È DECISO SI MUORE. PREDICAZIONE DI MARCELLO JORI

La Passione laica di Paul Gauguin

È DECISO SI MUORE. PREDICAZIONE DI MARCELLO JORI

È uno strano oggetto questo “È deciso: si muore!”. Non è un fumetto, né un opera narrativa e nemmeno un libro illustrato, ma una “predicazione” per parole e immagini, tracciate sulla carta con la leggerezza e l'eleganza dell'acquarello, una sorta di “libro d'artista” in cui calligrafia, segno e colore si fondono alla perfezione. L'opera è un intenso tributo al celebre pittore Paul Gauguin realizzato dall'artista bolognese Marcello Jori, che dal pulpito della coscienza del ventunesimo secolo declama un sofferto sermone contro l'indifferenza nei confronti dell'arte. Una sorta di agiografia laica che si apre a Parigi sul finire dell' Ottocento.


   Nella capitale parigina, centro mondiale dell'arte, la pittura di Gauguin non viene riconosciuta dalla critica, spingendo il pittore a rifugiarsi nell'oasi selvaggia di Tahiti. Qui, nel 1903, l'artista troverà la morte, minato dalle malattie, nell' indifferenza generale dell'Europa; morte che giunge non prima che il pittore abbia dipinto il suo ultimo capolavoro, l'enorme tela intitolata “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?”


   Gauguin è descritto come una figura di genio moderno, tanto in anticipo sui tempi da non venire riconosciuto, da essere umiliato e abbandonato e quindi destinato a soffrire terribilmente, un artista ripudiato dal suo tempo, “un genio morto suicida per indifferenza”.


   Jori condanna i detrattori dell'arte di Gauguin, i critici, il pubblico, i mercanti e recita un peana che esalta il genio dell'artista e ne ricorda atterrito il dolore sofferto a Parigi e negli anni dell'esilio polinesiano.


   Il pittore Marcello Jori si era avvicinato al fumetto tra la fine degli anni '70 e la prima metà degli anni '80, prima con una striscia intitolata “Minus”, pubblicata sule pagine di Linus e poi legandosi al gruppo Valvoline (Mattotti, Carpinteri, Igort, Brolli), con cui contribuì, sulle pagine di AlterAlter e di Dolcevita, alla feconda stagione di rinnovamento sperimentale del fumetto italiano, per poi tornare a dedicarsi alla pittura e in seguito anche alla scrittura.


   Ora che il fumetto italiano non ha più bisogno di eccessivi sperimentalismi per “sdoganarsi”, ma ha già dimostrato le sue potenzialità adulte e di ricerca, quest'opera di Jori appare quasi come un esercizio di stile fine a se stesso, dal sapore un po' retrò, come ripescato dalle pagine di una rivista di fumetto “d'autore” degli anni Ottanta quali Frigidaire o AlterAlter.


   La grazia di Jori nell'uso del colore non manca certo di affascinare il lettore, l'acquarello tratteggia scritte e disegni con sapienza compositiva, creando sicuramente un risultato inedito e originale, ma a tratti l'eccesso di simbolismi e le continue citazioni dei quadri di Gauguin appaiono (volutamente?) didascaliche e naif, troppo legate alla pittura piuttosto che al segno più dinamico e stilizzato del fumetto contemporaneo. I testi della “predicazione”, dal canto loro, per quanto ben scritti, insistono sui temi abusati dell'artista maledetto, dell'isolamento artistico, del dolore e della malattia, in un eccesso di pathos che rischia di risultare retorico, nonostante sia dettato dell'amore e della passione di Jori nei confronti del pittore francese.


   Non si tratta comunque di un divertissement estemporaneo; Jori, infatti, sta preparando altri volumi, in uscita per Coconino, dedicati a celebri figure dell'arte contemporanea (Picasso, Modigliani, Andy Warhol, Frederic Edwin Church).


   La curiosità e l' aspettativa ci sono, forse anche i margini di miglioramento.


È deciso: si muore!. Predicazione di Marcello Jori, Coconino Press, pagg. 68, euro 15