“Il ladro gentiluomo” di Alessia Gazzola

Brillante, ricco di humour con qualche lacrima, con citazioni intriganti all’inizio di ogni capitolo, ancora una volta Alessia Gazzola non ci ha deluso.

“Il ladro gentiluomo” di Alessia Gazzola

Ci sono degli scrittori che creano dipendenza, ci sono dei personaggi a cui è impensabile dire ‘addio’, non saperne più nulla. Faccio il nome di Elizabeth Jane Howard con la sua saga dei Cazalet per citare una scrittrice della mia amata letteratura inglese e quello di Alessia Gazzola per restare in Italia. Evviva: è tornata Alice Allevi! Non è più la giovane e goffa specializzanda in anatomopatologia, il suo amore tra alti e bassi per il bel Claudio Conforti sembra essersi assestato in una felice convivenza quando arriva il colpo basso dell’eterna nemica di Alice. Non è che la temuta Wally è invidiosa della spumeggiante dottorina ed è per questo che la esilia nel Nord Italia con il pretesto di aver esaudito una richiesta specifica di Alice, fatta in un momento di crisi?

Ecco, proprio adesso che tutto va per il meglio, che una nuova vita sta per iniziare per Alice a fianco del vagheggiato Claudio, Alice deve trasferirsi a Domodossola che sarà anche una cittadina graziosa con un passato glorioso come capitale della Repubblica Partigiana dell’Ossola, ma che freddo fa mai a Domodossola? Gelo nel cuore per la lontananza dall’amato e temperatura sotto zero a cui Alice non è abituata.

Oltretutto, a mo’ di benvenuto, deve subito occuparsi di un’autopsia: un operaio di nazionalità ucraina è morto cadendo dalla finestra di una villa. Un tentativo di furto andato male. O andato bene? Perché, facendo l’autopsia, Alice trova una gemma preziosa che il ladro deve aver inghiottito per nasconderla. Un diamante con una luce rosata, grande e straordinario- il suo valore è chiaro anche a chi non è mai entrato da Tiffany e Alice si appresta a consegnarlo nelle mani di un ufficiale giudiziario. Ma…e questa volta Alice ne combina una grossa, quasi peggio della volta che ha perso un cadavere, di certo peggio di quando ha rotto il tavolino della Wally. Perché Alice affida il gioiello all’uomo in divisa che suona alla sua porta e che le mostra il tesserino di identità con un nome altamente improbabile su cui Alice non si sofferma, distratta com’è dalla presenza di Claudio, arrivato per passare con lei il fine settimana. Va da sé che il diamante rosato che ha anche un nome- Beloved Beryl- scompare di nuovo. Già, di nuovo perché era stato rubato un’altra volta e la famiglia aveva incassato i soldi dell’assicurazione. Come mai era di nuovo in loro possesso? E comunque, di lì a poco, muore il marito della proprietaria del Beloved Beryl. Mi fermo qui, vi assicuro che il romanzo procede con ritmo incalzante, tra sorprese e colpi di scena che riguardano sia il filone ‘giallo’ sia il filone ‘rosa’ delle vicende personali di Alice. Perché questa continua ad essere la carta vincente di Alessia Gazzola, il saper mescolare i due, anzi i tre colori così abilmente e con grande eleganza- il giallo con un pizzico di macabro noir e il rosa che non è mai sfacciato, non è mai (usando la tavolozza dei colori) un rosa fucsia che potrebbe infastidire, piuttosto un rosa cipria che piace perché raffinato. La narrativa della vicenda di furto con delitto ha dei momenti di pausa in cui si inserisce la seconda narrativa- il dosaggio è così perfetto che il nostro interesse non cala mai sul filo della tensione dell’una e dell’altra, perché entrambe ci riserbano sorprese. E, altro merito di Alessia Gazzola, i suoi personaggi ‘crescono’, cambiano, maturano. Cambiano le prospettive di lavoro, cambiano i sentimenti, diventano più profondi a prezzo della sofferenza, perché la vita non fa sconti a nessuno e la crescita personale passa attraverso il dolore.

C’è anche un cambiamento di scena, ne “Il ladro gentiluomo”. Non più Roma, ma Domodossola ed è bello il tocco gentile con cui la scrittrice descrive la cittadina, ce ne fa apprezzare i meriti discreti che hanno il loro fascino un po’ fuori moda, ‘via dalla pazza folla’.

Brillante (è il caso di dirlo), ricco di humour con qualche lacrima, con citazioni intriganti all’inizio di ogni capitolo, ancora una volta Alessia Gazzola non ci ha deluso.

Ed. Longanesi, pagg. 304, Euro 15,81

Recensione a cura di

Marilia Piccone

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