Creep: un progetto contro il cyberbullismo

Nasce a Trento l’idea innovativa per prevenire gli effetti del cyberbullismo tramite un assistente virtuale.

CREED.jpg


In data 16/01/2018 è stato lanciato ufficialmente a Trento il progetto Creep (Cyberbulling Effects Prevention), finanziato da Eit Digital, organizzazione che promuove la trasformazione digitale a livello europeo, in collaborazione con l’eCrime Research Group dell’Università di Trento ed Expert System.

Il progetto, della durata di 12 mesi, è stato sposato anche dal centro di ricerca francese Inria e dalla startup tedesca di marketing e business NeuroNation.

In base a quanto riportato dall’Istat il 5.9% di giovani tra gli 11 e i 17 anni è stato vittima di persistenti atti di cyberbullismo nel 2014, in particolar modo ragazze. Serena Bressan, ricercatrice della Fondazione Kessler che coordina il progetto, spiega che “nel 2016 un milione di teenager sono stati molestati, minacciati o soggetti ad altre forme di cyberbullismo solo su Facebook. Ci sono, inoltre, prove rilevanti che il cyberbullismo possa influenzare stati depressivi, malattie mentali, uso di sostanze psicotrope o comportamenti suicidari, soprattutto tra i giovani”.

Il progetto si propone quindi di analizzare i comportamenti dei cyberbulli attraverso il monitoraggio dei social media principali allo scopo di mettere a punto nuove tecnologie per prevenire un fenomeno che nell’88% dei casi esaminati sfocia purtroppo in atti di tradizionale bullismo, con conseguenze talvolta ancora peggiori. In particolare è stato realizzato un software di analisi semantica capace di riconoscere le situazioni critiche all’interno delle conversazioni fin dai primi segnali, altrimenti difficili da cogliere, coadiuvato da un chatbot attivo 24/7 che fornirà assistenza costante e consigli utili ai ragazzi che ne faranno richiesta.


Nel corso del 2018 il Trentino si è trasformato in una sorta di grande laboratorio di ricerca in cui gli stessi ragazzi vengono coinvolti nella messa a punto di questa tecnologia. Il Senior Researcher della FBK Enrico Piras si è mosso in prima persona per sperimentare in alcune classi delle scuole medie di Trento dei giochi di ruolo con gli studenti allo scopo di sensibilizzare e raccogliere informazioni per “addestrare le macchine a disambiguare situazioni reputate dai ragazzi scherzose da altre di tono più aggressivo, da portare all’attenzione di un adulto”, in base a quanto emerso dai Living Lab.

A cura di Civibox

giugno 2018