“La donna scomparsa” di Sara Blaedel

La tensione tipica del genere ‘giallo’, la corsa per fermare l’assassino, il dubbio sulla sua identità si uniscono ad altre due tracce narrative in questo romanzo...(M.Piccone).

“La donna scomparsa” di Sara Blaedel

Scena iniziale nel buio. Anzi. Contrasto fra un interno di luce e il buio esterno. Tra una scena di tranquilla quotidianità familiare (una donna che si affaccenda in cucina) e la canna di un fucile puntata sulla finestra. Quasi un’opposizione visiva di Bene e Male.

Lo sparo colpisce la donna in piena fronte. Gli schizzi di sangue macchiano la camicia del marito. La figlia adolescente, sulla soglia di casa, ha una fuggevole visione dell’uomo che ha sparato.

Sapremo più tardi che questa scena si è svolta in una cittadina inglese, perché subito dopo l’obiettivo si sposta in Danimarca sulla coppia di ispettori della Omicidi che già conosciamo, Louise Rick ed Eik Nordstrøm. Ormai convivono, tutto sembra andare per il meglio. Poi un banale litigio, Eik esce con il cane per andare a comperare le sigarette e…scompare (come da manuale). Non è da Eik, però, scomparire abbandonando il cane fuori dal negozio (pazienza non farsi vivo con Louise, ma lasciare il cane al freddo, no, non è da lui). Quando Louise avrà notizie di lui, Eik è stato arrestato per inquinamento di prove in Inghilterra. Era andato in Inghilterra così, un momento per l’altro? A fare che cosa? Qual è il suo legame con la donna che è stata uccisa e che era danese?

Finalmente, ne “La donna scomparsa”, sappiamo di più di quello che è successo in passato e di cui c’erano solo dei cenni nei romanzi precedenti, quando un giovane Eik, in barca nel Mediterraneo, aveva litigato con la sua ragazza, era sceso a terra, la barca era salpata senza di lui e in seguito i corpi dei due occasionali compagni di viaggio (proprietari dell’imbarcazione) erano stati trovati in mare, annegati. Nessuna traccia della ragazza che risultava ‘scomparsa’ da allora, diciotto anni prima.

Il tempo del libro è soprattutto il presente, ma ci sono dei flashback sul passato di Sophie Parker, sul suo legame con la madre e su un primo matrimonio. Per Eik, però, quello era un episodio definitivamente relegato nel passato- che cosa fa sì che ora sia tanto coinvolto? E come si spiegano i versamenti di denaro su un conto in Svizzera intestato a Sophie Parker?

Questo è un romanzo ‘giallo’ in cui più che mai si deve fare attenzione a non dire neppure una parola di troppo, anche se il lettore attento capirà ben presto quale sia il nodo centrale. Che è una tematica molto attuale e non originale, a ben vedere.

Quello che è originale è, invece, il modo in cui viene affrontata, nella cornice di un’indagine poliziesca in cui Louise si dovrà affrettare a scoprire l’identità di quello che diventa un serial killer per impedirgli di portare a termine il suo piano di eliminare, una dopo l’altra, tutte le persone che ha in lista. E originali sono pure le diverse prospettive da cui si considera un quesito su cui ognuno di noi si è di certo trovato a riflettere.

La tensione tipica del genere ‘giallo’, la corsa per fermare l’assassino, il dubbio sulla sua identità (scartiamo subito, insieme a Louise, la possibilità che sia Eik, come propenderebbe a credere la polizia inglese), si uniscono ad altre due tracce narrative in questo romanzo - quella che esplora la difficoltà del rapporto di coppia e quella che contrappone la vita alla morte. Si tratta sempre di vita e di morte nei romanzi di indagine poliziesca, ma l’indagine di Sara Blaedel ne “La donna scomparsa” è più sottile - qual è la linea d’ombra che separa un suicidio da un omicidio? È possibile che il Male e il Bene non siano così nettamente separati?

Ed. Fazi, trad. A. Storti, pagg. 255, Euro 16,00

Recensione a cura di

Marilia Piccone

leggerealumedicandela.blogspot.it

Marzo 2019