia, e poi a Marsiglia, dove si svolge la storia raccontata dal suo amico e ispirata al gusto del whisky prezioso che stanno sorseggiando. Seguono le storie di Carlo Flamigni (densa di personaggi singolari) e di Gian Mauro Costa con lo sfigato Baiamonte.
   Marco Malvaldi porta s

ulla scena i suoi vecchietti del BarLume, un po’ furbi, un po’ rincoglioniti, che hanno a che fare con il caso dei cassonetti della raccolta dell’umido rovesciati in strada- un puzzo da non dire ma il divertimento è assicurato.


    Chiude la raccolta “Il giaciglio d’acciaio” di Ben Pastor, un tassello nella vita del suo eroe Martin Bora che, nel Natale del 1942, si trova a Stalingrado ed è sicuro che finirà lì i suoi giorni. Questo è il più drammatico dei racconti e potrebbe sembrare stonato, fuori luogo. Invece no, anzi, forse è proprio il contrario, perché, più di ogni altro racconto, ci ricorda la condizione umana- il triste divario tra l’annuale festa che invita alla pace, all’uguaglianza, alla fratellanza e la realtà quotidiana di un mondo in cui si ruba, si imbroglia, si uccide. E allora quanto stride con il significato del Natale, quel Natale del 1942 a Stalingrado. Nel paesaggio di gelo e di morte il contrasto è vivo nell’animo di Martin Bora, l’ufficiale della Wehrmacht che combatte per la Gemania e non per Hitler, che è costretto a fare il Male volendo il Bene. Ha mai avuto un senso, ha un senso, il Natale?

Costa, Flamigni, Giménez-Bartlett, Malvaldi, Pastor, Piazzese, Recami, Un Natale in giallo, Ed. Sellerio, pagg. 318, Euro 14,00