HEIDI MON AMOUR, GUD

Quando i sogni di bambino (della futura Goldrake Generation) diventano realtà

HEIDI MON AMOUR, GUD

Crescendo in mezzo a Robottoni, ragazzi del futuro, viaggi dagli Appennini alle Ande, api parlanti e bande di ranocchi, la futura Goldrake Generation maturava negli anni ’80 gusti e sentimenti fortemente influenzati dagli amici disegnati che tenevano loro compagnia dalla televisione.


   Non è un caso se i primi amori nascevano immancabilmente dalle suggestioni romantiche insinuate dai cartoni animati giapponesi: alcuni si innamoravano della dolcezza di Candy Candy o Lana, altri sognavano l’esplosività curvilinea di Fujiko o Beaty, altri ancora, quelli più “tecnologici” e “innovatori”, squadravano le forme di “Afrodite A” sognando di essere colpiti dalle sue “armi speciali”.


      Ma c’era anche chi rimaneva infatuato da personaggi meno appariscenti o sensuali. Magari provando batticuori per ragazzine dalle gote perennemente rosse, dal corpo paffuto e dalle aspirazioni bucoliche…


   Tommaso Speranza ha avuto un’infanzia complicata: in una sola stagione, ribattezzata l’estate dei lutti, i pochi amici che aveva, la coniglietta Tonia, il pesce rosso Nando, l’iguana nano Garlando e la tartaruga Coccige, lo hanno lasciato, creando un vuoto affettivo difficile da colmare.


   L’unica compagnia rimasta, la sola amica in grado di farlo viaggiare con la fantasia, era una buffa pastorella televisiva le cui corse sui prati con il cane Nebbia e i cui sorrisi sinceri rappresentavano per lui un soffio d’innocenza in un’infanzia troppo breve e ingiusta.


   Ingiustizia a cui il fato decide di mettere rimedio una decina d’anni dopo, mettendo sul suo commino una ragazza dai lineamenti molto simili a quelli della sua adorata orfanella bidimensionale. E con un nome che non può essere casuale: Heidi.


   È da subito amore, totalizzante, perfetto, senza confini, adolescenziale (nel significato romantico del termine). Il sogno di bambino che non viene a patti con l’età adulta e si realizza senza mediazioni o compromessi. Ma i sogni, si sa, svaniscono con l’arrivo del mattino, e dopo scampoli meravigliosi di vita assieme, conditi anche da una bellissima bambina, l’imprevisto bussa alla porta: i produttori di un nuovo serial televisivo (stile Friends) ispirato proprio al cartone animato Heidi scelgono l’Heidi di Tommaso come protagonista, e la ragazza accetta. È l’occasione della vita.


   E così il rapporto diventa più difficile, i dubbi cominciano ad insinuarsi e il sorridente pastore Peter si trasforma in un pericoloso rivale d’amore.


   Tenero e dolce, divertente e gioioso (pur spruzzato di malinconia), “Heidi mon amour” è un omaggio all’innocenza dell’infanzia e a quei primi imperfetti batticuori che caratterizzavano quegli indimenticabili anni. Impossibile non immedesimarsi nei viaggi di fantasia e cuore di Tommaso, impossibile non sorridere amaramente davanti all’incredibile estate dei lutti che ha segnato la sua vita.


   Dopo l’interessante “Gentes” (sempre targato Tunué), Gud si conferma autore da tenere d’occhio, capace di parlare di sentimenti, paure e persone con sincerità e partecipazione grazie a uno stile leggero e personale.
   Un invito a non perdere la capacità di sognare.

Gud, Heidi mon Amour, Tunué, Collana «Prospero's Books», pagg. 212, euro 13,50