Nuova truffa su WhatsApp: occhio ai conti Unicredit!

Questa volta sono i conti bancari e postali a finire nel mirino dei farabutti del web.

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Negli ultimi tempi i tentativi di furti di dati e identità sulle applicazioni di uso quotidiano si susseguono. Hacker e altri malintenzionati della rete sembrano saperne sempre una più del diavolo e sfornano incessantemente nuovi metodi per cercare di far cadere in trappola la brava gente, rischiando di causare alle volte situazioni molto gravi.

L’ultima delle furbate è il tentativo di rubare i dati di accesso ai conti bancari di alcuni clienti Unicredit e Intesa San Paolo, ma nemmeno chi possiede un conto presso le Poste Italiane o altre banche può ritenersi al sicuro.

Il sistema, studiato per essere il più credibile possibile agli occhi delle potenziali vittime, è semplice e in termini di spese agli hacker non costa nulla: alcuni utenti WhatsApp potrebbero vedersi recapitato un messaggio privato del tutto simile a quelli che leggiamo quotidianamente, in cui è però scritto che il proprio conto è stato bloccato ed è necessario reinserire le proprie credenziali nell’apposita sezione, accessibile cliccando su un link che riporta su un sito ben poco affidabile, per poter provvedere alle dovute verifiche del caso. Naturalmente, non si tratta di home banking, bensì di un vile mezzo per mettere facilmente le mani sui vostri soldi.

Comunicazioni di questo genere possono essere ricevute anche sulla propria e-mail, dove i malintenzionati possono spacciarsi più facilmente per il vostro consulente di fiducia.


Per non cadere nel tranello basti ricordare che né Unicredit, né le Poste, né qualsiasi altra banca richiede dati personali o comunica informazioni sul proprio conto tramite WhatsApp, e-mail e messaggi. Per riconoscere questo genere di truffe è buona pratica diffidare da siti che presentano evidenti errori di battitura o sprovvisti dell’icona del lucchetto verde accanto all’URL del sito, che ne garantisce la sicurezza, e prima di eseguire qualsiasi altra operazione, per sicurezza, contattare direttamente la propria banca o recarsi allo sportello.

A cura di Civibox

luglio 2018