LMVDM, GIPI

Storie (stra)ordinarie di una vita disegnata (forse...) male

LMVDM, GIPI

Gipi lo ha già fatto diverse volte, forse non ha fatto altro: imparare a nuotare. Le nostre vite rimangono sommerse e al sicuro. Ci condanniamo da soli e stiamo lontani da giochi pericolosi che hanno l’aria di venirci male.


   Non è che per Gipi sia più facile perché è un grande disegnatore, perché è un grande narratore, etc; non è che il fatto di essere “praticamente una rockstar” renda la sua vita romanticamente affascinante e facile da esporre.


   Il mito oscura tanto quanto l’anonimato, forse di più, tanto che per farla affiorare deve disegnarla male la sua vita, Gipi. E non lo fa certo per la tua faccia di merda. Gipi impara a nuotare per sé e se ci riesce è già tanto. In LMVDM, c’è tutta la sua vita, salvo le cose più importanti ed eventualmente quelle più interessanti per lettori ed editori. L’autore se ne scusa a pag. 115. E disegnarla male, la sua vita, Gipi, la disegna male: si può dichiarare adorata amicizia ad un tizio che ti fa aspettare 5 ore sotto casa e alla fine scende con la sola scusa di sbattersene le palle della tua attesa? Si può far fraternizzare il lettore con i cattivi della sua vita – e mica cattivi da fumetto: stupratori, medici che giocano con la vita dei pazienti e se fregano del prossimo e una specie di orso che dice sempre cazzo – solo perché, invece di farsi fuori, decide che - come dirlo? – c’è amore ovunque?


   Per quelli che “sì, ok, ma a me Gipi piace proprio perché è un grande disegnatore, che me ne faccio se disegna male?” in LMVDM c’è una magnifica storia di pirati, magnificamente acquerellata.


   Per evitare brutte figure, l’ombra della mia identità se ne sta seduta in tribuna, mentre, in una sequenza di pagine completamente bianche, il corpo di Gipi affiora e, bracciata dopo bracciata, impara a nuotare, aiutato dalla sua nuova ragazza, che lì per lì mi veniva voglia di bananare.


   Al bambino e a Darby Crash.

Gipi, LMVDM, Coconino Press, pagg. 130, euro 10,20