JO NESBØ

Stradanove incontra lo scrittore (e musicista) norvegese autore della "Stella del diavolo"

JO NESBØ

Questo è l’anno dei grandi giallisti nordici, al Festival della Letteratura di Mantova. Anne Holt e Jo Nesbø dalla Norvegia, Nesser e Maj Sjöwall e Leif Persson dalla Svezia, altri sono venuti gli anni passati, altri verranno nei prossimi anni- il crimine si addice al Nord, a quanto pare.
   Noi abbiamo incontrato Jo Nesbø, scrittore e musicista, e abbiamo parlato con lui dei suoi romanzi e del protagonista Harry Hole.

Il primo dei suoi romanzi tradotto in italiano è stato “Il pettirosso”, “La stella del diavolo” è il terzo. E tuttavia “Il pettirosso” non è il primo della serie con Harry Hole come protagonista e, in tutti e tre i libri, abbiamo letto spesso del caso che lo ha portato a Sydney, senza però sapere altro. Che cosa ci può dire del passato di Harry?
   Il passato di Harry? il dramma della sua giovinezza è stato che la sua ragazza, che aveva problemi di droga e alcol si è suicidata. Harry non pensa molto al suo passato e non ne parla. Ma purtroppo questa è la sua prima esperienza: quelli che ami ti lasciano. Era stato così con sua madre, che si era ammalata ed era morta. Allora Harry ha imparato che, se ami qualcuno, finisci sempre per perderlo. Per quello che riguarda il caso di Sydney che viene spesso ricordato nei libri- è una vicenda che è raccontata nel primo romanzo della serie. Harry viene mandato a Sydney perché è stata assassinata una ragazza norvegese in Australia. Harry ha un ruolo di osservatore, non è lui che svolge le indagini, ma naturalmente resta coinvolto. Diventa famoso perché uccide l'assassino. Se qualcuno ha successo all'estero, questa è una buona storia in Norvegia; Harry appare nei talk-show, ma non è mai del tutto sobrio. Però la gente si ricorda di lui, per questo miscuglio di scandalo e successo. E sì, l'alcolismo di Harry è genetico, non c'è mai un vero motivo per cui inizia a bere, ma gli piace essere ubriaco.

Come è che ha iniziato a scrivere romanzi polizieschi? Non è un musicista, prima di tutto?
   E' stata una coincidenza; anzi, doveva succedere che io scrivessi un romanzo. Quando ho fatto il mio primo album musicale, tutti i miei amici si sono stupiti, sono rimasti sorpresi che non avessi invece scritto un romanzo. Quando, a 37 anni, ho detto a tutti che avevo scritto un romanzo, non si è sorpreso nessuno, se lo aspettavano tutti da me. E poi anche come musicista, prima di tutto sono uno scrittore di canzoni. Dopo sono anche musicista. E scrivere canzoni è un raccontare storie. Ho scelto il genere del thriller perchè volevo scrivere qualcosa di cui sapevo. E avevo due scrittori del genere che preferivo, James Thomson e Frank Miller, uno scrittore di graphic novels. Prima di tutto ho pensato che avrei scritto qualcosa che non avrebbe avuto problemi ad essere pubblicato, in seguito avrei scritto qualcosa di genere diverso. Il primo tentativo che ho fatto è stata un'esperienza istruttiva per me, fu accettato immediatamente. Adesso ci sono sette romanzi con Harry Hole come protagonista.

Sembra che oggigiorno ogni area geografica abbia il suo tipo di thriller. In questo momento quelli dell'area scandinava paiono essere i migliori, quelli che hanno un maggiore successo, basta vedere il numero di scrittori nordici presenti al festival di Mantova. A che cosa è dovuto questo, secondo Lei?
   Perché, da quando i crime novels sono diventati dei romanzi direi quasi politici, dei romanzi che discutono la situazione della società e i mali della società, essi hanno attirato scrittori molto bravi. Cioè, degli scrittori seri hanno scelto il romanzo poliziesco come il loro mezzo per raccontare della vita e della società che ci circonda. Penso che alcuni scrittori scandinavi siano veramente molto bravi, che la qualità degli scrittori di romanzi polizieschi scandinavi sia molto alta.

Pensa che sia ancora possibile scrivere il vecchio tipo di romanzo poliziesco, quello alla Agatha Christie?
   La qualità dei romanzi di Agatha Christie sopravvive, è come per i vecchi film. Prendiamo ad esempio “Ladri di biciclette” che ho visto di recente: è molto strano, è così lento, è vecchio. E' una combinazione di un piccolo dramma e di piccole storie, ma l'atmosfera è stupefacente, anche oggi. Il tocco geniale della storia è nel titolo, non solo perché è interessante, ma perché dice la storia. Il titolo è al plurale, perciò sappiamo subito che ci deve essere più di un ladro, sappiamo già che il padre ruberà una bicicletta. Oggi ci sono delle storie più complesse, ma si torna sempre alla semplicità delle opere di genio.

Ne “Il pettirosso” la storia risale fino alla seconda guerra mondiale. E' solo una mia impressione oppure la Svezia e la Norvegia hanno iniziato a tirare fuori i loro ‘scheletri negli armadi’, i loro segreti colpevoli, per quello che riguarda la guerra?
   E' così, in Norvegia c'è stato a lungo il mito della Resistenza antitedesca, che invece non è stata così forte. Tant' è vero che i tedeschi speravano di essere inviati in Norvegia perché era un posto tranquillo, la Norvegia veniva considerata un'assegnazione pacifica. Molte compagnie norvegesi hanno collaborato durante la guerra. Io ho cercato di dare voce alle persone che hanno scelto la parte sbagliata. Sono cresciuto pensando che la maggioranza fosse contro i tedeschi e invece non era così, tutti tendevano a vivacchiare, a cavarsela. Pochi hanno scelto di schierarsi, di combattere per quello in cui credevano, a fianco degli Alleati o dei tedeschi. Questi ultimi hanno sbagliato, ma ne hanno pagato le conseguenze.

Harry Hole non è un personaggio positivo, certamente non è qualcuno da ammirare. Eppure, in qualche maniera, Lei riesce a renderlo un personaggio piacevole. Che cosa lo rende piacevole, secondo Lei?
   Penso che quello che rende Harry un personaggio simpatico sia la sua vulnerabilità e il fatto che abbia dei valori etici, dei valori fondamentali per quello che vale la vita umana. Spesso si trova in una posizione quasi al limite, è sull'orlo del passaggio sul lato buio, ma, in qualche maniera, riesce sempre a stare sul lato giusto.