CHUCK KINDER

Ecco a voi il vero Wonder Boy!!

CHUCK KINDER

Chuck Kinder è un personaggio leggendario nella storia della letteratura americana. E’ stato il miglior amico di Raymond Carver, ha passato gli ultimi vent’anni della sua vita a scrivere il suo grande romanzo ( Lune di miele), Michael Chabon ha scritto un libro ispirandosi alla sua vita e a Hollywood non si sono lasciati scappare questo “cattivo ragazzo” delle lettere (infatti Michael Douglas ha interpretato il personaggio di Kinder nel film "Wonder Boys”).
   Oggi insegna scrittura creativa a Pittsburg, è sempre sposato con la sua Diane, ha completato un altro libro ( verrà pubblicato in Italia dalla Fazi ) e si dedica alla stesura di un romanzo che non vedrà mai la luce.
   Un grazie speciale a Beatrice Spera.

Il tuo primo romanzo “Snakehunter” è inedito in Italia. Ci parli di questo libro?    Il mio primo romanzo si intitola “Snakehunter” e racconta di un cacciatore di serpenti del sud, legato alle antiche tradizioni e di religione battista, nelle colline del West Virginia. L’ho iniziato quando ero molto giovane, un libro, quindi, privo di ogni prerequisito che viene dalla vecchiaia. I lettori l’hanno considerato un racconto di spettri abbastanza dark e pauroso mentre ora io l’ho considero decisamente troppo poetico e sentimentale, cosa che mostra quanta introspezione metto nel mio lavoro.

Quanti anni avevi quando lo hai scritto?
   Ho cominciato a scrivere “Snakehunter” quando avevo circa 20 anni ed ero studente all’Università del West Virginia, poi l’ho concluso qualche anno più tardi quando frequentavo il Writing Program all’Università di Stanford. Ho timore che rispecchi l’ambiente accademico in cui mi trovavo. E’ pieno di segni e simboli junghiani, di vari archetipi sessuali di serpenti, che ora trovo divertenti.

Come è stata la tua adolescenza? Che rapporto avevi con i tuoi genitori?
   Da adolescente credevo di essere la reincarnazione di James Dean e mi credevo un “ribelle senza un motivo”. Volevo essere anche un poeta fuorilegge come l’altro mio eroe, il Kerouac di “Sulla strada”. Dopo essere stato espulso dalla scuola alle superiori ho cominciato a viaggiare in autostop in giro per l’America, come i miei eroi della beat-generation, e sono stato coinvolto in sette rapine armate, quattro taxi e tre bar, ad Atlantic City nel New Jersey o nei suoi dintorni, disavventure che ho raccontato in “Silver Ghost”.

C’è stato un momento preciso in cui hai capito che avresti fatto lo scrittore?
   Quando avevo 7 o 8 anni e facevo la terza elementare, un ragazzino della mia stessa età ma che faceva un’altra classe, scrisse un raccontino sul Natale che conquistò molta attenzione. Forse è andata così perché semplicemente era una bella storia, ma forse anche perché il ragazzino che aveva scritto il racconto stava morendo di leucemia. Il racconto trattava di un ragazzino che, come lui, stava morendo si leucemia e che era andato nella foresta per tagliare un albero di Natale per la sua povera famiglia, ritrovando così la voglia di vivere. Questo racconto fu pubblicato nel giornale della città e tutti ne furono molto coinvolti. Il ragazzino molto malato fu invitato a leggere il racconto a voce alta in chiesa e in altre classe, tra cui la mia. Miss Baxter era allora la mia maestra e l’amavo con tutto il cuore. Sebbene fossi solamente un ragazzino sapevo che Miss Baxter aveva un seno straordinario. Dopo che il ragazzino aveva finito di leggere il suo racconto, Miss Baxter lo prese e lo strinse forte al suo petto straordinario. Ho odiato quel ragazzino che aveva pochi giorni di vita con tutto il cuore. Nell’immediato ho risolto che sarei diventato anche io uno scrittore nella speranza che un giorno Miss Baxter mi stringesse forte al suo petto straordinario. Sfortunatamente, questo non è mai accaduto, almeno non per ora. Ma ho ancora speranza, sebbene Miss Baxter avrebbe ora circa 104 anni se fosse ancora viva. Poche settimane dopo il ragazzino morì e non ero triste.

Ti saresti mai immaginato un giorno di fare l’insegnante?
   Neanche per un attimo avrei sognato di diventare un professore all’università. Ho sempre sognato di diventare un pirata e ho fatto in modo che le mie esperienze educative andassero in quella direzione.

Quando hai conosciuto Carver? Ci racconti qualcosa della vostra amicizia?
   La prima volta che ho incontrato Raymond Carver è stata quando frequentavamo i corsi di scrittura all’università di Stanford. Mi ci vorrebbero pagine e pagine per raccontarti della mia amicizia con Raymond Carver. Quindi, se ti interessa sapere di più sulla mia amicizia con lui, leggi semplicemente il mio libro, “Lune di miele: precauzioni per l’uso”.

Come è stato l’impatto con Grady Tripp?. Ti è piaciuta l’interpretazione di Michael Douglas?    Non credo minimamente che Michael Douglas sia affascinante abbastanza per recitare il ruolo di Grady Tripp.

Jim Stark, si può considerare il tuo alter - ego?    Sì, il personaggio di Jim Stark è l’alter-ego di Chuck Kinder e viceversa.

Sapevi che Chabon aveva scritto “Wonder boys” ispirandosi a te?    Michael Chabon era un mio studente quando molti anni fa frequentava l’università di Pittsburgh, dove insegno, e doveva ancora laurearsi. Se, da una parte, Michael parlava delle sue varie fonti di ispirazione per il suo ottimo romanzo, “Wonder Boys”, io non mai avuto molto da dire sulla questione. L’idea che abbia ispirato il personaggio di Glady Tripp mi sembra irrilevante. Grady Tripp è un’idea di Michael, dopo tutto, e la sua vita reale è come un personaggio nella fiction. Mi sembra anche sbagliato accaparrarsi la fama fregandola ad un altro che se l’era guadagnata con duro sforzo. Speravo solo che Michael Douglas fosse più attraente.

Veniamo a “ Honeymooners. A Cautionary Tale”, perchè ci sono voluti ventitré anni per la stesura e quando era lungo il manoscritto originale, prima del lavoro di editing?
Come sono stati i ventitré anni della stesura? Che cosa succedeva nella tua vita?    E’ vero che ho impiegato tanti anni per finire il mio romanzo “Lune di miele: precauzioni per l’uso”. L’ho lasciato e lo ripreso svariate volte in questi anni. E’ tutto nato da una sorta di scherzo a Ray. Ho scritto una storia che imitava il suo stile e basata su una vera disavventura che abbiamo vissuto assieme, una storia che ho letto ad alta voce in una festa di compleanno che un anno avevamo organizzato per lui. Dopo di che, avrei continuato a scrivere quando mi andava e gli avrei inviato via via sezioni e capitoli per farci una risata. Ho messo tutto via nel 1988 quando Ray è morto e ho ripreso tutto di nuovo solo alcuni anni più tardi al che il manoscritto è cresciuto fino ad avere alla fine 3000 pagine. Nel frattempo ho lavorato ad altre cose, come il mio libro più recente, “Last Mountain Dancer”.

Nel romanzo c’è tutta la tua storia con Raymond Carver. I vostri sogni, le vostre passioni. Quanto ti manca Raymond, oggi? E quanto manca alla letteratura mondiale uno scrittore come lui?
   Penso a Ray e mi manca ogni giorno della mia vita.

Quali sono gli autori a cui ti ispiri per il tuo lavoro?    Prendo ispirazione da troppi scrittori che per menzionarne alcuni mi scorderei il nome di altri importanti, incluso i miei studenti. Rubo a tutti qualcosa. Sono un ladro di notte. Ammiro fortemente i lavori di Italo Calvino e di Umberto Eco. E poi c’è Sandro Veronesi! Ho avuto un opportunità fantastica di conoscere Sandro quando stavo presentando in Italia il mio libro, siamo diventati presto amici. Ho letto il suo libro tradotto, mi è piaciuto molto e ero talmente geloso del suo talento che quasi ho cominciato ad odiarlo come il ragazzino malato di leucemia. Ma non riuscivo ad odiare Sandro, perché ero già innamorato del suo modo di scrivere. Non mi sono neppure arrabbiato con lui quando ha flirtato con mia moglie Diane . Il mio consiglio è di non lasciare tua moglie sola con quell’affascinante tentatore di Sandro Veronesi.

Che rapporto hai con i tuoi studenti? Insomma come reagiscono nel trovarsi davanti una vera e propria leggenda della letteratura contemporanea.
Parlate dei tuoi romanzi? Nel senso… sono tuoi fans oltre che tuoi studenti?
   Mi piace pensare che vado d’accordo con i miei studenti splendidamente. Non credo affatto che ci sia qualcuno tra i miei studenti che mi vede come una sorta di leggenda. Sono tutti molto gentili, premurosi e pazienti quando sprofondo sempre più nel rincoglionimento. Non ho la minima idea se gli piacciono i miei romanzi. Non gliel’ho mai chiesto. Non parlo mai con loro di qualcosa che ho scritto, se non per mettere in risalto scemenze che ho scritto che loro non devono ripetere. Questo sono i seminari di scrittura: una manciata di scrittori che si uniscono per aiutarsi l’un l’altro su questioni difficili, condividere opinioni, darsi consigli, bere molto e qualche volta, se si ha fortuna, innamorarsi.

Tra i tuoi romanzi quali preferisci?
   Il mio romanzo preferito è quello che ancora devo scrivere.

“Silver Ghost” è dedicato a Cecily. Chi è?    Cecily è mia moglie, Diane Cecily, che rimane sempre la mia pupa.

Ci parli di Janet, la tua prima moglie?
   La mia prima moglie, Janet, che una volta ha ottenuto il titolo di Miss Orso D’oro al college è stata ed è una cara donna e l’unica cosa sbagliata nella sua vita sono stato proprio io.

Hai vissuto in vari posti, dal West Virginia a San Francisco. Dove ti sei sentito più felice?    I luoghi fondamentali della mia vita dal punto di vista emotivo sono molti, ma non posso scordarmi delle montagne misteriose e mitiche del mio stato, il West Virginia (unico posto dove posso ritornare sano e salvo, protetto dall’oscurità e armato fino ai denti, dopo la recente pubblicazione del mio noir rozzo, che è una meta-biografia e una storia d’amore pulp, “Last Mountain Dancer”), per non parlare anche di San Francisco e Missoula, nel Montana, che sono luoghi che mi fanno riemergere vecchie emozioni. E ora c’è Pittsburgh, una città alla moda largamente considerata la Parigi dei monti Appalachi.

Come ti trovi a Pittsburg? E come trascorri il tuo tempo qui?
   Trascorro il mio tempo libero seduto fuori, nel mio cortile, vicino alla vasca per i pesci, bevendo e riflettendo serenamente su come ho sprecato la mia vita.

Quando sarò pubblicato in Italia un altro dei tuoi romanzi?    Ho firmato un contratto con la Fazi Editore, ottima casa editrice italiana, per la pubblicazione del mio ultimo romanzo, “Last Mountain Dancer: Hard-Earned Lessons In Love, Loss & Honky- Tonk Outlaw Life”.

Al momento stai lavorando a qualcosa di nuovo?    Sì, sto lavorando a qualcosa di nuovo, che non credo che ce la faccio a finirlo in questa vita. Gran bel rammarico.

Ti ringrazio per la tua disponibilità. Ultima domanda : ti è piaciuta questa intervista?
   Sì, mi è piaciuta. E ti assicuro che tutto quello che ti ho detto è vero, quant’è vera la Bibbia.