“Nero ananas”, di Valerio Aiolli

Nel romanzo di Aiolli riaffiorano i "ricordi di un periodo buio in cui il terrore era quotidiano e le vittime di quel terrore troppo numerose." Tematiche sensibili raccontate con uno stile che lascia il segno.

 “Nero ananas”, di Valerio Aiolli

Non lasciatevi fuorviare dal titolo, “Nero ananas”. Il romanzo di Valerio Aiolli non è un thriller a base di, chissà, un ananas avvelenato. L’ananas è una granata dalla forma che ricorda quella del frutto e ‘nero’ è il colore di quegli anni in Italia, gli ‘anni di piombo’ che incominciarono il 12 dicembre 1969, con ‘il botto’ (nel libro viene sempre chiamato così)- l’attentato terroristico nella banca Nazionale dell’Agricoltura in Piazza Fontana a Milano: 17 i morti, 88 i feriti, l’Italia sotto shock. E il racconto di Valerio Aielli si chiude con un altro attentato a Milano, quattro anni dopo, il 17 maggio 1973 alla Questura di Milano. L’obiettivo era colpire il Ministro dell’Interno Mariano Rumor e invece l’esplosione della bomba causò la morte di quattro delle persone presenti e il ferimento di altre 52.

I capitoli di “Nero ananas” hanno per titolo una data oppure, più spesso, il nome, anzi, il soprannome di uno dei personaggi, o anticipano la frase con cui inizia il capitolo e questi sono inserti speciali dentro il libro, un piccolo romanzo di formazione di un ragazzino che sua sorella chiama affettuosamente ‘Calimero’ e che vedrà cambiare la sua famiglia, tutto il suo mondo in quegli anni.

Il Dottore, il Pio, il Samurai, Falstaff, zio Otto - impariamo a poco a poco a riconoscerli, a capire che cosa li abbia trascinati nella lotta armata, chi sia ‘il capo’ e chi esegua gli ordini, chi abbia dei dubbi, chi sia un cane sciolto, come l’anarchico, ex ragazzo sbandato che finirà l’apprendistato in un kibbutz in Israele e sarà lui a gettare la bomba alla Questura di Milano. Lo scrittore preferisce non fare nomi, “Nero ananas” non vuole essere un saggio storico, chi si ricorda può collegare i soprannomi a facce e nomi, chi vuole può fare ricerche sfruttando i dettagli della parte che conclude il libro e che soddisfa il desiderio di sapere che cosa ne sia stato dei protagonisti dopo gli anni del furore. Mentre seguiamo la scalata del Pio al potere (c’è un che di ironico nel sottolineare la sua religiosità che confina con il bigottismo), appare un altro personaggio accanto ai terroristi e questo ha un soprannome in inglese- the Captain. Rappresenta i servizi segreti, italiani e americani, anche loro in qualche maniera coinvolti nelle trame di quella ‘strategia della tensione’.

E poi c’è Calimero, nel ‘romanzo dentro il romanzo’, la parte più bella del libro. Calimero che adora la sorella che ha dieci anni più di lui, con il suo sorriso di luce, la mano che gli scompiglia i capelli, i ragazzi che la corteggiano e che poi ‘finiscono nella botola’ (secondo il lessico famigliare). Vivono a Firenze (importante, questa visione decentrata di quanto sta avvenendo in Italia), sono un riassunto di tutta l’Italia, con il padre calabrese e la madre fiorentina. Ad un certo punto, che coincide più o meno con il tragico 12 dicembre, la sorella se ne va di casa. Forse è andata via con i suoi amici ‘cinesi’ (altro vocabolo del lessico famigliare). Calimero viene mandato dallo zio a Reggio Calabria, segue in televisione le cronache degli attentati, il seguito delle indagini su piazza Fontana- il colpevole è Valpreda, no, forse non è lui, chi sarebbe così stupido da farsi portare da un taxi a piazzare una bomba?-, la sorella riappare, è cambiata, scompare di nuovo. E la madre incomincia a uscire la sera: il disfacimento della famiglia è l’epitome di quanto sta avvenendo nel nostro paese.

Sarebbe stato meglio che “Nero ananas” fosse quello che il titolo poteva indurci a pensare, che fosse un romanzo di pura invenzione. Non lo è. Riporta alla memoria ricordi di un periodo buio in cui il terrore era quotidiano e le vittime di quel terrore troppo numerose, con uno stile vario, con un’alternanza di personaggi sulla scena, collocando il lettore nella posizione dello spettatore impotente- quella di Calimero.

“Nero ananas” è tra i dodici libri candidati al premio Strega 2019.


Ed. Voland, pagg. 352, Euro 17,00

Recensione a cura di

Marilia Piccone

leggerealumedicandela.blogspot.it

Giugno 2019