NEGRITA

Una boccata d’aria nuova

NEGRITA

(04/12/2006) Stradanove intervista Pau, leader storico dei Negrita. Una chiacchierata a 360° sul loro ultimo disco, sulla sua giovinezza e sui nuovi progetti. “L’uomo sogna di volare” è l’ultimo album della band toscana che, come dimostrano i singoli “Greta” e “Rotolando verso sud”, non smette mai di stupire.

Il viaggio e il lavoro in Sudamerica ti hanno cambiato? Cosa ti hanno insegnato la gente e i posti che hai visitato?
   Ci hanno cambiato e abbiamo trovato un universo diverso. Insomma, noi veniamo dall’Occidente... loro vivono la musica in maniera completamente differente. Loro non sono condizionati dall’industria musicale. Andare in Sudamerica e vivere le radici di quella musica è un’esperienza importante, perché diversa. È libera da ogni condizionamento. I Negrita avevano bisogno di subire una piccola metamorfosi, il Sudamerica è stato questo; una boccata d’aria nuova.

Com’era Pau da giovane?    Pau da giovane era un cane sciolto, una persona che cercava di trovare la sua identità. Io sono nato nella provincia della provincia, e ogni volta che gli amici più grandi portavano i 33 giri per me erano una boccata di ossigeno, io non avevo possibilità di comprarli. Quei 33 giri erano una possibilità di sognare.

Mi fai qualche nome degli artisti italiani che stimi di più?    Tanti, ce ne sono tanti.
   Ti dico Battisti, perché ha portato la musica italiana a un livello superiore. Con lui c’è stato un balzo enorme, anche se poi pochi hanno proseguito quel percorso.
   Il primo Vasco Rossi, negli atteggiamenti. Ma anche Pino Daniele, per la sua internazionalità.
   Questi artisti sono esempi che poi i Negrita non hanno seguito, ma siamo i loro discepoli.
   All’estero sono stati più bravi di noi a proteggere e a promuovere i propri artisti. Penso all’industria americana e inglese. Noi in Italia siamo stronzi. Loro hanno saputo darci grandi artisti, ma poi li hanno coltivati. In compenso siamo bravi a sfruttare le piccole cose. Le cosine musicali che girano in tv ogni giorno, molte delle quali sono quasi inascoltabili, dietro a loro si nascondono operazioni false. Poi te lo dice uno che non viene dall’underground.

“L’uomo sogna di volare” è un album con sonorità differenti rispetto ai lavori precedenti. Per il futuro andrete avanti su questa strada o tornerete alle origini?
   Questo non sono cose che le fai e le dimentichi. Ogni collaborazione è importante. Per il prossimo album partiremo da questo, sarà un trampolino per andare oltre.

La canzone che più mi ha colpito è stata “Destinati a perdersi”. Mi puoi parlare di cosa ha ispirato questo pezzo?    “Destinati a perdersi” è uno dei pezzi più pop del disco. Con questo pezzo siamo stati naturali, il punto della canzone sono i piccoli mondi che si sgretolano sotto i nostri occhi. Noi ce ne rendiamo conto. Ci sono molti dei miei amici che hanno avuto relazioni, che magari credevano importanti, e poi sono crollate. Alcune relazioni un giorno decidono di finire. La canzone pone un accento su questa cosa. Molte relazioni importanti forse non lo erano.

Quando sei a casa com’è una tua giornata tipo?
   Io sono irrazionale sul palco e come artista, di conseguenza lo sono anche nella realtà Non sono un pantofolaio, a parte quando sono molto stanco. Prendo iniziativa. Inoltre portare in giro i Negrita è un lavoro a tempo pieno. Non c’è una giornata tipo. Non saprei risponderti….faccio molte cose diverse. Mi piace leggere, andare al cinema, fare sport quando ho tempo, uscire a ubriacarmi con gli amici. ( Pau ride)
   Ad esempio, quando siamo stati fermi cinque mesi , alla conclusione del tour, con Cesare abbiamo organizzato un dj set con musica anche particolare e lo stiamo portando in giro per l’Italia.

“Greta”, è una meditazione generale data dalla vita o esiste davvero? Nel senso che fa parte del tuo percorso autobiografico?    Fa parte del mio percorso autobiografico. Si tratta di una ragazza che ho conosciuto e frequentato, anche se aveva un nome diverso. E’ un brutta storia. Lei aveva lasciato casa, aveva un sacco di problemi e poi c’era di mezzo anche la tossicodipendenza. Questa ragazza adesso non c’è più.

Ti faccio una domanda impossibile. Esiste una canzone dei Negrita che preferisci su tutte?
No, non esiste. Non saprei dirtelo. Ti posso dire che ce ne sono alcune che non rifarei. Ma ognuna ha un significato per ognuno di noi.

Immagino che il successo abbia cambiato la tua vita. Quali sono i pregi e i difetti di vivere esposto a grandi attenzioni?    Sicuramente, ma non è che poi i Negrita hanno avuto un successo galattico. Tra l’altro sono sempre io quello che viene chiamato di più, perché sono il cantante, che poi questo non significa niente. Sono uguale agli altri del gruppo. Si è molto esposti quando esce un disco, allora si fanno interviste ecc. ecc. Poi l’attenzione scende. Mi piace essere una persona qualsiasi. Dopo un po’ quando si ha troppa attenzione mi da fastidio, ma fa parte del gioco.

Quali consigli ti senti di dare alle giovani band? È molto difficile trovare addetti ai lavori pronti ad ascoltare gli esordienti?    Si, è molto difficile. Per farsi prendere in considerazione nelle demo ci deve essere una qualità alta. Molti ragazzi che vengono ai nostri concerti, alla fine, ci danno i loro demo, ma poche volte ci sono cose che valgono. Il problema è che molti ragazzi hanno più voglia di arrivare alla notorietà che di essere interessanti come musicisti.. Ci vuole testardaggine per fare questo lavoro. Non ci si deve impegnare per la medaglia, ma per la musica. Si deve essere innovativi.

Ho letto che a breve uscirà un vostro dvd. Quali sono i progetti per il futuro? State lavorando anche a qualche pezzo nuovo?    Stiamo lavorando a un disco nuovo. A novembre dovrebbero uscire due dvd, di cui uno sulla lavorazione in Sudamerica del cd “L’uomo sogna di volare”. Poi uscirà un libro edito da Arcana, con foto e ricordi di quell’ esperienza. In primavera saremo di nuovo in Sudamerica, abbiamo conosciuto una band molto brava i Bersuit Vergarabat… loro sono stati nostri ospiti per una settimana qui in Italia e ricambieranno a casa loro.