LA MEMORIA DELL’ACQUA, MATHIEU REYNÈS E VALÉRIE VERNAY

Una favola a fumetti dolce e malinconica, premiata a Lucca Comics 2013 come "Miglior storia lunga"

LA MEMORIA DELL’ACQUA, MATHIEU REYNÈS E VALÉRIE VERNAY

Questa mattina “La memoria dell’acqua”, la favola a fumetti di Mathieu Reynès e Valérie Vernay uscita in Italia per i tipi della Tunué e premiata a Lucca Comics 2013 come "Miglior storia lunga", è stata mia compagna di viaggio. Certo, usare il termine viaggio per parlare del consueto pendolarismo mattiniero su un treno regionale senza riscaldamento è imperfetto e parecchio ottimistico, ma è stato proprio il racconto dolce e avventuroso dei due autori francesi a rendere quell’ora puntellata da tante fermate e troppi passeggeri un “viaggio”, e in particolare un viaggio meritevole di essere affrontato.

Perché nonostante il freddo nella carrozza, nonostante l’asocialità comprensibile di chi mi stava intorno, sprofondato e perduto in gialli nordici, Facebook su tablet e giochini da smartphone, le atmosfere lievemente malinconiche della “Memoria dell’acqua” mi hanno rapito, scaldato, accarezzato, prendendomi per mano e portandomi lontano. Un cammino leggero, sulle ali del vento, a visitare la villa sul mare in cui la piccola Marion e la madre trovano rifugio dalle tempeste di una vita complicata, a esplorare insieme alla bimba le grotte nascoste dalla roccia, gli abissi marini, il faro che vigila su flutti sempre più ribelli, ad ascoltare le leggende del luogo che parlano di creature ancestrali, di morti misteriose, di sacrifici dolorosi e maledizioni che non lasciano vie di fuga.

E se dal mio finestrino i paesaggi erano alterati dalla nebbia, sfumati e incolori, negli occhi avevo il mare, ovunque, c'era il sole, la voglia di vedere e scoprire, c’erano emozioni e avventura, nostalgia e mistero.

La storia di Reynès e Vernay inizia con l’arrivo di Marion e Caroline nella casa sulla scogliera in cui quest’ultima aveva vissuto con i genitori da bambina. Il marito, uno scrittore di successo, è sparito da mesi, inebriato da una vita di lustrini e appuntamenti mondani.

Il paesaggio nuovo e meraviglioso e la voglia di esplorarne ogni angolo porta Marion a scendere in spiaggia e a immergersi in quel mondo colorato che profuma di salsedine, alghe e sabbia. Una grotta nascosta dalla marea le rivela, come una visione, la carcassa di una enorme creatura marina, le rocce “graffitate” sparse un po’ ovunque evocano storie di misteri e drammi, il guardiano del faro che tutti evitano pare nascondere segreti che forse la riguardano.

E mentre il mare sembra animarsi sempre più, come mosso da una furia primitiva, quasi preda di una rabbia vendicativa, il mito irrompe nella realtà. E la spensieratezza si adombra di timori e verità inattese. Raccontato con “inquadrature” e respiro cinematografici, curatissimo nei dettagli (il villaggio, la spiaggia, il faro, le grotte, tutto viene reso reale e splendido dalle illustrazioni di Valérie Vernay), popolato da comprimari che in poche battute riescono a raccontarsi e essere veri, “La memoria dell’acqua” è un romanzo di formazione dolce e prezioso, una storia d’avventura piena di scoperte, un viaggio in un’altra vita, tra altre vite, che lascia negli occhi l’azzurro di mare e cielo, sulla pelle il calore di sole e sentimenti.

All’arrivo in stazione ho chiuso il fumetto e guardato il cielo. Un sole inaspettato occhieggiava tra nuvole algide e poco decise. Sorridevo. Il 2014 era iniziato davvero bene.

Mathieu Reynès e Valérie Vernay, La memoria dell’acqua, Tunué, Collana Tipitondi, pagg. 94, euro 14.90