Nel labirinto di Sigge Eklund

"Anche se a volte tende al sensazionale, anche se ci sono troppi ‘casi’ fuori dalla norma, “Nel labirinto” è un romanzo intrigante e inquietante che si legge d’un fiato" (Marilia Piccone)

Nel labirinto di Sigge Eklund

Maggio 2010. Stoccolma. Magda, 11 anni, è scomparsa. È una pura coincidenza che il nome della bambina sia lo stesso della piccola Madeleine, la bimba bionda inglese scomparsa in Portogallo? Probabilmente sì e il romanzo non ha nulla a che fare con il caso del 2007, al di là dell’analogia della situazione che suona come un avvertimento per i genitori: anche i genitori di Magda- lui, Martin, lavora nell’editoria, lei, Åsa, è psicologa- sono andati a cena in un ristorante vicino a casa lasciando la figlia sola, anche loro (come i McCann) sono andati un paio di volte a controllare se la bambina dormiva. Finché Åsa si è accorta che Magda non era più nel suo letto. Dapprima pensava stesse giocando a nascondersi, poi ha dato l’allarme e sono scattate le ricerche. Nessuna traccia.

“Nel labirinto”, dello scrittore svedese Sigge Eklund, è un thriller psicologico- le indagini per ritrovare Magda sono del tutto assenti, sia i genitori, sia noi lettori, ‘sentiamo’ che della bambina non si saprà più nulla, mancano i personaggi soliti delle indagini poliziesche, cioè poliziotti o investigatori, e tutto ruota intorno ai genitori e alle persone che, in una qualche maniera, hanno a che fare con loro. In un tempo che si sposta a prima e dopo la scomparsa, Åsa e Martin, uno stretto collaboratore di Martin e la sua compagna, assumono un ruolo di primo piano, ci parlano di sé e del marito, o della compagna o compagno, del loro rapporto di coppia, del passato più lontano, quello dell’infanzia o dell’adolescenza, dei rapporti con i genitori. L’indagine sulla scomparsa di una bambina diventa un’indagine sulla vita di coppia, su come questa cambi quando nasce un bambino, su quanto si risentano le limitazioni che un bambino impone sul proprio tempo. È anche un’indagine sul ruolo della psicologia e dei consulenti psicologi nell’esistenza quotidiana, sull’opportunità dell’uso di farmaci nelle terapie. Sembra che tutti i personaggi, senza distinzione, abbiano avuto dei problemi o dei traumi, che tutti abbiano fatto ricorso ad un aiuto, e non sempre con esito positivo.

Come tutto questo porti alla scomparsa di Magda- lo leggerete voi.

Il labirinto del titolo non è solo un vero labirinto disegnato con ciottoli in una radura in un boschetto. Non è neppure solo il titolo di un romanzo trovato in un cassetto di Martin, scritto da un autore misterioso che forse ha usato uno pseudonimo. È il labirinto mentale in cui si aggirano i personaggi, incerti sulla direzione da prendere nella loro vita, sulle scelte sentimentali da fare, sulla giustezza dei loro comportamenti verso la bambina. Si intrecciano, le vite dei personaggi, a volte senza che loro lo sappiano, si passano accanto, proprio come se si aggirassero tra le mura di siepi di un labirinto. E a volte arrivano in un punto cieco e devono tornare sui loro passi. Anche il finale è come il punto cieco del labirinto. Una conclusione geniale e sconvolgente come solo un destino bendato può esserlo. Innocente come soltanto un assassino inconsapevole può esserlo. C’è un solo colpevole o ce ne sono tanti? Fate attenzione alla data, quando siete alla fine.

Un ultimo pensiero con una domanda: ma che tipo di genitori sono questi genitori svedesi (colti, senza problemi economici) che non sanno neppure dove scompaia a giocare la loro bambina di undici anni? E che presumono che, se va a giocare, debba avere degli amici con cui farlo, ma non ne sanno nulla?

Anche se a volte tende al sensazionale, anche se ci sono troppi ‘casi’ fuori dalla norma, “Nel labirinto” è un romanzo intrigante e inquietante che si legge d’un fiato.

Sigge Eklund, “Nel labirinto”

Ed. Marsilio, trad. Katia De Marco, pagg. 298, Euro 18,00

Recensione a cura di Marilia Piccone

Blog "Leggere a lume di candela"