LA MOGLIE STRANIERA, JAN GUILLOU

Il seguito de “I ponti di Bergen” non delude: interessante, senza guizzi stupefacenti ma anche senza cadute nella noia. Una lettura che si può consigliare a chiunque

LA MOGLIE STRANIERA, JAN GUILLOU

Quando abbiamo terminato di leggere “I ponti di Bergen” siamo rimasti con la curiosità del ‘e poi? Che ne sarà dei fratelli Lauritzen?’. E’ uscito ora il seguito, “La moglie straniera”, e non delude, come può capitare quando si tratta di un secondo romanzo in cui inevitabilmente si attenua la brillantezza della prima introduzione dei personaggi.

Abbiamo lasciato Lauritz in Norvegia e Oskar in Africa mentre davano la scalata al successo, dimostrando che era valsa la pena far studiare quei ragazzini figli di un pescatore che erano riusciti a prendere la laurea in ingegneria a Dresda- Lauritz sfidando una natura di ghiacci e neve per costruire la ferrovia Oslo-Bergen e Oskar affrontando i pericoli della foresta per la posa dei binari in Africa. Non possono che continuare la loro ascesa, i nostri due personaggi, nulla può fermarli, almeno nella prima metà del libro.

Sembrano baciati da una meritata fortuna- ricchezza, prestigio, felicità familiare. Guillou ha un occhio molto attento a sottolineare i cambiamenti nella società dell’inizio del ‘900, soprattutto per quello che riguarda la condizione femminile. La baronessina tedesca Ingeborg è all’avanguardia sui suoi tempi: l’amore viene prima di tutto e lei non si lascerà intimidire dal padre che rifiuta di darla in sposa ad un plebeo come è Lauritz. Ingeborg è testarda- vale la pena di esserlo con Lauritz, perfino suo padre dovrà capitolare e convincersi che c’è un nuovo tipo di uomini che si stanno facendo strada.

Ingeborg abbatte i tabù del sesso, lotta per il diritto di voto alle donne, riesce a realizzare il suo sogno: frequentare l’università e laurearsi in medicina. Un’impresa straordinaria per una donna del suo tempo, anche se va detto che i soldi spianano molte difficoltà pratiche. In più ha al suo fianco un uomo non da poco che la capisce e sostiene le sue aspirazioni.

La levatura morale di Lauritz è la stessa di Oskar- viene fatto di domandarci, leggendo il libro, se tutti i norvegesi siano così. Perché anche quando scoppia la guerra, nel 1914, e Oskar, che si preparava a ritornare in patria, resta bloccato in Africa, il suo comportamento è al di sopra della norma. Oskar il cacciatore di elefanti, Oskar che ha respinto un attacco indigeno, si arruola ma si rifiuta di sparare agli uomini- sparerà solo ai cavalli.

C’è un cambiamento di atmosfera graduale ma radicale tra la prima e la seconda parte del romanzo. Se la scena che meglio rappresenta la prima parte è quella della regata di Kiel- luminosa, solare, colorata dall’enorme vela con la bandiera norvegese issata sull’imbarcazione di un Lauritz vittorioso-, una miriade di scene cupe costellano le pagine del libro dopo l’annuncio a sorpresa dello scoppio della guerra. Nella innocente e candida Norvegia alcuni ragazzini se la prendono con il figlio di sette anni di Lauritz perché figlio di una donna tedesca, nell’Africa tedesca orientale navi inglesi cannoneggiano una città addormentata- una strage. Il cambiamento di Lauritz, il suo arrendersi alla necessità dell’esilio, non è nulla al paragone di come la guerra fa cambiare Oskar. L’uomo che sparava ai cavalli riceverà una croce di ferro di prima classe per aver ucciso 163 ufficiali inglesi. Mirando alla testa.

Un aspetto interessante de “La moglie straniera” è la prospettiva da cui viene osservata la Grande Guerra. Nulla viene detto dei combattimenti che si svolgono in Europa, perché nessuna notizia arriva in Africa, Oskar non sa nulla. E i tedeschi sono combattenti modello che mai farebbero come gli inglesi che si sbarazzano dei feriti uccidendoli, o come i belgi, i peggiori in assoluto, basti vedere che cosa hanno fatto in Congo.

Una saga originale, quella di Guillou, per l’ambientazione e per i personaggi. Interessante, senza guizzi stupefacenti ma anche senza cadute nella noia. Una lettura che si può consigliare a chiunque.

Jan Guillou, La moglie straniera, Ed. Corbaccio, trad. Umberto Ghidoni, pagg. 313, Euro 18,60