"Il segreto di Maša" di Drago Hedl

"Quelli di Drago Hedl non sono thriller banali, non possono neppure definirsi propriamente thriller, né semplicemente polizieschi. Sono romanzi-inchiesta, romanzi-denuncia. Per aprirci gli occhi" (M. Piccone).

"Il segreto di Maša" di Drago Hedl

Osijek, capitale storica e culturale della Slavonia, quarta città della Croazia. Ci siamo già stati, nel precedente romanzo di Drago Hedl, “Silenzio elettorale”. Ricordiamo l’ispettore Vladimir Kova e il suo ‘doppio’, il giovane giornalista d’inchiesta Stribor Kralj. L’ispettore incorruttibile e il giornalista che sfiora la morte nella sua passione per la verità. “Silenzio elettorale” era il primo di una trilogia di romanzi, una sorta di introduzione a quella che si rivela sempre più voler essere una denuncia, nascosta (e neppure tanto) sotto forma di romanzo, del sistema di corruzione malavitosa in tutte le sfere del potere.

Un uomo, chiaramente con disturbi mentali, tiene d’occhio una bella ragazza bionda che corre ogni sera lungo l’argine del fiume. Vladimir Kova riprende servizio dopo essere stato in pericolo di vita (gli avevano sparato durante l’indagine precedentemente in corso), ma il nuovo capo della polizia non se ne rallegra affatto.

Stribor Kralj, che sta per diventare padre, vuole scoprire chi ci fosse dietro il suo rapimento quando cercava di appurare la ‘vera’ verità sulle ragazzine uccise (il caso di “Silenzio elettorale”) - le tracce lo portano a Belgrado e gli rivelano un grosso traffico d’armi. La bella ragazza bionda viene ritrovata morta. In apparenza è stata investita da un’auto mentre faceva jogging. Fin da subito né Kova né Stribor credono a questa versione dei fatti. E c’è un nome che ritorna sempre, quello di Horvati, l’uomo politico che era stato incriminato per l’assassinio delle due ragazze in “Silenzio elettorale” e che ora esce di prigione - recita la parte della vittima, Horvati: è stato accusato ingiustamente (il suo avvocato è il padre di Maša, la jogger bionda), la sua candidatura alla carica di Ministro degli Interni è inamovibile (la gente dimentica in fretta, si sa), mentre l’avvocato punta alla nomina di Presidente della Corte Suprema.

E poi il voyeur, l’uomo a cui piaceva guardare Maša correre e che aveva iniziato a mandarle messaggi erotici sul cellulare, si impicca nella sua cucina. O meglio, viene trovato impiccato. Il colpevole è servito su un vassoio d’argento. Perché mai Kova si intestardisce a proseguire le indagini e va a interrogare un sacerdote a cui Maša  avrebbe confessato un segreto, ricattandolo con la minaccia di dar seguito ad un’inchiesta su presunte molestie in sacrestia da parte dell’anziano sacerdote su minori?

Lo stile di Drago Hedl è asciutto, quasi semplice - si è tentati di darne la colpa alla traduzione o alla diversità della lingua. Ma questo è lo stile del giornalista più che del romanziere, e in tutto il libro si avverte l’urgenza di voler dire qualcosa, di denunciare, di puntare il dito contro la collusione fra uomini politici, magistrati e polizia, di smascherare chi si nasconde dietro l’immunità parlamentare, di mettere in guardia dai sodalizi delle mafie serbe e croate, dal nuovo redditizio traffico d’armi che sta sostituendo o affiancando quello di droga e di essere umani.

Se la scena d’azione di “Silenzio elettorale” si alternava tra Osijek e Zagabria, qui si sposta tra Osijek e Belgrado - ancora un contrasto, ancora un doppio, con fantasmi della guerra che zoppicano sulla gamba sola di Badža Millepiedi, il boss che fornisce informazioni sull’impresa ‘di facciata e rifinitura’ (splendida perifrasi) che si è occupata del rapimento di Stribor. Pensiamo sempre più a “Millennium” del peraltro insuperabile Stieg Larsson, leggendo “Il segreto di Maša”. Stieg Larsson a cui, tuttavia, lo scrittore croato non vuole essere paragonato (come mi ha detto nell’intervista del 2017) - Drago Hedl non ci tiene a morire giovane come l’autore della trilogia svedese.

"Il segreto di Maša" termina lasciando molte questioni in sospeso: attendiamo con ansia e curiosità il terzo libro della serie. Quelli di Drago Hedl non sono thriller banali, non possono neppure definirsi propriamente thriller, né semplicemente polizieschi. Sono romanzi-inchiesta, romanzi-denuncia. Per aprirci gli occhi.

Ed. Marsilio, trad. Estera Miočić, pagg. 276, Euro 17,00



Recensione a cura di

Marilia Piccone

leggerealumedicandela.blogspot.it

Maggio 2019

Leggi l'intervista a Drago Held realizzata da Marilia Piccone a in merito al romanzo "Silenzio elettorale", novembre 2017.

Leggi la recensione del libro "Silenzio elettorale" scritta da Marilia Piccone.

Leggi l'intervista a Drago Held realizzata da Marilia Piccone in merito al romanzo "Il segreto di Maša", maggio 2019.